RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI GIUSTI

In un articolo pubblicato su lacittafutura.it, Federico Giusti evidenzia che “sulla stessa linea di quanti promettevano dentiere gratis e soggiorni in villeggiatura per la terza età, il Governo è intervenuto sulle pensioni, ma in linea con i dettami della Finanza pubblica e delle regole di bilancio. Fin quando stava all’opposizione Meloni strillava contro le inique e draconiane misure di Bruxelles, oggi le applica in silenzio e senza remore. Le pensioni minime? Passa dall’80 all’85% la rivalutazione per gli assegni il cui ammontare è tra 4 e 5 volte il trattamento minimo (circa 2.000-2.500 euro), mentre per le pensioni più alte viene ridotta la percentuale dell’adeguamento al costo della vita. Hanno ragione i sindacati dei pensionati a dire che si fa cassa sulla previdenza?”.



LA NECESSITÀ DI UNA PATRIMONIALE

Secondo l’autore, la risposta a questa domanda è probabilmente affermativa, nel senso che i sindacati dei pensionati “probabilmente hanno ragioni da vendere criticando il Governo Meloni, ma con un grosso limite ossia dimenticano di invocare una Legge Patrimoniale e il principio di progressività della tassazione con nuove aliquote. Se così facessero assumerebbero posizioni radicali ed egualitarie ormai invise ai sindacati rappresentativi”. Giusti sottolinea anche le pensioni minime sono state elevate a 600 euro, ma solamente per chi ha più di 75 anni, “ma trattasi di un provvedimento valido solo per il prossimo anno. E dopo? Buio assoluto”. Anche per questo, quindi, il giudizio complessivo sulla Legge di bilancio di Giusti è negativo, anche perché la manovra è “coerente con il principio neoliberista di dare la ricchezza a pochi e la povertà a tutti gli altri”.



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