Se la proposta di quota 41 per tutti piace al governo, nonostante abbia avuto il plauso delle parti sindacali e posta servire almeno nel breve termine poiché l’età media della exit pensionistica nel 2022 è stata di 61 anni, per le classi dei giovani lavoratori la questione si fa veramente molto difficile.

Dal 2035 infatti ci saranno più pensionati che lavoratori, ma dal 2050 il sistema previdenziale rischierà di diventare una bomba a orologeria per lo stato italiano. Ed ecco perché si fanno avanti proposte relative alle coperture pensionistiche destinate ai giovani attraverso fondi contributivi.



Riforma pensioni 2023: la proposta per i giovani

Si tratta di contributi economici destinati a chi ha avuto una carriera discontinua. Una proposta che va di pari passo con l’obiettivo del governo: è quello di concentrarsi sulle pensioni future. E in effetti non può fare altro che focalizzarsi su questo dal momento che le pensioni future costituiranno una bomba orologeria per il sistema previdenziale. Lo sa il governo e lo sa l’Europa che, proprio di recente, ha imposto un abbassamento della spesa previdenziale per l’Italia.



Paradossalmente le proiezioni di iscrizione alla previdenza integrativa vedono salire, anziché scendere, e l’età media degli scritti: negli ultimi 5 anni infatti l’età media è aumentata da 46,1 a 47 anni.
Infatti non sono soltanto i giovani under 35 ad avere una discontinuità contributiva, ma anche i lavoratori over 50 che hanno subito nel corso della loro carriera tutti gli effetti delle crisi economiche cicliche oppure di una mancata normativa relativa al sistema previdenziale.

La cosiddetta legge sulle pensioni, o riforma delle pensioni 2023 infatti introdurrebbe una normativa innovativa per certi versi, perché l’Italia non ha attualmente una legge sulle pensioni strutturale, equamente condivisa da tutte le categorie di lavoratori o che tenga conto dei necessari ammortizzatori sociali e ascensori previdenziali come Ape sociale.



Si va avanti di anno in anno attraverso misure ponte come quota 100, quota 102 oppure quota 103.

Riforma pensioni 2023: la vera bomba sociale sono le Partite Iva

La proposta di istituire dei fondi contributivi è l’unica soluzione al problema della discontinuità contributiva registrata soprattutto nelle fasce under 40. I cosiddetti millennials sono i più a rischio. Infatti la Corte dei Conti ha effettuato una simulazione attingendo da un campione INPS su quarantenni in attività: emerge che il montante contributivo di questi è assolutamente insufficiente per la costituzione di una pensione adeguata. Soltanto Gli assunti nelle forze armate e nel comparto della sanità pubblica possono aspirare a una pensione accettabile.

La vera bomba sociale però sono le partite IVA e i lavoratori autonomi, tra cui i parasubordinati e i coltivatori diretti oltre alle lavoratrici private.