IL GIUDIZIO DI CGIL, CISL E UIL

Le audizioni sulla Legge di bilancio hanno fatto emergere un comune giudizio negativo di Cgil, Cisl e Uil sulle misure di riforma pensioni. Christian Ferrari, Segretario confederale della Cgil, ha evidenziato che l’Esecutivo “torna a fare cassa con le pensioni, sottraendo 2,7 miliardi complessivi al sistema e penalizzando soprattutto giovani e donne”. Per il suo omologo in Cisl, Ignazio Ganga, “non sono assolutamente condivisibili i numerosi vincoli introdotti sulla pensione anticipata contributiva che restringono in modo ancora più marcato il numero di coloro che possono accedere a questa prestazione riservandola a situazioni dove le retribuzioni sono molto elevate”. Vera Buonomo, Segretaria confederale della Uil, ha invece evidenziato che “non c’è nessun superamento della Legge Fornero sulle pensioni, addirittura è previsto un inasprimento delle condizioni di accesso. Quota 103, Opzione Donna, Ape sociale riproposte con requisiti e penalizzazioni ancora più stringenti, mentre per i giovani che andranno in pensione con il sistema contributivo puro, si prospettano precarietà e un’uscita dopo i 70 anni”.



L’ACCUSA DI ELLY SCHLEIN

La Segretaria del Pd Elly Schlein, intervistata da Fanpage.it, spiega che sulle pensioni si sta svelando il tradimento di tutte le promesse elettorali che ha fatto questa destra. Perché hanno tuonato per anni contro la Fornero e poi arrivano loro tagliano le pensioni dei dipendenti pubblici, riescono a restringere i requisiti per uscire anticipatamente, colpendo una volta ancora più duramente le donne sui requisiti di opzione donna. Sono il contrario di quello che raccontavano di essere”. Intanto Maurizio Gardini, Presidente di Confcooperative, intervistato dal Corriere della Sera spiega “sulle pensioni, la flessibilità in uscita dovrebbe essere legata anche a quella in entrata incentivando le assunzioni altrimenti abbiamo solo esodi”. Invece Tania Sacchetti, Segretaria nazionale dello Spi-Cgil, come riporta Ansa, chiede che “la previdenza non sia oggetto di scontro generazionale, ma di battaglia comune fra chi in pensione c’è già e deve veder tutelata la sua condizione, e chi vogliamo ci possa andare nei prossimi anni con trattamenti giusti”.



I DATI SUL BILANCIO PENSIONISTICO

Come riporta Adnkronos, Itinerari previdenziali evidenzia che “nel 2021 il bilancio pensionistico/previdenziale italiano, inteso come differenziale delle entrate e uscite delle gestioni Inps privati, Inps ex Inpdap per i dipendenti pubblici e delle casse di previdenza dei liberi professionisti, ha mostrato un disavanzo di 48,68 miliardi (in miglioramento rispetto ai 55,034 del 2014, anno di riferimento della precedente regionalizzazione). Valore comunque consistente anche se, nei flussi di cassa presi a riferimento, non sono considerati i trasferimenti dallo Stato, attraverso la gias (gestione degli interventi assistenziali e di sostegno alle gestioni previdenziali o da altri enti, a favore di prestazioni assistenziali o di sostegno alle famiglie, così come sono escluse eventuali contribuzioni figurative dovute ad agevolazioni e sgravi”. Più nel dettaglio, “le entrate totali sono ammontate a 200,3 miliardi, con un miglioramento del 12,23%, mentre le uscite sono state pari a 248,99 miliardi, in crescita del 6,6% rispetto al 2014”.



LE PAROLE DI BRAMBILLA

Secondo Alberto Brambilla, con il taglio del cuneo fiscale e gli incentivi alle assunzioni previsti nella Legge di bilancio, “il Governo sta ponendo le premesse per un nuovo buco nei conti dell’Inps per 16 miliardi”. Il Presidente di Itinerari Previdenziali, intervistato dalla Stampa, spiega infatti che a tanti ammontano le mancate entrate per i contributi “nell’ipotesi più prudente. Così si va verso il disastro”. L’ex sottosegretario al Welfare commenta anche le scelte in tema di riforma delle pensioni, spiegando che “è rimasta Quota 103, si allungano le finestre di pensionamento e si impongono i ricalcoli contributivi. Di fatto l’età media minima di uscita salirà a 63 anni, con assegni più bassi. Non cambiare le sorti del sistema, ma è una stretta. La maggioranza voleva distruggere la legge Fornero, invece l’ha resa più dura. Mi chiedo come farà Salvini a spiegarlo ai suoi elettori”. Dal suo punto di vista, va poi cambiata la norma sul ricalcolo delle aliquote sulla quota retributiva dei futuri assegni di tanti dipeddenti pubblici, perché “ha effetti retroattivi, per cui a mio avviso è incostituzionale”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

In un articolo pubblicato su Repubblica, Pasquale Tridico spiega che “una vera riforma pensionistica dovrebbe guardare alla situazione dei giovani” e “numerosi studi, dentro Inps ma anche fuori, ci dicono che i lavoratori che hanno iniziato a lavorare dopo il 1996, ovvero nel regime contributivo pieno, hanno lavori instabili e precari, salari bassi, e la maggior parte di loro (il 53%), secondo quanto accumulato finora e in proiezione, quando matureranno i criteri di uscita, avranno una pensione povera, inferiore alla soglia di povertà (800 euro circa). Per questi lavoratori innanzitutto la soluzione va trovata subito in correttivi dentro il mercato del lavoro, spingendo i salari verso l’alto, con l’introduzione di un salario minimo”.

LE RICHIESTE PER I GIOVANI

Ma a parte questo, secondo l’ex Presidente dell’Inps, “come ultimo intervento di rete di protezione, va introdotta una pensione di garanzia di tipo contributivo. Come è noto, nel modello contributivo attuale, non esiste la pensione minima, quindi va creato un meccanismo che, senza disincentivare la partecipazione al mercato del lavoro, possa creare una pensione di garanzia dignitosa, valorizzando buchi contributivi e formazione, inserendo un minimale pensionistico a fronte di un certo montante contributivo raggiunto (e non necessariamente un numero di anni). In questo contesto si dovrebbe anche inserire il riscatto di laurea gratuito per i giovani, che avrebbe il merito di incentivare lo studio e non penalizzare coloro che per motivi di studio entrano più tardi nel mercato del lavoro”.

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