LE NOVITÀ SULLE PENSIONI ALL’ESTERO: L’INTERROGAZIONE AL GOVERNO

Mentre ancora resta fermo il tavolo ufficiale del Governo con le parti sociali per la riforma delle pensioni, emergono ulteriori novità e richieste anche dai banchi della stessa maggioranza circa maggiori tutele per la situazione complessa degli italiani all’estero. In particolare è il deputato della Lega eletto in Europa, on. Simone Billi, ad interrogare il Governo in merito alla convenzione tra Italia e Bulgaria da rivedere nel breve termine in merito alle doppie imposizioni fiscali.



«i pensionati italiani Inps residenti in Bulgaria continuano ad essere tassati alla fonte, ovvero dall’Italia, a causa di un’anomalia nella convenzione bilaterale Italia-Bulgaria intesa ad evitare le doppie imposizioni fiscali (legge 29 novembre 1990, n. 389); l’articolo 1, comma 2, lettera b), della convenzione, infatti, statuisce che una persona fisica per essere considerata residente fiscale in Bulgaria deve possedere la nazionalità bulgara, e cioè che per essere considerati residenti fiscalmente in Bulgaria è necessario avere la nazionalità bulgara», spiega il deputato nella nota riportata dall’Agenzia AISE: Billi chiede ai ministri se e quali iniziative «di loro competenza intendano adottare per risolvere la criticità esposta in premessa, causa anche della continua diminuzione degli italiani iscritti all’Aire residenti in Bulgaria, ivi incluse la revisione della convenzione e, nelle more, la possibilità per l’Inps di accettare la certificazione attestante la qualità di residente fiscale in Bulgaria rilasciata dalla Nap anche se non contiene il riferimento alla convenzione, nell’ottica di perseguire l’obiettivo di evitare una doppia imposizione fiscale». (agg. di Niccolò Magnani)



I DATI SULLA GESTIONE EX INPDAP

Tra i dati relativi alle gestioni previdenziali Inps aggiornati al 2021, Marta Guarino, in un articolo pubblicato sul sito di Itinerari Previdenziali, concentra l’attenzione su quelli relativi agli ex dipendenti pubblici, ricordando che se le entrate erano migliorate per un aumento del numero di dipendenti attivi, e quindi della base contributiva, “lo stesso non si può dire per la spesa per prestazioni, che ha evidenziato un aumento costante”, “complici, nel 2020 e nel 2021, le misure di flessibilità in vigore e in particolar modo di Quota 100, che nel proprio periodo di vigenza è stata utilizzata da 128.601 dipendenti pubblici”. Secondo Guarino, “il futuro della gestione è però ancora da scrivere. Dal 2022, nonostante il permanere di qualche forma di flessibilità tipo Quota 102, peraltro utilizzata meno del previsto, il personale dovrebbe aumentare per il massiccio potenziamento degli organici della Pubblica amministrazione e, quindi, anche le entrate contributive dovrebbero tornare a crescere significativamente”.



LE PAROLE DI GANGA

Ignazio Ganga ricorda che Marina Calderone, ministra del Lavoro, “ha dato notizia della istituzione dell’Osservatorio per il monitoraggio e l’analisi della spesa previdenziale. Il decreto non è ancora disponibile sulla Gazzetta Ufficiale e quindi non ne conosciamo i dettagli. Tuttavia, da quanto emerge dalle agenzie di stampa, questo strumento sembra essere molto diverso dalla Commissione di studio della spesa previdenziale e assistenziale cui hanno partecipato le parti sociali e di cui la Cisl ha chiesto a questo governo la riattivazione”. Secondo il Segretario confederale della Cisl, “monitorare, analizzare e valutare la spesa previdenziale senza il coinvolgimento dei sindacati sarebbe un grave errore. L’ultimo incontro del tavolo di confronto sulle pensioni si è tenuto il 13 febbraio e da allora siamo in attesa di risposte rispetto ai numerosi problemi posti a partire dalla revisione di Opzione donna. Sollecitiamo quindi alla ministra Calderone un incontro per chiarire i termini di partecipazione dei sindacati all’Osservatorio e riprendere il confronto sulla previdenza”.

RIFORMA PENSIONI, LA SCADENZA PER L’APE SOCIAL

Come ricorda il sito del Messaggero, si avvicina una scadenza importante. Infatti, tra le misure di riforma delle pensioni contenute nella Legge di bilancio c’era anche la proroga dell’Ape social, la cui prima finestra per la presentazione delle domande scade, come lo scorso anno, il 31 marzo. Il quotidiano romano spiega anche che “una seconda finestra di accesso ha la scadenza del 15 luglio, mentre le domande presentate dopo quella data ed entro il 30 novembre 2023 saranno prese in considerazione solo se ci saranno le risorse disponibili. Se si possiedono determinati requisiti è dunque possibile andare in pensione con 63 anni di età ed un’anzianità contributiva che va da 30 a 36 anni”. Ancora non si sa se la misura verrà prorogata dopo il 2023.

L’ANALISI DI POMINI

Intanto, in un articolo pubblicato sul sito del Fatto Quotidiano, Mario Pomini evidenzia che “la destra sociale al governo, smentendo sé stessa, si è completamente dimenticata della povertà, ed anzi ha iniziato la sua personale e cinica guerra ai poveri. È diventata una destra di potere che, promettendo demagogicamente di aumentare a dismisura la spesa sociale, ora si trova a ridurla e va a caccia di soldi, come nella finanziaria 2023, dai pensionati e dalle persone in difficoltà economica per poi ridurre le tasse ai ricchi”. Il riferimento dell’economista è al taglio parziale della rivalutazione degli assegni inserito nella Legge di bilancio che tra l’altro è stato tra i primi provvedimenti di una maggioranza in cui per tanto tempo si è parlato di alzare le pensioni minime a 1.000 euro al mese.

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