LE PAROLE DI TOSI

Ospite di Rainews24, come riporta Adnkronos, Flavio Tosi ha voluto commentare le dichiarazioni di ieri del ministro dell’Economia al Meeting di Rimini spiegando che “Giancarlo Giorgetti è persona seria e pragmatica, sa far di conto e quindi si farà una manovra finanziaria con le risorse che ci sono”. Per questo, ha aggiunto il deputato di Forza Italia, “alcune misure, come l’ulteriore innalzamento delle pensioni, ad esempio, andranno posticipate rispetto a quelle che erano le aspettative, per quanto riguarda invece la stabilizzazione del cuneo fiscale occorrerà vedere come farlo, probabilmente si procederà per step, ovvero si potranno stanziare le risorse per i primi mesi dell’anno e poi durante il 2024 si potrà vedere dove recuperare le risorse per completare l’operazione”. “Siamo in una situazione difficile, l’inflazione è alta, i costi energetici ancora alti, ci vuole dunque molto realismo”, ha detto ancora l’ex Sindaco di Verona.



IL PERCORSO A OSTACOLI VERSO LA RIFORMA PENSIONI PASSA DA RIMINI

«Il Governo non farà non farà marcia indietro sugli anticipi pensionistici». Al Meeting di Rimini era arrivata la netta chiusura del Ministro Giorgetti all’ipotesi di una larga riforma pensioniMarina Calderone, che concentra gli sforzi per questa Finanziaria sulla conferma-proroga degli anticipi pensionistici per mancanza di risorse supplementari.



«Dovremo lavorare per comprendere come inserire altri strumenti e rivederne alcuni , come l’anticipo sociale, che vedo più ampio, e per le donne», ha detto ancora Calderone nel suo intervento al Meeting di Rimini. Commentando le parole del MEF sulla riforma pensioni prende posizione anche il leader di Noi Moderati Maurizio Lupi, atteso il 24 agosto al Meeting per parlare di riforme istituzionali (assieme a rappresentanti di tutti i partiti in Parlamento): «Sulle pensioni la nostra posizione rimane chiara, e l’abbiamo anche discusso con Giorgia Meloni durante la riunione di maggioranza. Purtroppo, il periodo in cui disponevamo di ampie risorse finanziarie è ormai passato. Ora è necessario effettuare una scelta: concentrare le risorse disponibili anziché disperderle, focalizzandoci sulle priorità che abbiamo di fronte. Crediamo che tali priorità siano rappresentate dal lavoro, dal sostegno alle famiglie e dall’incremento dei salari». Quota 41, come ribadisce la Lega, resta la priorità nell’orizzonte della legislatura (come detto a Ferragosto dal sottosegretario Durigon): e così Lupi conclude, «Questa posizione coincide con quella che abbiamo assunto riguardo alle accise. La ragione per cui al momento non diminuiamo le accise non è una mancanza di coerenza, ma il risultato di una scelta di concentrare le risorse verso chi ne ha maggior bisogno». (agg. di Niccolò Magnani)



L’IPOTESI SU QUOTA 41

Mentre Repubblica, dopo le dichiarazioni del ministro dell’Economia Giorgetti, evidenzia che “l’abolizione della riforma Fornero tornerà di nuovo nel libro dei sogni della Lega”, il Corriere della Sera spiega che “tra le ipotesi tecniche che circolano sui tavoli del Governo in vista della legge di Bilancio ci sono anche quelle su Quota 41, ovvero la possibilità di andare in pensione anticipata con 41 anni di contributi, indipendentemente dall’età”, ma con “il calcolo dell’assegno interamente col contributivo”. Se questa misura restasse in vigore per il solo 2024, “la spesa stimata sarebbe di poco più di un miliardo nel 2024 e di 2,2 nel 2025”, stimando un’adesione del 50% rispetto alla platea potenziale, dato che vi sarà chi non vorrà incassare un assegno pensionistico più base. “I costi, sempre ipotizzando un tasso di adesione del 50%, sarebbero molto più alti, 9,4 miliardi fino al 2027, se quota 41 fosse concessa per il triennio 2024-26 (i tecnici hanno elaborato anche questa variante)”. Secondo il quotidiano milanese, sul tavolo c’è l’ipotesi di un ritorno a Quota 102 per il solo 2024, che però costerebbe 3,5 miliardi di euro.

LE PAROLE DI D’ALESSANDRO (CISL)

Secondo il Coordinatore della Cisl Molise Antonio D’Alessandro, “è giusto aver deciso di tassare gli extra profitti delle banche, intervento sollecitato da tempo dalla Cisl adesso va allargato alle altre multinazionali (energia, digitale, logistica) per recuperare risorse da impegnare ad alzare salari, retribuzioni, pensioni e a ridurre il peso delle tasse ai lavoratori, pensionati e sostenere le famiglie sui mutui per le prime case”. Come riporta quotidianomolise.com, il sindacalista spiega anche l’importanza della proposta di legge d’iniziativa popolare della Cisl sulla partecipazione dei lavoratori alla gestione delle imprese “e per questo siamo e saremo in mobilitazione fino a dicembre per informare e comunicare ai lavoratori, pensionati, cittadini i contenuti del provvedimento legislativo. Vediamo molta adesione e sostegno delle persone nei luoghi di lavoro e nel territorio sulla nostra iniziativa ma anche autorevoli espressioni del mondo accademico e universitario, dell’imprenditoria, dei partiti che guardano con interesse a questo sentiero: non può che farci piacere”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GIORDANO

Rispondendo a un lettore della Verità che lamenta come l’assoggettamento del reddito da pensione ad aliquota progressiva Irpef rappresenti una “tassazione non solo iniqua ma vergognosa nei confronti di chi dopo aver maturato il diritto ad usufruire il trattamento pensionistico (e quindi aver già versato regolarmente contributi e tasse sul reddito prodotto durante l’attività lavorativa) si vede nuovamente tassare la pensione come se fosse un reddito da lavoro”, Mario Giordano ricorda che nella legge delega sulla riforma fiscale, recentemente approvata dal Parlamento “c’è sicuramente l’indicazione di alzare la soglia per cui i pensionati non pagano tasse, che attualmente è fissata a 8.174. Ma se ho capito bene dovrebbe essere unificata con quella dei dipendenti (quindi portata a 8.500 euro)”.

LA TASSAZIONE CHE PESA SUI PENSIONATI

Il giornalista evidenzia che si tratta, però, di “davvero poca cosa, se si pensa che in Germania la no tax area per i pensionati è fissata a 16.00 euro. Del resto è noto che i pensionati italiani pagano le tasse più alte d’Europa: su una rendita di 20mila euro, qui si paga il 20,5% contro l’8,7 del Regno Unito, l’8,3 per cento della Germania e il 7,3 per cento della Francia”. Giordano fa anche un esempio praticando, spiegando che “un pensionato da 1500 euro al mese, da noi paga 600 euro di tasse. In Germania appena 60. Quindi la ringrazio, caro Gian Pietro, per aver sollevato la questione. E spero che qualcuno al Governo, delega o meno, trovi una risposta adeguata”. Vedremo se effettivamente questa risposta arriverà nei prossimi mesi o meno.

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