LE PAROLE DI FUMAROLA (FNP-CISL)
Durante il Consiglio generale della Fnp-Cisl Puglia, Daniela Fumarola, reggente della Fnp-Cisl nazionale, ha spiegato che “c’è un impegno forte da parte di tutta l’organizzazione della Cisl e della Fnp nei confronti del Governo. Abbiamo chiesto di aprire dei tavoli a partire da quello delle pensioni perché pensiamo che vada recuperata l’indicizzazione totale e piena delle pensioni per tutti i pensionati, perché loro, come i lavoratori hanno subito il caro il caroprezzi, gli effetti del Covid, della guerra e dell’inflazione, quindi hanno bisogno di recuperare potere d’acquisto. A questo va assolutamente aggiunta la necessità di aprire un tavolo sul fisco perché bisogna che nel nostro paese paghino tutti le tasse e non soltanto i lavoratori e i pensionati, che contribuiscono per l’85%. Abbiamo un grande lavoro da fare e lo vogliamo fare insieme al governo per questo, proponiamo una un’agenda sociale abbastanza fitta ma soprattutto proponiamo un patto per recuperare queste situazioni che generano delle difficoltà per pensionati e per lavoratori”.
LA CONTRATTAZIONE COME METODO PER LA RIFORMA PENSIONI?
Mentre il Presidente dell’INPS lanciava il suo personale monito sull’utilizzo anche nel prossimo futuro di una riforma pensioni strutturata sulle “Quote”, al momento l’indirizzo del Governo Meloni è quello di insistere su una Quota 41 “allargata” come punto d’inizio della lunga “rivoluzione” della previdenza in Italia. Come già sottolineato negli scorsi giorni dalla stessa Ministro del Lavoro Calderone, l’obiettivo del Governo è quello di lavorare con una lunga contrattazione con le pari sociali (sindacati, Confindustria e altre categorie) prima di giungere alla effettiva riforma pensioni 2023.
Questo nel concreto significa che non ci si dovrà attendere un’unica riforma strutturale “univoca” come fu con la Quota 100 nel Governo Conte-1 e prima ancora con la riforma Fornero sotto il Governo Monti: si ipotizzano infatti trattamenti differenti a seconda delle tipologie (flessibilità e non solo), dal turismo alla scuola fino alla sanità e al comparto del “primario” e dell’industriale.
TRIDICO SULLE QUOTE
Ospite della trasmissione 24 Mattino, in onda su Radio 24, Pasquale Tridico ha parlato anche di riforma delle pensioni, spiegando che in Italia abbiamo un rapporto tra popolazione attiva e occupati che si sta rimpicciolendo, oggi è 1,4, nei prossimi 10 anni sarà di 1,3, con questo trend demografico rischia di essere 1 a 1 con gravosità sul sistema pensionistico. Negli ultimi 4 anni, dal 2019 a oggi, la popolazione attiva si è ridotta da 38,4 milioni a 37,2 milioni, abbiamo perso 800 mila residenti attivi e questo è un grave danno. Ogni volta che si pensa di riformare le pensioni attraverso quote bisogna stare attenti a non peggiorare ulteriormente questo rapporto”. Il Presidente dell’Inps ha evidenziato anche che l’aumento dei contratti a tempo indeterminato è merito del Decreto dignità che ha ripreso la sua efficacia dopo essere stato sospeso nel periodo pandemico. “Voglio ricordare che il decreto dignità prevede delle specifiche ragioni per assumere a tempo determinato e quindi se l’azienda non le ha, assume a tempo indeterminato”, ha aggiunto.
LE PAROLE DI BOMBARDIERI
Come riporta Leggo, il Segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha spiegato, dopo aver incontrato il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo, che quest’anno non ci saranno aumenti per milioni di dipendenti pubblici per mancanza di risorse. Il ministro ha anche spiegato che ci saranno 150.000 assunzioni, ma, sottolinea il sindacalista, “vorrei ricordare che non coprono i 450.000 dipendenti che vanno in pensione. Quindi, anche qui non c’è un investimento nella Pubblica amministrazione e non c’è la voglia di questo Governo di rilanciare il servizio pubblico. Inoltre, non abbiamo contezza del miliardo che il precedente Governo, attraverso l’accordo fatto con Brunetta aveva indirizzato per la formazione”. Bombardieri ricorda anche che “c’è un problema che riguarda i precari in questo Paese, c’è un problema che riguarda il trattamento di fine rapporto e trattamento di fine servizio che vengono dati con ritardi vergognosi”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LAGARDE
Come noto, in Italia i sindacati non hanno per nulla apprezzato la scelta del Governo sul blocco parziale delle rivalutazione delle pensioni contenuta nella Legge di bilancio insieme ad altre criticate misure di riforma delle pensioni. Tuttavia, Christine Lagarde, sembra dare ragione all’Esecutivo italiano. Come spiega Repubblica, infatti, la Presidente della Bce, intervistata dal gruppo editoriale spagnolo Vocento, ha risposto proprio a una domanda relativa all’indicizzazione per legge delle pensioni all’inflazione, spiegando che questo tipo di misura “non ci ha aiutato nel passato e ha generalmente contribuito ad alimentare l’inflazione che è poi finita fuori controllo”. Lagarde ha aggiunto: “Non credo sia una buona idea tornare indietro” su questo tema.
L’ANALISI DI TRIDICO
Intervistato dalla Stampa, invece, Pasquale Tridico ha detto che “oggi i giovani sanno che i loro salari dipendono dalla produttività, che aumenta se essi lavorano con la tecnologia. E quindi, giustamente sono alla ricerca di un lavoro migliore ed è quello che vogliamo anche noi per loro. Perché se il lavoro è di qualità ed è ben retribuito, a quel punto anche la pensione è migliore”. Il Presidente dell’Inps ha anche ricordato che il sistema Paese Italia non produce abbastanza posti di lavoro, specialmente al Sud, tanto che diversi giovani, “anche laureati, vanno poi all’estero: negli ultimi trent’anni dal Mezzogiorno sono partiti un milione e mezzo di ragazzi”. Senza dimenticare il problema di “stipendi bassi che a sua volta determina pensioni troppo basse”.
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