LE RICHIESTE DEI SINDACATI PER I GIOVANI
Nel documento diffuso da Cgil, Cisl e Uil per sostenere le mobilitazioni unitarie di aprile e maggio, in cui si parla anche della necessità di cancellare la Legge Fornero, i sindacati spiegano che “per i lavoratori giovani e per i percorsi lavorativi poveri e discontinui chiediamo di introdurre la pensione contributiva di garanzia”. Era questo del resto un tema che anche il ministro del Lavoro Marina Calderone aveva indicato come prioritario, ma ancora non si è capito come il Governo intenda muoversi in materia”. Per Cgil, Cisl e Uil occorre anche “garantire la piena tutela del potere di acquisto dei pensionati”. Una richiesta che si collega alle proteste per l’indicizzazione parziale degli assegni decisa dal Governo con la Legge di bilancio 2023. Per i sindacati, “è inoltre necessario promuovere e sostenere la previdenza complementare per favorire l’incremento dell’adesione ai fondi pensione negoziali”. Tenendo presente che, per quanto detto prima, saranno in particolare i giovani ad avere maggior bisogno di una pensione integrativa.
IN CDM LO STOP AL RITORNO DEI PENSIONATI NELLA PUBBLICA AMMINISTRAZIONE
Mentre ancora sono attese evoluzioni sul tavolo tra Governo e sindacati per la riforma pensioni 2023-2024 – e qualcosa potrebbe avvenire nei prossimi giorni in risposta alla mobilitazione nazionale delle tre principali sigle sindacali – una importante novità nel mondo della previdenza arriva dal Consiglio dei Ministri convocato oggi pomeriggio. A differenza di quanto paventato inizialmente, nell’ultima bozza del Decreto per il rafforzamento della Pubblica amministrazione sarebbe saltato il ritorno dei pensionati come ‘nuovi’ incarichi nella PA.
Come anticipa “La Repubblica” dalla bozza giunta nel pre-CdM, manca la parte dove si prevedeva la possibilità per le amministrazioni «di conferire incarichi dirigenziali o direttivi al personale in quiescenza, con annessa retribuzione, per un massimo di due anni». La “sforbiciata” sarebbe stata voluta dalla Premier Meloni preoccupata dalle troppe richieste dei Ministeri giunte negli scorsi giorni. (agg. di Niccolò Magnani)
LA RICHIESTA DI CGIL, CISL E UIL
Per sostenere la mobilitazione unitaria di aprile a maggio, Cgil, Cisl e Uil hanno diffuso un documento in cui ricordano le loro rivendicazioni. In tema di pensioni, per i sindacati “la legge Monti/Fornero va cancellata. È necessario riformare il sistema previdenziale per renderlo socialmente sostenibile, e approfondire la separazione tra previdenza e assistenza affinché si possa giungere ad una corretta rappresentazione della spesa pensionistica italiana della comparazione internazionale. La piattaforma di Cgil, Cisl e Uil propone di estendere la flessibilità in uscita, permettendo alle lavoratrici e ai lavoratori di poter scegliere quando andare in pensione, senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età anagrafica o con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età. È necessario valorizzare sul piano previdenziale il lavoro delle donne, il lavoro di cura, e le condizioni delle categorie più fragili (disoccupati, invalidi, caregiver). È indispensabile affermare il principio per cui ‘i lavori non sono tutti uguali’ riconoscendo il lavoro gravoso e allargando la platea dei lavori usuranti”.
LA NOTA DEL MOVIMENTO ITALIA LIBERA
Come riporta agenziastampaitalia, il Movimento Italia Libera evidenzia che “mentre in Francia un popolo unito si mobilita e protesta duramente per l’aumento della pensione a 64 anni in Italia si muore sul lavoro a 65 anni nel silenzio di partiti e sindacati di regime. Una vergogna che pagheremo caro. Pagheranno tutto! Il proletariato nazionale non potrà subire ancora le angherie dell’oppressore capitalista. Italia Libera dice no ai tagli sul lavoro e chiede una nuova riforma delle pensioni che restituisca dignità ai lavoratori italiani”. Intanto, come riporta Milano Finanza, si è registrato un calo delle entrate derivanti dai rendimenti del risparmio gestito e della previdenza integrativa. In base ai dati del ministero dell’Economia e delle Finanze, infatti, sono stati incassati circa 4 miliardi di euro in meno dall’imposta sostitutiva sui redditi da capitale sul valore dell’attivo dei fondi pensioni.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LANDINI
Maurizio Landini spiega che Cgil, Cisl e Uil hanno deciso di dar vita a mobilitazioni unitarie ad aprile e maggio “perché non ci piacciono le scelte che finora ha fatto il Governo. Vogliamo cambiare i contenuti e anche il metodo, perché il mondo del lavoro va coinvolto prima di decidere”. Il Segretario generale della Cgil, come riporta rainews.it, ospite di Agorà, la trasmissione di Rai 3, ha spiegato che al centro dell’iniziativa c’i sono “il superamento del lavoro precario, una seria riforma fiscale e una riforma delle pensioni degna di questo nome. Bisogna aumentare i salari, rinnovare i contratti, ridurre la tassazione sui lavoratori dipendenti e i pensionati che pagano il 94% dell’Irpef, rilanciare la sanità pubblica e le politiche industriali perché per creare lavoro bisogna fare investimenti e usare le risorse europee”.
LE DICHIARAZIONI DI MALAN
Intanto Lucio Malan torna a difendere l’operato del Governo evidenziando i risultati che sono stati ottenuti nei primi cinque mesi di attività. “Le bollette elettriche si sono dimezzate, il prezzo del gas è tornato ai livelli di prima della guerra in Ucraina, nel primo bimestre del 2023 sono stati creati 100mila posti di lavoro, le pensioni sono aumentate e adesso stiamo lavorando per rimodulare il Pnrr al fine di impiegare a pieno tutti i fondi disponibili”, sono le parole del Presidente dei Senatori di Fratelli d’Italia riportate da agenparl, secondo cui “il Governo Meloni ottiene risultati concreti mentre l’opposizione fa polemiche pretestuose”, tra cui, appunto quella relativa al Piano nazionale di ripresa e resilienza.
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