LA POSIZIONE DELLA CONFSAL
Anche la Confsal è scesa oggi in piazza, a Napoli, e il suo Segretario generale Angelo Raffaele Margiotta, come riporta Adnkronos, ha spiegato che è necessario “cambiare il sistema previdenziale perché, dopo il lavoro di una vita, devono essere garantite ai lavoratori pensioni eque”. Maurizio Landini, da Potenza, ha invece ricordato, come riporta collettiva.it, che “salari e pensioni contribuiscono per il 40% alle entrate mentre le rendite finanziarie pagano il 20%, è un’ingiustizia fondamentale”. Intanto il Partito dei Carc evidenzia che “il Governo ha chiarito, con il suo Documento di economia e finanza, che strada percorrere: ignorare il problema e allungare l’età pensionabile; evitare qualsiasi intervento a favore delle donne e delle persone che svolgono lavori usuranti, così da ridurre la spesa previdenziale. Ma in tal modo alimenterà la disoccupazione giovanile e la presenza di lavoratori che a settant’anni saranno ancora sui ponteggi anziché a guardare i cantieri da oltre la rete o a passeggiare nei parchi insieme ai nipoti”.
ANCORA LANDINI SULLA RIFORMA PENSIONI E I RITARDI DEL GOVERNO
Dal palco del 1 maggio, così come nel comunicato dopo l’incontro avvenuto con il Governo Meloni, il leader della Cgil Maurizio Landini si dice del tutto insoddisfatto delle garanzie portate sul tavolo dalla Premier e dai Ministri competenti: al netto del Decreto Lavoro oggi licenziato dal CdM, il sindacato “rosso” non gradisce l’assenza di confronto sulla riforma pensioni così come sulle altre misure unite al mondo del lavoro.
«Noi oggi abbiamo fatto una discussione a voce, perché non ci è stato consegnato alcun testo. Quindi in realtà non conosciamo i provvedimenti nel dettaglio e, come è noto, quando si parla di mercato del lavoro, di salute e sicurezza, contano anche le virgole, come le scrivi e come le metti», sottolinea Landini dopo il vertice di Palazzo Chigi, «Per quello che ci riguarda – ha continuato il segretario nazionale – rimangono totalmente tutte in campo le iniziative, le ragioni che ci hanno portato a indire le giornate di mobilitazione». Da ultimo, conclude Landini, «Sono quattro mesi che non c’è confronto con i sindacati. Questa è una questione di metodo e di sostanza». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SBARRA
In un articolo pubblicato su Avvenire, Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, spiega che “sulle pensioni, dobbiamo cambiare la legge Fornero e trovare insieme una soluzione per ripristinare opzione donna e restituire al sistema principi di flessibilità, sostenibilità, inclusione assumendo come priorità una pensione di garanzia per i giovani e l’uscita a partire da 62 anni o con 41 anni di contributi. E dobbiamo fare di più anche per milioni di pensionati italiani, garantendo la rivalutazione del loro assegno, dopo tanti sacrifici e contributi versati, assicurando il giusto sostegno ai non autosufficienti”. Pino Gesmundo, Segretario generale della Cgil Puglia, intervistato dall’edizione barese della Repubblica dice invece: “Non so in quale realtà vivano i nostri politici, ma noi tocchiamo quotidianamente con mano un’emergenza che è sempre più drammatica. Già non se la passavano bene prima, ma con l’esplosione del caro energia e l’aumento dei prezzi dei beni di prima necessità, chi vive di lavoro e pensioni non ce la fa ad arrivare alla fine del mese”.
LE RIVENDICAZIONI DELL’USB
Oggi è giornata di manifestazione anche per l’Usb Umbria, che in una nota spiega che una situazione di emergenza “è che da troppi anni stipendi e pensioni sono fermi. Inflazione, carovita e aumento generalizzato del costo delle tariffe colpiscono duramente la vita di lavoratori e settori popolari. Come USB rivendichiamo sostanziosi aumenti dei salari e delle pensioni, con l’indicizzazione automatica all’inflazione per difendere adeguatamente le condizioni di vita”. Intanto Cgil, Cisl e Uil si preparano anche per la manifestazione del 6 maggio in programma a Bologna. Come riporta forlitoday.it, i sindacati chiedono anche “tutela dei redditi a fronte dell’aumento dell’inflazione, rinnovo dei contratti nazionali dei settori pubblici e privati, aumento del valore reale delle pensioni e dei salari, riduzione del carico fiscale su lavoro e pensioni, tutela del sistema sociosanitario pubblico per garantire il diritto universale alla salute e al sistema di istruzione e formazione”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI LANDINI
Come riporta Ansa, Maurizio Landini, ha spiegato, durante due assemblee con alcuni lavoratori umbri, che “inizia la mobilitazione per cambiare le politiche sbagliate del Governo ed è per noi fondamentale confrontarci con voi, perché è solo creando unità nel mondo del lavoro che potremo avere la forza per raggiungere i nostri obiettivi”. “Obiettivi che sono quelli di un aumento dei salari attraverso la riduzione della pressione fiscale, di una tassazione degli extraprofitti, di investimenti nella sanità pubblica che è al collasso e nella sicurezza sul lavoro, di una riforma delle pensioni degna di questo nome e soprattutto di un forte contrasto alla precarietà, che sta uccidendo i giovani e il futuro del Paese”, ha aggiunto il Segretario generale della Cgil.
L’ANALISI DI DIDONÈ
Durante la manifestazione regionale unitaria dei pensionati sardi a Sardara (SU), Emilio Didonè, Segretario generale nazionale della Fnp-Cisl, ha invece evidenziato che “le pensioni non sono il bancomat del Governo. Da 10-15 anni quando si ha bisogno di soldi, si ricorre ai pensionati, bloccando i loro assegni o col ricorso a operazioni che ricadono sui lavoratori in quiescenza. La perequazione è il rinnovo contrattuale dei pensionati, attraverso l’adeguamento degli assegni pensionistici al costo della vita. Il governo Draghi, bisogna riconoscerlo, aveva riportato le cose alla normalità, prevedendo una perequazione per fasce. Ora è cambiato di nuovo tutto. Così non va bene. Per questo ci batteremo affinché le pensioni vengano rivalutate pienamente, mettendo fine a questo rischio di impoverimento continuo dei nostri pensionati”.
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