LE PAROLE DI CALDERONE

Come riporta Askanews, Marina Calderone, in audizione al Senato, ha spiegato che durante il confronto tra Governo e sindacati dello scorso 19 gennaio sulla riforma delle pensioni “abbiamo preso atto delle sollecitazioni delle parti sociali. Tra i temi delicati vi è opzione donna, sul quale stiamo facendo valutazioni, tenendo conto anche delle adesioni, per valutare in che modo intervenire. Il prossimo 8 febbraio è prevista una nuova riunione del Tavolo per individuare un percorso e non ci faremo trovare impreparati”. La ministra del Lavoro ha aggiunto che i temi che dovranno essere affrontati e condivisi con le parti sociali riguardano “i giovani e le donne, la separazione tra la spesa previdenziale e quella assistenziale, la flessibilità in uscita per i lavoratori in difficoltà, l’ape sociale, la revisione dei lavori gravosi e usuranti, il rilancio della previdenza complementare. Credo sia importante utilizzare in modo sapiente il secondo pilastro pensionistico. Abbiamo avuto sollecitazioni a ragionare sul silenzio-assenso e non abbiamo preclusioni”.



TRIDICO E LA PROPOSTA SU FONDO COMPLEMENTARE PENSIONI: IL COMMENTO DI SEMINERIO

Nell’ultima audizione in Commissione Sanità e Lavoro al Senato, il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico ha rispolverato la proposta di riforma pensioni con un fondo di previdenza complementare pubblico amministrato dall’istituto di previdenza e gestito da Cassa depositi e prestiti. La sua finalità sarebbe, spiega il n.1 Inps, «integrare i redditi dei soggetti più lontani dalla previdenza integrativa».



Nel suo editoriale sul “Foglio” Mario Seminerio sottolinea perché sia preoccupante la proposta di riforma pensioni partorita da Tridico: «Premesso che questo obiettivo è perfettamente conseguibile anche con gli attuali fondi complementari privati (si chiama Rita, Rendita integrativa temporanea anticipata, sotto condizioni), ci si domanda da dove at- tingere per alimentare la cornucopia, visto che i redditi di lavoro stagnano e la capacità di risparmio flette». Non solo, chiosa Seminerio, «il rischio è considerare il fondo un salvadanaio dove terzi, ad esempio genitori e nonni, potrebbero integrare la contribuzione dei giovani ancora lontani dal lavoro o precari, o sostituirsi ad essa». (agg. di Niccolò Magnani)



ATTESA NUOVA CIRCOLARE MIUR

Come da attese è arrivata la circolare del ministro dell’Istruzione e del Merito che ha riaperto i termini per presentare domanda di cessazione dal servizio per accedere a Quota 103 e Opzione donna. La Cisl Scuola di Roma e Rieti evidenzia che in tale circolare non vi sono indicazioni “in merito alla possibilità, riconosciuta dalla Legge di bilancio a chi ha i requisiti di ‘Quota 103’, di rimanere in servizio beneficiando del bonus contributivo, ossia di proseguire nell’attività lavorativa senza versare la contribuzione ai fini pensionistici, così da avere in busta paga una retribuzione netta più elevata. Su questa nuova modalità, e sui riflessi che comporta in termini di calcolo del trattamento di pensione spettante nel momento in cui avverrà l’effettiva cessazione dal servizio, la Cisl Scuola ha chiesto che vengano forniti, in tempo utile per chi voglia avvalersene, i necessari chiarimenti”. Nell’incontro che si era tenuto nei giorni scorsi tra Ministero e sindacati il Direttore generale dell’Inps ha annunciato “l’imminente diffusione di una circolare, che sarà pubblicata d’intesa col ministero del Lavoro”.

LE PAROLE DI MELANDRI (CGIL)

Marinella Melandri è stata rieletta Segretaria generale della Cgil di Ravenna e la sindacalista, come riporta teleromagna24.it, ha spiegato che “abbiamo di fronte a noi sfide contingenti e di prospettiva. È urgente individuare strumenti per combattere l’inflazione e il caro vita, con l’intervento del Governo e rilanciando la contrattazione collettiva nazionale. Sul fronte della sicurezza sul lavoro, la Cgil di Ravenna ha deciso di costituirsi parte civile in tutti i processi per eventi mortali. Lo faremo perché ogni decesso in conseguenza di lavoro o di alternanza scuola lavoro, come accaduto più volte, rappresenta una ferita insanabile per il sindacato, ma anche perché in questo modo, attraverso l’accesso agli atti processuali, è possibile acquisire informazioni utili nella contrattazione e per la prevenzione. Altre sfide fondamentali da affrontare riguardano le pensioni, con la necessità di modificare il meccanismo introdotto dalla Monti-Fornero, e la transizione ecologica, che riguarda tutti ma in particolare Ravenna che si candida a un ruolo da protagonista”.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO

Secondo Mauro Marino, non sarà facile per Marina Calderone e il Governo Meloni varare una riforma delle pensioni, ma siamo “arrivati a un punto nel quale bisogna intervenire su questo delicatissimo argomento e bisogna cominciare a farlo cambiando completamente il modo di ragionare che si è avuto finora superando la rigidità della legge Fornero”. In un articolo pubblicato su ilfriuli.it, l’esperto previdenziale spiega che “un primo provvedimento potrebbe essere quello di diminuire di un anno l’età del pensionamento ordinario, portandolo a 66 anni e, al contempo, concedere un’amplissima flessibilità in uscita che parta dai 62 anni fino ad arrivare a 70”, prevedendo una penalizzazione dell’1,5% per ogni anno di anticipo e un bonus dell’1,5% per ogni anno che si volesse rimanere oltre l’età di pensionamento.

LE MOSSE POSSIBILI PER SUPERARE LA LEGGE FORNERO

Servirebbero anche “tutela dei lavoratori precoci, pensione di garanzia per i giovani e le donne, per esempio sei mesi, con un massimo di cinque anni, per ogni anno effettivo di lavoro svolto, resa strutturale dell’Ape Sociale e di Opzione Donna, che deve ritornare nella forma preesistente all’ultima legge di bilancio, e, contemporaneamente, dare un fortissimo impulso alla previdenza complementare, obbligatoria per i nuovi assunti e sotto il controllo di un istituto pubblico, con destinazione del vecchio Tfr a una forma di pensione integrativa che copra almeno il 30% del futuro assegno previdenziale”. Per Marino “sono provvedimenti possibili: al Governo la scelta se recepirli o meno, l’importante è che abbia le idee chiare, e operi subito perché i lavoratori, dopo oltre 40 di versamenti contributivi, hanno diritto, da pensionati, a una vita decorosa”.

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