LE PAROLE DI MAROZZI
Marina Marozzi, Segretaria generale della Uilp delle Marche, evidenzia che “la pensione non è un regalo di Stato ma il frutto di anni di lavoro e di regolare versamento dei contributi”. Per questo “continuiamo a chiedere proprio per le pensioni più basse l’ampliamento della Quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve e una significativa riduzione delle tasse. Ma di certo non possiamo tollerare che una parte dei pensionati venga penalizzata trasformandoli in un bancomat dove lo Stato preleva al bisogno, erodendo anno dopo anno il loro potere d’acquisto”. Marozzi sottolinea anche che “la rivalutazione delle pensioni non si è dimostrata sufficiente a supportare gli anziani nei loro bisogni quotidiani”. Un problema che si è reso molto più evidente con il forte aumento dei prezzi che non ha riguardato solo le bollette energetiche, ma anche l’acquisto di beni alimentari: rialzi che sono stati superiori agli aumenti dell’importo percepito con la pensione.
APE SOCIAL VERSO LA PROROGA NELLA RIFORMA PENSIONI 2023-2024
Se i dubbi più ingenti ancora restano sulle risorse da stanziare per la prossima riforma pensioni nella Manovra di Bilancio, ciò che ad oggi sembra ormai già avviato è il percorso per l’ulteriore proroga dell’Ape Sociale: Quota 103 o Quota 41 non sono infatti gli unici percorso ipotizzati dal Ministero del Lavoro per far andare lavoratori prima in pensione, resta infatti la “vecchia” riforma avviata già sotto il Governo Renzi.
Si tratta infatti di un’uscita anticipata dal mondo del lavoro in particolari condizioni come lavori gravosi (a condizione che 7 degli ultimi 10 anni siano stati spesi in quella mansione) e simili: nei fatti, l’Ape sociale eroga un’indennità dello Stato (gestita dall’INPS) a tutti quei soggetti che abbiano almeno 63 anni e che non percepiscono già una pensione diretta. La Manovra potrebbe ampliare i fondi per l’Ape Sociale in quanto non rappresentano un esborso così oneroso per lo Stato: tale indennità viene di fatto erogata fino al raggiungimento dell’età pensionabile o comunque fino alla pensione anticipata. Avviata nel 2017, l’Ape Sociale scade nel 2023 ma il Governo Meloni intende porla come elemento strutturale forse già dalla prossima Manovra. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI TAJANI
In un’intervista al Messaggero, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha spiegato che il Governo intende “proseguire sugli aumenti delle pensioni minime: ora l’obiettivo è portarle dai 600 ai mille euro”. Come riporta Il Giornale, il Segretario nazionale pro tempore di Forza Italia, partecipando agli “Incontri al Caffè de La Versiliana” ha anche detto che “si deve avere un salario minimo fissato attraverso i contratti collettivi che non fissano soltanto il salario ma la retribuzione. Quindi alzando la retribuzione, i salari diventano più ricchi e i contratti pirata si costringono ad adeguarsi al contratto collettivo nazionale”. Dal suo punto di vista, occorre anche intervenire sul cuneo fiscale con “un taglio del 7% e progressivamente vanno detassate le tredicesime, gli straordinari, i premi di produzione, il lavoro estivo e domenicale”. E ha quindi ribadito che per le pensioni minime “l’obiettivo è centrare i 1.000 euro al mese a fine legislatura”.
L’INIZIATIVA DI FRATELLI D’ITALIA
Prosegue in questi giorni l’iniziativa di Fratelli d’Italia “L’Italia vincente” per cercare di raccontare ai cittadini, direttamente sulle spiagge italiane, i risultati conseguiti dal Governo in meno di un anno di attività. In particolare, come riporta certastampa.it, “aumento del lavoro e disoccupazione ai minimi, con una crescita economica più alta di Francia e Germania. La fine dell’era delle ‘mancette’ con l’arrivo di aiuti concreti per i più deboli e l’aumento delle pensioni minime. E poi la riforma del ‘fisco amico’ con l’alleggerimento delle tasse, quella della giustizia, una maggiore credibilità in campo internazionale, la lotta alla criminalità e la priorità data alla sicurezza”. Ai cittadini viene quindi distribuiti un pieghevole che sintetizza in otto punti l’azione dell’Esecutivo e nel cui incipit si legge: “Erano in tanti a scommettere contro l’Italia: dopo nove mesi Giorgia Meloni ha smentito tutti. Mentre le opposizioni non sanno fare altro che indicare, ogni giorno, le dimissioni di un esponente diverso della maggioranza, Fratelli d’Italia lavora per trovare le soluzioni ai problemi degli italiani”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI CARLO ALBERTO TREGUA
Carlo Alberto Tregua, in un articolo pubblicato recentemente sul giornale da lui diretto, ha ricordato che “vi è una legge generale che prevede la possibilità di andare in pensione per vecchiaia, a prescindere dai contributi versati, a 67 anni. Ma chi va in pensione a 67 anni? Solo degli sfortunati che non hanno santi in paradiso. Infatti, ormai, la gran parte dei pensionati ci va per una serie di norme approvate ad hoc dai diversi Governi, appunto per acquisirne il consenso e, sperano, anche il voto. Cosicché vi è stata Quota 100 (38 anni di contributi e 62 di età), poi diventata Quota 102. Ora Quota 103. Non basta: vi è una norma che consente alle donne (Opzione Donna) di andare in pensione a 60 anni di età e 35 di contributi”.
LE TROPPE DEROGHE NEL SISTEMA PENSIONISTICO
Il direttore del Quotidiano di Sicilia ha aggiunto che “vi è poi una norma per chi esercita lavori usuranti. L’elenco è lungo e ve lo risparmiamo. Da quanto precede si evince che la gestione della previdenza non è per nulla equa e non rispetta l’articolo 3 della Costituzione, secondo cui tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge. Non si rispetta neanche il principio del buon andamento della Pubblica amministrazione (art. 97, criterio di economicità). Insomma, un altro clamoroso capitolo della malagestione delle risorse pubbliche”. Tregua punta in particolare il dito contro le deroghe al sistema contributivo pieno e alle leggi che i diversi Governi hanno negli anni approvato per consentire il pensionamento anticipato dei cittadini con l’obiettivo di guadagnare consenso.
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