RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO

Mauro Marino ricorda che “il Governo ancora non sa quanti denari mettere per provvedere a quelle modifiche previdenziali obbligatorie perché gli istituti di ‘Quota 103’, Opzione Donna e Ape Sociale sono in scadenza al 31 dicembre 2023 e se non si fa  nulla si ricade completamente nelle maglie troppo rigide della legge Fornero. Sta verificando i conti, sperando in una  stagione turistica che per fortuna è molto favorevole, confidando in un aumento del Pil per quest’anno dell’1% e nella celere diminuzione dell’inflazione. Poi tirerà le somme nel mese di ottobre nella presentazione della legge di bilancio 2024. Se come fatto filtrare da ambienti governativi saranno postati solo 1 miliardo e mezzo ci potranno essere solamente misure ponte della durata di un anno”.



I POSSIBILI INTERVENTI

In questo senso, l’esperto previdenziale, intervistato da pensionipertutti.it, cita il possibile “rinnovo di ‘Quota 103’ e dell’Ape Sociale e una rivisitazione di Opzione Donna per aumentare la platea delle aventi diritto”. Se, invece, “saranno postati almeno tre miliardi potremo avere quella flessibilità in uscita che tutte le lavoratrici ed i lavoratori aspettano da troppi anni”. Marino cita poi un problema importante da affrontare in tema di riforma delle pensioni: l’importo degli assegni. “Per fare solo un esempio negli ultimi cinque anni l’importo delle pensioni è sceso da 1.320 euro al mese a 1.180 euro e stiamo parlando di importi lordi. È una situazione che se non si interviene subito rischia di provocare effetti devastanti”.



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