RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI BRAMBILLA

In un articolo pubblicato su L’Economia, inserto del Corriere della Sera, Alberto Brambilla evidenzia che “tutte le attività a sostegno della natalità sono le benvenute, ma anche se improvvisamente si verificasse nei prossimi 2/5 anni un aumento delle nascite non si risolverebbe né il problema dell’invecchiamento e neppure quello relativo all’aumento della forza lavoro poiché nel picco della transizione, la maggior parte dei nati nel 2024/27 sarebbe ancora sui banchi di scuola”. Per il Presidente di Itinerari previdenziali “occorre quindi mettere in campo azioni che, quanto meno, possano ridurre i rischi dell’invecchiamento, attenuandoli e, se si è bravi, ottenere anche da questa fase storica delle positività”.



LA CRITICA AGLI ANTICIPI PENSIONISTICI

L’ex sottosegretario al Welfare ricorda che per le pensioni saranno importanti il metodo contributivo e l’adeguamento dell’età pensionabile all’aspettativa di vita, “l’importante è non modificarli evitando le eccessive anticipazioni tipo quota 100-103, Opzione donna e salvaguardie varie, anticipi pensionistici per i lavori gravosi o i lavoratori fragili di cui non v’è traccia nella medicina ufficiale. Queste misure hanno mandato in pensione dal 2012 a oggi oltre 850 mila persone con requisiti molto più favorevoli di quelli legali, mettendo a rischio l’equilibrio previdenziale raggiunto nel 2018 che invece deve essere rafforzato per far fronte alla citata ondata dei baby boomer. Non possiamo permetterci né oggi, né tantomeno nella transizione demografica, di avere, come oggi, solo poco più del 53% degli over 55enni che lavora”.



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