LE PAROLE DI GELERA (INPS)

Micaela Gelera, come riporta Radiocor, nel corso del convegno per i 60 anni della Cassa dottori commercialisti, ha detto che ci sono elementi che giocano a sfavore della sostenibilità del sistema previdenziale “che vanno controllati. Conosciamo i problemi del calo delle nascite, della difficoltà dei giovani di accedere al mondo del lavoro, di mantenere entrate sufficienti a garanzia delle prestazioni. Non da ultimo, la sfida della sostenibilità èin continua evoluzione”. La Commissaria straordinaria dell’Inps ha aggiunto che “l’altro aspetto è l’adeguatezza delle prestazioni, che va di pari passo, deve andare di pari passo con la sostenibilità dei sistemi pensionistici. L’importanza del nostro ruolo come amministratori e gestori è fare cultura previdenziale, mettere cittadini e iscritti in grado di sapere qual eè il futuro previdenziale, che cosa succede adesso che sono lavoratori nel momento in cui scelgono di approcciarsi alla previdenza pubblica ma anche a quella complementare”. Occorre, dunque, “portare avanti la cultura previdenziale, per non arrivare al pensionamento con sorprese inaspettate”.



LA DECISIONE DEL CONSIGLIO DI GARANZIA DEL SENATO

Come spiega Repubblica, mercoledì si è riunito, per l’ultima volta prima dell’insediamento dei nuovi componenti eletti in questa legislatura, il Consiglio di garanzia del Senato, “organo di secondo grado e inappellabile per tutte le questioni che riguardano i senatori, compresa quella del vitalizio”. Nell’occasione, il Consiglio ha stabilito la fine “degli effetti della delibera 6 del 2018 a far data dal 13 ottobre 2022”. In buona sostanza, viene meno “il taglio dei vitalizi deciso cinque anni fa sulla spinta del Movimento 5 stelle. Taglio che prevedeva il ricalcolo dell’assegno in base ai contributi realmente versati e non allo stipendio da senatore percepito. Il Presidente del Consiglio di garanzia, Luigi Vitali, ha detto: “Abbiamo rimesso le cose in regola secondo quanto ci ha suggerito il Consiglio di Stato e secondo la strada tracciata dalla Corte costituzionale per i tagli alle pensioni d’oro che devono prevedere un tempo limitato di riduzione”, aggiungendo che “se questo Parlamento vuole tagliare i vitalizi occorre fare una legge, non una semplice delibera del Consiglio di presidenza del Senato o della Camera”.



L’ANALISI DI MARINO

In un articolo pubblicato su pensionioggi,it, Mauro Marino spiega che “la necessità di un intervento consistente sulla previdenza, pur in un contesto ancora fortemente volatile dovuto alla guerra in Ucraina con un’inflazione ancora troppo alta, è evidente. In particolare, è necessario intervenire sulla flessibilità in uscita dove i 67 anni da raggiungere per ottenere la pensione di vecchiaia e rispettivamente i 42 anni e 10 mesi per gli uomini ed i 41 anni e 10 mesi per le donne a cui bisogna aggiungere anche la finestra di tre mesi per la pensione anticipata, sono parametri troppo elevati per talune categorie di lavoratrici e lavoratori. La stessa ‘Quota 103’ istituita quest’anno, soprattutto per le donne impegnate sia nel lavoro ‘fuori casa’ che domestico, diventa irraggiungibile per moltissime di loro. Consentire a tutti una flessibilità a partire dai 62 anni con lievi penalizzazioni mantenendo il sistema misto sarebbe un modo equo e sostenibile di affrontare e risolvere la problematica”.



LE PAROLE DI SBARRA

Intervistato dal Tempo, il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra risponde indirettamente a Maurizio Landini, suo omologo della Cgil, che aveva definito “finti” i tavoli di confronto tra Governo e sindacati. “Noi pensiamo che, con l’incontro del 30 maggio a palazzo Chigi e gli impegni presi dalla premier Meloni, si sia aperta una fase nuova, tutta da negoziare, con diversi tavoli di confronto su riforme istituzionali, politiche industriali, salute e sicurezza, sanità e contratti di settore, pensioni e previdenza, tutele dei lavoratori della cultura, infrastrutture. Un percorso che proseguirà nelle prossime settimane e a settembre”, spiega Sbarra, secondo cui “la trattativa deve continuare in modo serrato. Poi, certo, verrà il momento di tirare le somme, senza fare sconti. Ma sminuire questi spazi di confronto equivale a negare il senso stesso della lotta che abbiamo messo in campo in questi mesi e che aveva l’obiettivo di riannodare il dialogo , senza pregiudizi, con il Governo”.

RIFORMA PENSIONI, LE MOZIONI APPROVATE ALLA CAMERA

Alla Camera sono state approvate le mozioni di maggioranza e gruppo misto sulle pensioni minime, con cui il Governo, come riporta Ansa, viene impegnato ad adottare iniziative “volte a prevedere, nell’arco della legislatura e compatibilmente con i vincoli di finanza pubblica, un adeguamento delle pensioni minime, dando priorità ai soggetti ritenuti più deboli; a confermare come priorità del Governo la riforma del sistema pensionistico”, “al fine di individuare obiettivi programmatici condivisi, tra i quali quello già segnalato di ‘quota 41»’e ‘opzione donna’ quali uscite anticipate dal lavoro”. Bocciate, invece, le mozioni delle opposizioni, che protestano. Emiliano Fossi ricorda che la maggioranza ha “fatto cassa penalizzando le donne e non indicizzando gli assegni medi”.

LE PROTESTE DI PD E M5S

Il deputato del Pd ricorda anche che manca un “progetto serio di riforma per dare alle nuove generazioni un sistema previdenziale sostenibile e capace di garantire una vita dignitosa”. Davide Aiello, deputato del M5s, invece, evidenzia che “il Governo si rimangia un’altra promessa: quella di aumentare a mille euro le pensioni minime. Non si spiega altrimenti l’invito del sottosegretario al Lavoro Durigon a riformulare uno dei punti qualificanti della nostra mozione, con cui chiedevamo al governo di assumersi formalmente tale impegno dopo la retromarcia innestata con l’ultima legge di Bilancio”. Rincara la dose Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, che, ospite di Agorà Estate su Rai 3, ha detto: “Gli incontri con la Calderone? Sono finti, se vengo a discutere di pensioni e tu non mi dici quante risorse ci vuoi mettere, di cosa stiamo discutendo?”.

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