LA PENALIZZAZIONE DI QUOTA 104
Il Sole 24 Ore spiega che con Quota 104, un lavoratore potrà andare in pensione a 63 anni (con un’anzianità contributiva di 41 anni) subendo una penalizzazione sull’importo dell’assegno pari al 4%. Questo in quanto la penalizzazione del 12%, indicata nella Legge di bilancio, opera sulla quota retributiva, che rappresenta circa un terzo della pensione complessiva. Dunque il risultato finale è una decurtazione del 4%. “Nel caso di un trattamento di circa 2.500 euro lordi al mese si perderebbero quindi circa 100 euro”, aggiunge il quotidiano di Confindustria, che riporta anche le parole della ministra del Lavoro Marina Calderone: “La manovra non è stata ancora depositata, ci sono delle riflessioni in corso, è una manovra che ha richiesto sacrifici a tutti i ministri, quindi anche al ministro del Lavoro nel momento in cui saremmo stati pronti anche a proporre una riforma delle pensioni di più ampia portata. Oggi, però, è importante anche tener conto dell’equilibrio dei conti”.
L’IMPEGNO DELLA LEGA PER MIGLIORARE LA RIFORMA PENSIONI. IL PD PERÒ ATTACCA…
Dopo le forti critiche giunte contro la Lega per aver promesso in campagna elettorale di “abolire la riforma pensioni Fornero”, le prossime settimane vedranno all’opera i tentativi del Carroccio di migliorare la legge inserita in Manovra che è ancora ben lontana dall’innovazione di una Quota 41 che sostituisca appieno la riforma Fornero. Sulla Quota 104 con taglio retributivo il capogruppo della Lega alla Camera, Riccardo Molinari, annuncia che potrebbero esserci ulteriori novità nel corso dei lavori della Manovra in Parlamento.
«Bisogna sicuramente pensare ai giovani», ha detto il presidente dei deputati leghisti, «Ma rispetto a quello che abbiamo letto in queste ore, secondo la Lega, visto che le pensioni sono un tema centrale del nostro programma elettorale e del programma del centrodestra, si può fare uno sforzo in più». Stamane era stato l’ex Ministro del Lavoro e della Giustizia negli ultimi Governi Pd, Andrea Orlando, a criticare la riforma pensioni del Governo Meloni: «Salvini durante il governo Draghi Salvini giurava che avrebbe impedito con ogni mezzo il ritorno alla Fornero (che nessuno voleva, anzi lavoravamo per suo superamento). Evidentemente voleva essere sicuro di poterlo realizzare lui una volta tornato al governo». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SBARRA E BOSCHI
Il Segretario generale della Cisl Luigi Sbarra, come riporta Ansa, resta in attesa del testo ufficiale della Legge di bilancio per esprimere un giudizio complessivo, ma dalla bozza emerge che “si peggiora sulla previdenza la Legge Fornero” e “non si costruiscono risposte pensionistiche per i giovani e le donne, non si assicura la piena indicizzazione delle pensioni. E questo non va bene”. Intanto, come riporta globalist.it, Maria Elena Boschi, esponente di Italia Viva, ricorda che “dall’arrivo di Meloni le pensioni stanno cambiando di anno in anno: Opzione donna è stata modificata l’anno scorso e quest’anno è ancora peggiorata perché hanno alzato l’età minima per accedervi e ristretto i requisiti, lo stesso vale per quota 100: 103 nel 2022 e quest’anno diventa 104. Dopo aver massacrato la Fornero oggi fanno peggio. Forse Salvini, dopo aver detto che se non avesse abolito la riforma Fornero i cittadini avrebbero avuto il diritto di spernacchiarlo, oggi dovrebbe chiedere scusa”.
L’ANALISI DI MARINO
In un articolo pubblicato su pensionipertutti.it, Mauro Marino scrive: “È inutile girarci attorno, tutte le aspettative chi si avevano sulla previdenza contenute nella Legge di Bilancio sono andate deluse”, visto che non c’è stata nemmeno la conferma di Quota 103, dell’Ape sociale e di Opzione donna. L’esperto previdenziale evidenzia, tuttavia, che “ci sono ancora quasi due mesi di tempo e le organizzazioni sindacali che non gradiscono questi aspetti contenuti nella LdB hanno fin da ora manifestato il loro dissenso che espliciteranno nelle piazze italiane. Altre forme di dissenso provengono dalle forze di opposizione nonché da taluni esperti di economia e previdenza che giudicano troppo restrittivi questi provvedimenti sulla previdenza. L’auspicio è che il Governo ne prenda atto, si convinca della durezza delle proprie decisioni e venga incontro ai lavoratori che da troppi anni sono colpiti e delusi nelle loro aspettative di accesso alla pensione”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PATTA
Antonello Patta evidenzia che “la promessa eliminazione della legge Fornero e la pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età, principale cavallo di battaglia di Salvini nella campagna elettorale è stata tradita. Non solo non si vede all’orizzonte quota 41, ma nella bozza di bilancio appena uscita il governo delle destre peggiora i meccanismi della Fornero che allontanano l’età pensionabile aggravando anche i requisiti anche delle uscite flessibili. La stretta più rilevante riguarda il passaggio da quota 103 a quota 104, 63 anni di età e 41 di contributi per andare in pensione, per di più accompagnata da penalizzazioni economiche per chi vi accede e da premi per chi continua a lavorare”.
LE PROMESSE TRADITE SULLE PENSIONI
Il responsabile nazionale lavoro del Partito della Rifondazione Comunista spiega che “anche le promesse elettorali di Forza Italia vengono sbugiardate visto che nella bozza della legge non si trova nessun cenno alla supervalutazione delle minime per chi ha più di 75 anni né ci sono miglioramenti per chi ne ha più di 65. Sempre in tema di assegni pensionistici c’è una brutta notizia per i dipendenti pubblici che sono nel sistema misto cui sarà applicata una riduzione della quota retributiva della pensione”. Secondo Patta, “il ministro Salvini non può guardare da un’altra parte cavalcando la nuova bandierina del ponte sullo stretto per far dimenticare le promesse sulle pensioni. Se avesse un minimo di serietà la scelta sarebbe una sola: dimissioni!”.
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