RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DELL’ANP-CIA

In vista della prossima Legge di bilancio, l’Associazione nazionale pensionati aderente alla Cia ha deciso di inaugurare una fitta road map di incontri e dibattiti con i parlamentari sul territorio in tutta Italia, presentando ai tavoli di confronto istituzionale il documento programmatico messo a punto dall’Associazione per il Governo e il Parlamento, in cui si parla anche di riforma delle pensioni, in particolare di quelle minime. Per Anp-Cia, “vanno alzati gli assegni ad almeno 780 euro al mese e, comunque, a un importo non inferiore a quanto indicato dall’Europa riguardo la soglia di povertà e rispetto alle pensioni di cittadinanza. Oggi, i pensionati con un trattamento al minimo, più di 2 milioni e mezzo di persone, non sono nella condizione di soddisfare le esigenze basilari”.



IL RICHIAMO A OPZIONE DONNA

Ma nel documento di Anp-Cia c’è anche un richiamo forte “alla misura Opzione donna, perché venga totalmente riformata per renderla accessibile ed evitare la ‘punizione’ di un calcolo interamente contributivo degli assegni, già magri, delle lavoratrici. Parallelamente, i giovani per i quali viene sollecitata una vera pensione di garanzia, con la previsione di una quota base minima, e la richiesta di ridurre il carico impositivo per gli under 40 che creano nuove imprese. Poi, manca ancora il riconoscimento dell’attività agricola come lavoro gravoso e usurante, attingendo ai benefici di legge connessi (Ape sociale) per anticipare la pensione e l’azzeramento dell’Imu sui terreni agricoli per tutti i pensionati ex agricoltori, non più iscritti alla previdenza.



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