LA MANIFESTAZIONE DEL 7 OTTOBRE
La Cgil e più di cento associazioni e reti associative manifesteranno a Roma il 7 ottobre sotto lo slogan “La via maestra, insieme per la Costituzione”. Gli organizzatori spiegano che “la Costituzione italiana – nata dalla Resistenza – delinea un modello di democrazia e di società che pone alla base della Repubblica il lavoro, l’uguaglianza di tutte le persone, i diritti civili e sociali fondamentali che lo Stato, nella sua articolazione istituzionale unitaria, ha il dovere primario di promuovere attivamente”. “Per questo rivendichiamo che i diritti fondamentali sanciti dalla Costituzione tornino ad essere pienamente riconosciuti e siano resi concretamente esigibili ad ogni latitudine del Paese (da nord a sud, dalle grandi città alle periferie, dai centri urbani alle aree interne)”, a partire dal “diritto al lavoro stabile, libero, di qualità – fulcro di un modello di sviluppo sostenibile fondato su nuove politiche industriali – superando la precarietà dilagante, contrastando il lavoro povero e sfruttato, aumentando i salari, col rinnovo dei contratti, e le pensioni oltre al superamento della Legge Fornero”.
LE PAROLE DI CICCONE (UILP)
La Uilp ha deciso di dare battaglia contro il blocco parziale delle indicizzazioni e Biagio Ciccone, Segretario generale della Uil Pensionati della Campania, ricorda che “il Governo ha compiuto un colpo di mano contro il quale ci batteremo con tutte le nostre forze. Con questo atto si danneggiano pensionate e pensionati che, durante l’intera vita lavorativa, hanno versato regolarmente i contributi e pagato le tasse, contribuendo fattivamente al benessere e alla crescita del Paese e che adesso vedono ledere i loro diritti fondamentali”. Il sindacalista, come riporta Ansa, aggiunge anche che “la pensione non è un privilegio, ma un salario differito e la nostra lotta ha lo scopo di tutelare anche i futuri pensionati”. Ed evidenzia che “la Uilp, con le sue idee e le sue proposte, vuole dare voce a quella moltitudine sconosciuta di giovani, donne, pensionati, persone che soffrono per l’incapacità e per i danni che produce la politica del non fare. Solo con una nuova stagione di riforme si potrà ricucire il filo spezzato della storia del nostro Paese”.
NIENTE STAFFETTA GENERAZIONALE
Come spiega Il Sole 24 ore, “dopo oltre due mesi dal via libera in Consiglio dei ministri, il Disegno di legge per il made in Italy è pronto per l’iter parlamentare. Il provvedimento, bollinato dalla Ragioneria dello Stato, arriverà in commissione Attività produttive alla Camera con alcune modifiche rispetto al testo che era uscito a fine maggio da palazzo Chigi”. Tra queste, segnala il quotidiano di Confindustria, si nota la mancanza, rispetto al disegno entrato in Consiglio dei ministri, della “misura che avrebbe dovuto favorire la staffetta generazionale nelle imprese. L’idea era di incentivare ex dipendenti ora pensionati (con sgravi anche per i datori di lavoro) come tutor di giovani neo-assunti. Nella nuova formulazione del Ddl mancano anche la deroga sui vincoli di assunzioni per le aziende speciali delle Camere di commercio e la proroga al 2024 dei contributi per la nautica finalizzati a favorire la sostituzione di motori endotermici con quelli elettrici, con innovazioni nel nome della sostenibilità”.
I DUE SISTEMI PER IL RISCATTO DELLA LAUREA
In un articolo pubblicato sul sito del Corriere della Sera viene spiegato che il riscatto della laurea ai fini pensionistici “può avvenire attraverso due sistemi: retributivo o contributivo. Nel primo caso, la somma da pagare varia in base a fattori come l’età, il periodo da riscattare, il sesso e le retribuzioni percepite negli ultimi anni. Nel secondo la somma è legata alla contribuzione degli ultimi 12 mesi rispetto alla data di presentazione della domanda di riscatto. Il riscatto nel sistema contributivo è permesso solo a chi soddisfa determinati requisiti, di recente l’Inps è tornato a chiarire alcuni aspetti. Nella circolare l’istituto ha ricordato che l’opzione al contributivo può essere esercitata solo a condizione che il soggetto abbia anzianità contributiva ma meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, con 15 anni di contributi al momento dell’opzione, di cui almeno 5 dal 1° gennaio 1996”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CARELLA
Tiziana Carella spiega che “la notizia che dal 1° gennaio 2024, anche la misura della pensione di cittadinanza, verrà abolita, non ci lascia assolutamente tranquilli. Si rischia uno tsunami sociale, per i nostri tanti pensionati che arrancano ad arrivare a fine mese, a causa di pensioni sempre più basse, erose da anni di tagli e mancata perequazione, da un tasso di inflazione galoppante, attestatosi nel mese di luglio intorno al 6%, condizionato ancora dall’evoluzione dei prezzi dei beni energetici, e da quello dei prezzi dei beni di primo consumo che si attesta ancora a +10,4%”. Come riporta La Gazzetta del Mezzogiorno, la Segretaria generale della Uil Pensionati Puglia evidenzia che “l’eliminazione del Rdc avrà certamente ripercussioni negative importanti, anche per i nostri pensionati e le nostre pensionate”.
LE CONSEGUENZE DELLA CANCELLAZIONE DEL RDC
Tra l’altro si tratta di persone che “da sempre svolgono un fondamentale ruolo di ammortizzatore sociale e sono il vero welfare familiare, sostenendo economicamente le famiglie dei propri figli inoccupati o disoccupati, collaborando nel lavoro di cura dei nipoti, lavoro gratuito e necessario per consentire alle donne di andare a lavorare. Siamo purtroppo abituati alla politica dei due tempi, dove si elimina nell’immediato una misura di sostegno e se ne promette una sostitutiva di cui al momento i perimetri sono ancora vacui ed indefiniti. I pensionati pugliesi, sono stanchi di essere bersaglio facile, dei tagli e dei mancati adeguamenti ai loro assegni pensionistici, della riduzione di servizi sociali e sanitari pubblici, vogliono essere rispettati e ascoltati”.
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