LE PAROLE DI CALDERONE
Intervenendo alla trasmissione “Oggi è un altro giorno”, trasmessa su Rai 1, Marina Elvira Calderone ha detto che “la legge Fornero sulla previdenza identifica una età di uscita a 67 anni e nel corso del tempo abbiamo fatto vari provvedimenti per anticiparla. Dobbiamo prevedere dei percorsi di anticipo che siano però sostenibili e collegati al sistema che dovremmo adottare pienamente che è il sistema contributivo”. Come riporta Ansa, la ministra del Lavoro ha anche risposto a una domanda relativa all’insoddisfazione relativa al confronto tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni espressa dal Segretario generale della Cgil Maurizio Landini, spiegando che l’Esecutivo “quando si siede si siede con l’intento di ascoltare ma anche di fare. La riforma è complessa deve tenere conto di tanti fattori, mettere in equilibrio le gestioni. Dobbiamo guardare ai nuovi lavori. È un momento di confronto importante”.
RIFORMA PENSIONI, CAZZOLA FISSA I “LIMITI”
Il professore ed ex ministro Giuliano Cazzola nel suo ultimo intervento su “Start Magazine” in merito alla prossima composizione della riforma pensioni fissa quelli che secondo lui restano ad oggi i “limiti” oltre i quali nessun Governo, non solo l’esecutivo Meloni, riuscirà ad andare. Le recenti proposte fatte dai sindacati al tavolo con il Governo sulla riforma, secondo Cazzola, sono del tutto inefficaci e impossibili da attuare: «Le richieste 62 anni d’età o 41 anni di contributi senza penalità e senza limiti anagrafici».
Per l’esperto di politiche del lavoro il Ministro Calderone non è stata abbastanza “coraggiosa” dal farlo notare ai sindacati: «Nessuno governo con la testa sulle spalle è in grado di condividere, a fronte degli scenari demografici che si intravvedono, le proposte che avanzano i sindacati per il pensionamento: 62 anni di età con 20 di versamenti contributivi oppure 41 anni di anzianità di servizio a prescindere dall’età anagrafica». In questo senso, bene ha fatto la Ministra Calderone, secondo Cazzola, ad assicurare il massimo impegno solo per rivedere subito la riforma pensioni di Opzione Donna. (agg. di Niccolò Magnani)
DAMIANO E IL “SUGGERIMENTO” A BONACCINI
Cesare Damiano si schiera a favore di Stefano Bonaccini nella corsa alla segreteria del Partito democratico. “Anch’io sono convinto, come Bonaccini, che il lavoro sia la nostra priorità: costruiamo un partito laburista che aiuti il Paese a rimettere al centro il diritto a un lavoro stabile, tutelato e con una giusta retribuzione”, spiega l’ex ministro del Lavoro, che poi aggiunge: “Naturalmente, occorre associare all’equità in materia di lavoro quella in campo previdenziale: un reale superamento della legge Fornero può avvenire soltanto attraverso l’adozione di una misura universale di flessibilità che tenga conto dei lavori usuranti e gravosi e della particolare condizione dei giovani e delle donne”. Intanto Concetta Balistreri, Segretaria generale dello Spi-Cgil, nella relazione al congresso regionale, come riporta focusicilia.it, ha ricordato l’importanza di varare una riforma delle pensioni che “deve valorizzare il lavoro delle donne, riconoscendo il lavoro di cura non retribuito e prevedere una pensione contributiva di garanzia per i giovani”.
LE PAROLE DI BERLUSCONI
In un video postato su Instagram, Silvio Berlusconi, come riporta Ansa, ha ricordato che “proprio in questi giorni i pensionati con più di 75 anni riceveranno più soldi di quelli che hanno ricevuto sinora. Come avevamo promesso, quando si è formato il governo abbiamo subito aumentato le pensioni minime. Continueremo a lavorare, anno dopo anno, perché tutti i pensionati e i disabili possano arrivare ad avere almeno 1000 € al mese per 13 mensilità. Da liberali e da cristiani abbiamo ben chiaro il fatto che è doveroso prendersi cura dei più deboli, di chi non può farcela da solo, di chi è rimasto indietro”. “L’Italia che noi vogliamo è un Paese che non può dimenticare nessuno. Altrettanto decisivi sono i tempi d’attesa per le visite specialistiche, per gli esami e per i ricoveri nel settore della sanità pubblica. Noi ci impegniamo a dimezzare gli attuali tempi di attesa”, ha aggiunto il Presidente di Forza Italia, invitando quindi a votare i candidati del centrodestra e del suo partito alle regionali.
RIFORMA PENSIONI, IL PUNTO DI ABATECOLA E BELLA
In un articolo pubblicato su lavoce.info, Marco Abatecola e Mariano Bella ricordano che “l’entrata in vigore del pensionamento anticipato con ‘Quota 103’ è solo l’ultimo degli innumerevoli interventi che, dal 1995 a oggi, hanno modificato le regole del nostro sistema previdenziale”. Dal loro punto di vista, “più che sperimentazioni continue, che allontanano la nostra previdenza dai cardini dei sistemi contributivi”, servirebbe “un intervento capace di razionalizzare le tante diverse gestioni previdenziali stratificate in quasi trent’anni di scelte politiche poco lungimiranti”. Gli autori ritengono possibile “una riforma del sistema governata dai principi della contribuzione definita e della capitalizzazione (seppur virtuale)”.
LA COERENZA NECESSARIA NEL SISTEMA
In questo modo, infatti, si potrebbe “assicurare una flessibilità oggi continuamente rincorsa e difficilmente sostenibile senza una trasformazione rigorosamente attuariale, e quindi contributiva, della ricchezza previdenziale accumulata al momento dell’uscita. Occorre però riportare a coerenza tutte le eccezioni oggi presenti, favorendo una maggiore consapevolezza presso i cittadini sulla necessità di una pronta programmazione previdenziale. Parallelamente è necessario però garantire al massimo la continuità contributiva, eliminando i vincoli ancora esistenti in tema di contribuzione volontaria e cumulo. Così come va riformato il sistema di coefficienti di trasformazione, oggi poco leggibile, che disincentiva implicitamente la permanenza al lavoro nei periodi prossimi alla revisione biennale”.
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