Anche se il governo Meloni non ha ancora partorito la bozza di legge strutturale sulle pensioni, esistono dei metodi ancora validi per andare in pensione anche prima dei 60 anni. Parliamo delle opzioni di flessibilità in uscita e pensioni anticipate che sono prevalentemente tre: APE Sociale per lavoratori precoci, pensione anticipata per precoci con versamenti dai 14-15 anni e pensione per lavoratrici invalide al 80% con 20 anni di contributi, senza variazioni legislative nel 2023. Anche la cristallizzazione del diritto consente di aderire a queste formule se prima del nuovo intervento legislativo erano stati già maturati i requisiti, ma come fare dunque per aderire?
Riforma pensioni 2023: come andare in pensione a 57 anni con Ape Sociale
In attesa che il Ministero del Lavoro renda strutturale Ape Sociale, così come aveva previsto di fare l’ex Ministro per il Lavoro Andrea Orlando, attualmente si attende ancora che il governo possa riconfermare questo importante cuscinetto previdenziale all’interno di una riforma pensioni 2023. Per alcuni lavoratori però è ancora possibile accedervi. In base alla tipologia di lavoro che si è svolto durante tutta la vita lavorativa, verranno valutati i requisiti che consentirebbero di andare in pensione anche a 57 anni.
I requisiti per accedere all’Ape Sociale sono i seguenti:
è necessario aver iniziato a lavorare a 16 anni e rientrare in alcune categorie specifiche ammesse all’anticipo pensionistico a carico dello stato. Queste categorie includono i disoccupati involontari senza sussidio (NASpI), i caregiver che assistono il coniuge o partner in unione civile o un parente di primo grado convivente, i disabili con almeno il 74% di invalidità e gli addetti a lavori gravosi per almeno sei anni negli ultimi sette.
Riforma pensioni 2023: le altre due opzioni disponibili
Le altre due opzioni a cui è possibile accedere sono: la pensione anticipata per precoci con versamenti dai 14-15 anni e la pensione per lavoratrici invalide al 80% con almeno 20 anni di contributi.
La pensione anticipata per le lavoratrici precoci è disponibile per coloro che hanno iniziato a lavorare a 15 anni (per le donne) o 14 anni (per gli uomini) senza interruzioni contributive. In questo caso però è necessario aspettare tre mesi dalla maturazione del requisito per accedere alla pensione anticipata ordinaria. Questo vincolo però non è previsto per il lavoratori e lavoratrici del comparto Scuola e AFAM.
Anche le lavoratrici private che abbiano un’invalidità riconosciuta al 80% possono decidere di andare in pensione a 57 anni, purché abbiano accumulato almeno 20 anni di contributi. Per queste donne, la finestra di decorrenza per l’uscita vera e propria è di 12 mesi. Ciò significa che, avendo diritto alla pensione a 56 anni (61 per gli uomini), potranno effettivamente uscire dal lavoro a 57 anni. Per gli uomini, l’uscita vera e propria avviene a 62 anni.
Anche se l’età media di uscita dal mondo del lavoro è stata di 62 anni, anche grazie a quota 100 e quota 102, tutti i lavoratori che potrebbero usufruire delle proposte di bozza ancora sul tavolo (quota 41 universale e quota 102), consentirebbero ai pensionati di domani di accedere ugualmente alla exit con un’età media che potrebbe avvicinarsi a quella registrata nel 2022. Ma è chiaro che tutto dipenderà dalla legge strutturale che il Ministro Marina Calderone deciderà di inserire all’interno della legge strutturale. Attualmente quota 103, una misura ponte varata dopo l’eliminazione di quota 102, resta l’ipotesi più probabile in vista di una riforma strutturale vera e propria del sistema previdenziale.