La bozza di manovra fiscale che dovrà essere approvata entro la fine di dicembre ridurrà la platea dei potenziali beneficiari della exit pensionistica che sono privi di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995. Per questi ultimi infatti il ricalcolo Istat ha indotto il governo ad innalzare la soglia da 2,8 volte l’assegno minimo fino a tre volte. Ciò implica che l’importo per il 2024 per ottenere il diritto alla exit sarebbe di 150021 euro lordi al mese rispetto ai 1.419 calcolati per il 2023.



Riforma pensioni 2023: la maggiorazione è determinata dal ricalcolo ISTAT

Il ricalcolo Istat salva dall’aumento soltanto le donne che hanno un figlio mentre per quelle che hanno due o più figli l’importo si riduce a 1.318 lordi al mese. Per tutti i resta in vigore il tetto massimo che non può superare 2835 euro lordi al mese al raggiungimento dell’età anagrafica della vecchia legge sulle pensioni, la cosiddetta legge Fornero, che prevede una exit una volta raggiunti 67 anni di età.



Le penalizzazioni inoltre includono anche una nuova modifica a due punti è stata introdotta una finestra di tre mesi dalla maturazione dei requisiti oltre all’adeguamento del requisito contributivo di 20 anni alla speranza di vita.

per tutti i giovani che hanno cominciato a lavorare dopo il 31 dicembre 1995. I giovani ricadono nel cosiddetto contributivo puro e la manovra dovrebbe intervenire sulla pensione di vecchiaia oltre che sulla pensione anticipata.

Riforma pensioni 2023: cosa accade con le pensioni di vecchiaia?

Per quanto concerne la pensione di vecchiaia restano in vigore i 67 anni di età e 20 anni di contributi a condizione che l’importo della pensione non sia inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale vale a dire 608 lordi al mese. La pensione si ottiene all’età di 71 anni con almeno cinque anni di contributi (a prescindere dall’importo di pensione maturato); oppure a 67 anni con almeno 20 anni di contributi se la pensione maturata è pari all’assegno sociale.



Invece la pensione anticipata si ottiene a 64 anni e almeno 20 anni di contributi effettivi a condizione che la misura della rendita risulti non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.

A ciò è stato aggiunto l’importo soglia che sale a tre volte l’assegno sociale che coincide con un importo di 1521 euro lordi al mese, che viene ridotta 1419 euro per le donne con un figlio e 1.318 per le donne con due o più figli a partire dal 2024.