LA POSIZIONE DEI SINDACATI

Firenzepost.it riporta la posizione dei sindacati dei pensionati toscani sulle misure contenute nella Legge di bilancio. Annalisa Nocentini, Segretario generale Uil pensionati Toscana, spiega che “gli assegni dai circa 1.400 euro netti in su hanno subìto un taglio reale, conclamato, che parte da 40 euro per arrivare anche a 100 euro” al mese. Per Alessio Gramolati, Segretario generale dello Spi-Cgil Toscana, “in questa manovra si continua a prelevare dalle pensioni, come negli ultimi anni”. Stefano Nuti, Segretario generale della Fnp-Cisl ricorda, invece, che il 19 gennaio “partirà un tavolo con il Governo sulla riforma previdenziale. Vanno trovate delle regole certe, e adatte alla situazione attuale, su quando si andrà in pensione. Non è possibile che ogni anno si cambi. Il problema è pensare a una seria riforma previdenziale che pensi anche ai giovani. Ma bisogna calendarizzare anche un altro incontro sulla riforma fiscale, perché non è pensabile che debbano pagare l’Irpef solo pensionati e dipendenti”.



GARANZIA E MINIME, COSA CI SARÀ NELLA RIFORMA PENSIONI 2023

Non solo Quota 41 o correttivi sull’Opzione Donna: nella riforma pensioni da presentare e attuare entro fine 2023 potrebbero entrare – anzi, dovrebbero visto quanto spiegato dalla Presidente Meloni – le misure sulle minime e le pensioni di garanzia. In primo luogo, su pressing di Forza Italia, dopo il rialzo a 600 euro nel 2023 per gli over-75, l’obiettivo dell’ala più centrista del Governo Meloni è quello di far salire fino a 1000 euro per tutti entro la fine della legislatura. Ciò significa che già nel 2024 occorrerà trovare risorse per aumentare ulteriore le minime già dalla prossima Manovra.



Sempre nella riforma pensioni 2023 poi, servirà una riflessione sulle pensioni di garanzia per tutelare i contributivi puri che rischiano di andare in pensione con un assegno alquanto basso e non sufficiente a far fronte alle spese (oltre che all’inflazione). Su Opzione Donna poi sono giunte ieri le parole della Ministra del Lavoro Calderone che ha garantito come «nel 2023 il Governo si impegna a lavorare anche su questo fronte», valutando una possibile spazio di proroga della misura con i requisiti previsti prima della Manovra del Governo Meloni. (agg. di Niccolò Magnani)

OPZIONE DONNA, LE NOVITÁ DELLA PROROGA

Carla De Lellis, su Italia Oggi, dedica un articolo alla tanto discussa proroga di Opzione donna prevista tra le misure di riforma pensioni della Legge di bilancio. “La Manovra 2023 prevede l’ennesima proroga con ammissione al beneficio alle lavoratrici che hanno maturato nuovi requisiti d’età e contributi entro il 31 dicembre 2022. Diversamente dal passato non c’è alcuna differenza tra lavoratrici autonome e dipendenti. Inoltre, in aggiunta ai requisiti, viene richiesta la ricorrenza di un’ulteriore condizione di tipo sociale che, di fatto, circoscrive il campo di applicazione (che non comprende più ‘tutte’ le lavoratrici)”. Come noto, infatti, occorre essere caregiver, invalida almeno al 74% o licenziata da un’impresa in stato di crisi. Inoltre, “l’età da compiere entro il 31 dicembre 2022 è di 60 anni che scende di un anno (59 anni) nel caso di lavoratrici con un figlio e di due anni (58 anni) se i figli sono due o più. È di 58 anni, inoltre, anche nel caso di lavoratrice licenziata o dipendente da imprese per le quali è attivo un tavolo di confronto per la gestione della crisi aziendale presso la struttura per la crisi d’impresa”.



L’ESONERO CONTRIBUTIVO NELLA MANOVRA

Come ricorda pensionioggi.it, la Legge di bilancio 2023 “riconosce l’esonero contributivo ai coltivatori diretti (CD) e agli imprenditori agricoli professionali (IAP) che avviano una nuova attività imprenditoriale agricola nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2023 e che non abbiano compiuto quaranta anni d’età alla data d’inizio della nuova attività imprenditoriale agricola. Restano pertanto escluse dall’esonero (in quanto non “nuove”) le iscrizioni alla previdenza agricola relative a coltivatori diretti e a imprenditori agricoli professionali che negli anni precedenti siano risultati già iscritti nella previdenza agricola o che abbiano un’età superiore a 40 anni. L’esonero sarà riconosciuto in un importo pari al 100% della contribuzione IVS (è escluso dall’esonero il contributo di maternità di 7,49€ ed il contributo Inail dovuto, quest’ultimo, solo dai coltivatori diretti) solo per i primi due anni di iscrizione alla gestione previdenziale dei coltivatori diretti”.

RIFORMA PENSIONI, IL DATO DEFINITIVO SULL’INFLAZIONE

Come ricorda Il Messaggero, la settimana scorsa l’Istat ha diffuso i dati sull’inflazione di dicembre, dando anche il dato definitivo relativo al 2022, pari al +8,1%. Un numero importante anche in tema di pensioni, visto che, come noto, gli assegni vengono rivalutati in base all’andamento dell’inflazione e che, a parte il blocco parziale delle rivalutazioni previsto nella Legge di bilancio, a metà novembre un decreto ministeriale aveva fissato il tasso di rivalutazione al 7,3%. Di fatto, quindi, “tra il 7,3 per cento usato come base per i calcoli e l’8,1 emerso a consuntivo si è aperta una forbice pari allo 0,8 per cento di mancato recupero dell’inflazione”. Una percentuale di non poco conto, specie di questi tempi di continuo aumento dei prezzi.

COME RECUPERARE LO 0,8% DI RIVALUTAZIONE “PERSO”

Il problema, però, è che “la legge prevede che l’eventuale differenza tra previsione e variazione effettiva sia restituita l’anno successivo, e dunque in questo caso a inizio 2024, insieme con gli arretrati e con il recupero nel frattempo scattato per l’ulteriore inflazione accertata nel corso del 2023”. Il quotidiano romano ricorda, però, che nel 2022 il Governo Draghi “aveva fatto una scelta diversa, riconoscendo già dall’autunno lo scarto con l’inflazione effettiva stimata per il 2021, che in quel caso però risultava più basso: 0,2 per cento rispetto ad un incremento già riconosciuto in misura dell’1,7%, in una fase di corsa dei prezzi ancora non così frenetica”. Di fatto ci fu quindi un anticipo della rivalutazione, ma resta da capire se ci sarà spazio, anche dal punto di vista contabile, per fare qualcosa di analogo anche quest’anno.

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