LE PAROLE DI SCHILLACI E LANDINI

Mentre il ministro della Salute Schillaci ribadisce di aver chiesto di ridurre gli impatti dell’articolo 33 della Legge di bilancio per quanti andranno in pensione nei prossimi anni, Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, spiega che “discuteremo nei prossimi giorni anche assieme alla Uil e nel rapporto anche con i lavoratori e con tutte le associazioni e le reti di cittadinanza su come proseguire questa nostra mobilitazione senza escludere oltre allo sciopero nessun altro strumento penso anche al referendum nel caso di difendere la nostra Costituzione e soprattutto di rilanciare con forza anche un’azione di contrattazione per i rinnovi dei contratti perché ad esempio in tutto il settore pubblico dalla sanità fino alla scuola siamo in presenza di risorse assolutamente insufficienti per tutelare il potere d’acquisto dei salari e delle pensioni e manca un’idea di un piano straordinario di assunzioni che invece deve essere fatto se vogliamo far funzionare meglio le scuole e la sanità e gli ospedali”.



INPS LANCIA L’ULTIMA VERSIONE DEL SIMULATORE PER LA RIFORMA PENSIONI

L’Inps ha rilasciato negli scorsi giorni l’ultima versione del simulatore “Pensami-PENSione A MIsura” per poter calcolare, alla luce delle ultime novità sulla riforma pensioni inserita nella Manovra 2023-2024, quale sarà l’importo dell’assegno nei prossimi mesi. Le informazioni fornite dal simulatore Inps riguardano la pensione alla quale è possibile accedere nella declinazione delle “Gestioni previdenziali” oppure anche cumulando l’intera contribuzione senza aver indicato gli importi specifici delle prestazioni.



Dall’Ape Sociale all’Opzione Donna, passando per la Quota 104 e gli altri metodi di uscita dal mondo del lavoro: tutto è stato aggiornato, assieme ovviamente ai dati anagrafici del singolo richiedente. Sul sistema presente anche nell’app Inps-Mobile – oltre che sul portale Inps – è possibile calcolare i propri assegni prossimi con tutte le novità presenti già in Manovra: presenti aumenti fino a 130 euro con in generale assegni più consistenti per molte categorie di pensionati. In più, rileva l’Inps, coloro che non raggiungono un importo pensionistico di almeno 1,5 volte l’assegno sociale «potranno evitare di aspettare i 71 anni previsti per la pensione e andare a 67». Infine, per il biennio 2024-2025, i dipendenti che hanno cominciato a versare dall’anno 1996, che si trovano quindi nel regime contributivo, «hanno la possibilità di riscattare i periodi in cui non hanno pagato fino a cinque anni». (agg. di Niccolò Magnani)



LE PAROLE DI PETRICCIOLI

Maurizio Petriccioli, Segretario generale della Cisl Fp, spiega che “il Governo non ha accolto le nostre richieste di ritirare l’art. 33 del ddl Bilancio ma, grazie al confronto sindacale mantenuto aperto dalla Cisl, attenua le penalizzazioni, riducendo l’impatto derivante dalla riduzione dei rendimenti previdenziali dei lavoratori iscritti alla Cpdel, Cps, Cpug e Cpi”. Per il sindacalista, “anche se è positiva la decisione di ridurre ulteriormente la penalizzazione (di un trentaseiesimo) per ogni mese di posticipo rispetto alla decorrenza del trattamento pensionistico anticipato per i dirigenti medici e sanitari iscritti alla Cps e per gli infermieri iscritti alla Cpdel, è iniquo e sbagliato che ciò non valga per il restante personale iscritto alla Cpdel, il quale subisce la penalizzazione per intero, in caso di pensionamento anticipato”. Per questo “intendiamo mantenere aperto il confronto col Governo su questo versante, al fine di tentare tutte le strade possibili per pervenire a ulteriori miglioramenti, sia durante l’iter di approvazione della legge finanziaria che successivamente”.

LE PAROLE DI MARRELLA

Il Sindacato Nazionale Autonomo Lavoratori e Pensionati (Snalp), promosso dalla Confael, si prepara al secondo Congresso nazionale e il Segretario generale Domenico Marrella, come riporta Ansa, spiega che “con oltre cinquantamila iscritti, è presente in tutte le Regioni, in 90 Province, in circa 400 sedi zonali e comunali. Diventato fiore all’occhiello della Confael, ha siglato 30 Contratti Collettivi Nazionali di Lavoro e si propone come interlocutore autorevole del Governo, con l’obiettivo di sottoporre proposte concrete per il miglioramento delle condizioni di lavoro per gli addetti e di quelle di vita per i pensionati. Lavoriamo per superare la grave crisi di rappresentanza e di rappresentatività che ha investito, purtroppo, il Sindacato ‘classico’, accusato spesso di disinteressarsi del lavoratore e di non svolgere correttamente il proprio operato, se non a favore del datore di lavoro”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI COGLIARDI

Lo Spi-Cgil scenderà in piazza il 15 dicembre a Roma con una manifestazione nazionale dal titolo: “I conti non tornano. Ci avete rotto le tasche”. Pinuccia Cogliardi, segretaria generale dello Spi-Cgil di Lecco, spiega che “siamo al fianco di chi vede sempre più allontanarsi il momento della pensione e ha compreso come alcune promesse elettorali in realtà fossero solo propaganda. È necessario individuare meccanismi flessibili di uscita dal lavoro che tengano conto del tipo di attività svolta, oltre che dei differenti percorsi lavorativi e delle condizioni personali e familiari. Una discussione seria e attenta alle trasformazioni in corso in una società con una popolazione destinata a essere sempre più anziana, come dicono tutte le ricerche demografiche, e che presenta vecchie e nuove fragilità”.

IL PROBLEMA DELLA RIVALUTAZIONE

La sindacalista aggiunge che “il tema che noi pensionati stiamo mettendo al centro della mobilitazione è il diritto ad avere un assegno pensionistico adeguato al costo della vita, salvaguardando così il potere d’acquisto degli anziani. Un principio basilare improvvisamente messo in discussione e stravolto senza neppure un minimo confronto. Un assegno pensionistico che non è una concessione. Ma il risultato di anni e anni di lavoro e di tasse pagate fino all’ultima lira e poi euro. Una vita di lavoro e di contributi versati in rapporto allo stipendio percepito, nulla di meno”. Il punto è che con il blocco parziale delle rivalutazioni, “chi percepisce una pensione netta di 1.786 euro perderà nel biennio 2023-2024 la somma di 585 euro. Chi prende 2095 euro di pensione netta, nello stesso periodo si ritroverà sul conto 2.171 euro in meno”.

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