L’ANALISI DI GERVASI
Come riporta primafirenze.it, Massimo Gervasi, Presidente dell’Associazione delle Partite Iva Apit Italia, evidenzia che “avremo pensioni molto più basse di quelle che avrebbero preso i nostri genitori o i nostri nonni”, a causa del passaggio dal sistema retributivo a quello contributivo. Dal suo punto di vista “si potrebbe lavorare verso una prospettiva futura che garantisca a tutti i lavoratori una meritata pensione. È necessario incentivare ed agevolare il lavoro: abbattere il Cuneo fiscale, aumentare il salario minimo, eliminare le pensioni d’oro e quelle cumulative; ma soprattutto ristrutturare il palazzo Inps i cui sprechi insieme a quelli della Pubblica amministrazione ammontano a più di 500 miliardi. Investire i contributi dei lavoratori su fondi garantiti. Naturalmente nessun Governo ha il coraggio di riformare tutto il sistema pensionistico, essendo che lo stesso rappresenta il motore elettorale più importante”.
EMENDAMENTO SU PENSIONI COMPLEMENTARI: AD ASSOPREVIDENZA LA GESTIONE
Con un blitz in extremis, Italia Viva assieme a Fratelli d’Italia fa passare un emendamento bipartisan sulle pensioni che potrebbero modificare non poco il futuro della previdenza complementare: in attesa di una ingente riforma pensioni in arrivo con la prossima Manovra di Bilancio, è importante quanto passato nel Decreto Pa 2 stamane alla Camera. In sostanza sono state trasferite ad Assoprevidenza – una struttura privata – le attività assegnate, dal Dl 124/2019, al Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, denominato Previdenza Italia.
Non ci sta la Cgil che contesta la “privatizzazione” dei fondi per la previdenza complementare: «È inaccettabile affidare tutte le funzioni del Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare, ente terzo voluto dal Parlamento, ad una struttura privata, Assoprevidenza, garantendogli la piena disponibilità di 29,5 milioni di euro di risorse pubbliche. Viene spontaneo chiedersi la ragione di una scelta del genere, per noi assolutamente sbagliata». Condivide l’affondo anche la Uil che all’ANSA fa sapere «L’emendamento votato al decreto P.a 2 che prevede di far confluire il Comitato per la promozione e lo sviluppo della previdenza complementare in Assoprevidenza è un fatto gravissimo. Il Comitato, infatti, ha la disponibilità di 29,5 milioni di risorse pubbliche che non possono essere gestite da una struttura privata».
LE PAROLE DI BARONE (UILP)
Come riporta Ansa, il Segretario generale della Uilp Sicilia, Claudio Barone, evidenzia che il Governo non dovrebbe fare “cassa con pensionate e pensionati. Lo abbiamo detto e ripetuto, inutilmente. Adesso, in coerenza con quanto annunciato nei mesi scorsi, la Uilp ha avviato anche in Sicilia una causa-pilota con la diffida all’Inps contro il taglio delle rivalutazioni di pensioni di importo superiore a 4 volte il trattamento minimo Inps. Per la nostra regione, l’azione legale è stata intrapresa in nome e per conto di un palermitano”. Il sindacalista aggiunge che ci sarà “massimo impegno per una battaglia di civiltà, con cui vogliamo tutelare un diritto che donne e uomini di questo Paese hanno acquisito negli anni con il frutto del proprio lavoro. Sosteniamo pienamente, quindi, l’iniziativa assunta dal nostro leader nazionale Carmelo Barbagallo, che ha deciso di far scendere in campo la nostra organizzazione in tutta Italia contro una scelta governativa francamente incomprensibile e iniqua, disposta con la legge di Bilancio 2023”.
LA SIMULAZIONE DI SMILECONOMY
L’inflazione, cresciuta molto negli ultimi mesi e persistente, rappresenta un problema anche sul fronte previdenziale. L’Economia, inserto del Corriere della Sera, ricorda infatti che per “l’anticipo della pensione, oggi chi ha iniziato a lavorare dal 1996 deve versare di più. Secondo le elaborazioni di Smileconomy, infatti, se nel 2012 la soglia montante per poter dire addio alla vita lavorativa con 64 anni di età e 20 di contributi versati era di circa 297mila euro, nel 2024, in base all’inflazione annua acquisita a giugno 2023, bisognerà raggiungere un controvalore di circa 373mila euro (353mila nel 2023), con un incremento di poco superiore al 25%. Stesso discorso anche per la pensione di vecchiaia contributiva (67 anni di età e 20 anni di contributi), con la soglia montante che sale dai 143mila euro del 2022 ai 181mila euro del 2024. Un monito per i giovani, che devono iniziare a pensare sin da subito alla loro pensione e ai vari strumenti che hanno a disposizione per riuscire a ottenere un assegno più ricco”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI MAROZZI (UILP)
Come noto, la Uil Pensionati ha promosso cinque cause-pilota contro il blocco parziale delle indicizzazioni stabilito con l’ultima Legge di bilancio e Marina Marozzi, Segretario generale della Uilp Marche, ricorda che “la pensione non è un regalo di Stato ma il frutto di anni di lavoro e di regolare versamento dei contributi ed è per questo che la nostra Organizzazione ha promosso questa iniziativa, che non significa ridurre la nostra attenzione e il nostro impegno alle pensioni di importo più basso, tanto che proprio anche grazie alla nostra mobilitazione era stato previsto un anticipo negli ultimi mesi 2022 dell’aumento dell’importo delle pensioni a recupero parziale dell’inflazione, mentre continuiamo a chiedere proprio per le pensioni più basse l’ampliamento della Quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve e una significativa riduzione delle tasse.”
L’INSUFFICIENZA DELLE RIVALUTAZIONI
“Purtroppo sotto i colpi del caro bollette e dell’aumento del costo del carrello della spesa, i pensionati marchigiani fanno sempre più fatica ad arrivare a fine mese e la rivalutazione delle pensioni non si è dimostrata sufficiente a supportare gli anziani nei loro bisogni quotidiani, a partire da quelli legati alla salute con una sanità pubblica incapace di rispondere alle esigenze dei più fragili e la difficoltà economica ad accedere alle prestazioni a pagamento”, aggiunge la sindacalista, spiegando anche che “di certo non possiamo tollerare che una parte dei pensionati venga penalizzata trasformandoli in un bancomat dove lo Stato preleva al bisogno, erodendo anno dopo anno il loro potere d’acquisto”.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI