LE PAROLE DI PROIETTI E BITTI
La Uil si allinea alla Cgil nel commentare il confronto odierno sulla riforma delle pensioni. Per il Segretario confederale Domenico Proietti, infatti, la riunione “è stata imbarazzante. I rappresentanti del Ministero non avevano il mandato a dare risposte alle proposte di Uil Cisl e Cgil, già illustrate dai Segretari generali nei due incontri, a gennaio e giugno scorsi, con il ministro Calderone”.L’Ugl, invece, attraverso il dirigente confederale Fiovo Bitti, parla di “un incontro utile, anche se interlocutorio e con un carattere squisitamente tecnico, in quanto ha permesso di ribadire la necessità di assicurare un futuro previdenziale dignitoso nel nostro Paese. La costruzione di una pensione di garanzia passa dalla definizione della platea degli interessati, considerando che di pensione dei giovani si parla da almeno vent’anni, e dalla individuazione di una soglia reddituale al di sotto della quale non si può scendere. È fondamentale valorizzare ogni contributo versato, a prescindere dagli anni di versamento, mentre è importante introdurre un meccanismo premiante per i periodi di studio e formazione, per la maternità e per l’assistenza in ambito familiare non professionale”.
CGIL CRITICA IL GOVERNO (ANCORA) SULLA RIFORMA PENSIONI 2023
«Un incontro imbarazzante»: lo liquida così la Cgil il vertice tecnico convocato oggi 11 luglio dal Governo per discutere uno dei vari temi tecnici della vasta riforma pensioni da lanciare entro fine Legislatura. «Nell’incontro tecnico di oggi al ministero del Lavoro sulle pensioni dei giovani non sono stati forniti dati sulla situazione previdenziale né alcuna risposta sulle richieste dei sindacati», lo spiega all’ANSA la segretaria confederale della Cgil, Lara Ghiglione.
I componenti dell’Osservatorio sulla spesa previdenziale – convocati per discutere con le parti sociali di alcuni passaggi della riforma, tra cui il tema delle pensioni di garanzia per i giovani lavoratori – avrebbero chiesto ai sindacati «di esporre le nostre proposte ma non avevano alcun dato. La ministra non c’era. E’ il quarto incontro che facciamo sulla previdenza e siamo ancora a zero. Siamo insoddisfatti. La ministra ci dica cosa intende fare sul lavoro per i giovani e per coloro che hanno fragilità contributive», denuncia ancora la sindacalista Cgil. Il confronto tecnico odierno concentrato sule proiezioni della spesa pubblica nella prossima Manovra 2024 vedrà comunque discussi, anche se ancora in maniera teorica, i possibili “sostituti” della riforma pensionistica il prossimo anno: dalla proroga di Quota 103 (molto probabile) ad una Quota 41 per tutti, fino all’Ape Sociale e Opzione Donna. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI PROIETTI
In vista del tavolo tecnico di oggi, dedicato al futuro previdenziale dei giovani, Domenico Proietti, Segretario confederale della Uil spiega che “ribadiremo al Governo che bisogna pensare, da subito, alle future pensioni dei giovani. La precarietà dei rapporti di lavoro di questi anni ha generato buchi di contribuzione previdenziale che, se non sanati, condanneranno queste generazioni a pensioni molto basse. Perciò la Uil unitariamente con Cisl e Cgil da tempo, richiede la definizione di una pensione di garanzia che assicuri alle giovani generazioni una pensione dignitosa”. Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, il confronto sarà solo tecnico e dovrebbe limitarsi alle proiezione sulla spesa senza che si entri nel dettaglio delle misure da inserire nella legge di Bilancio per il 2024”. Inoltre, “potrebbero esserci anche chiarimenti sulla quattordicesima dopo che nel cedolino della pensione di luglio la cifra della mensilità aggiuntiva era finita sotto la dicitura riferita all’aumento delle pensioni minime”.
LE PAROLE DI CIGNA
Oggi è in programma il tavolo tecnico in tema di riforma delle pensioni dedicato ai giovani. Secondo Ezio Cigna, come riporta collettiva.it, è “necessario rafforzare il patto intergenerazionale, soprattutto in un sistema previdenziale a ripartizione come il nostro, dove i contributi dei lavoratori attivi servono a pagare le pensioni di chi si trova già in pensione”. Infatti, sottolinea il responsabile previdenza della Cgil nazionale, se questa sfida non verrà colta si potrebbe “determinare una crisi profonda dell’attuale sistema, visto che proprio i giovani saranno disincentivati a rimanere nel mercato del lavoro e a versare i contributi, se non avranno in cambio certezze sulla loro futura pensione”. E se i giovani non lavoreranno con continuità metteranno a rischio anche le pensioni di chi è già in quiescenza, oltre che le loro. Di qui la necessità di un intervento anche della politica su questo fronte. Vedremo se dal tavolo di oggi emergeranno proposte.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI NANNICINI
Secondo Tommaso Nannicini, “il sistema previdenziale si può cambiare senza scassare i conti. Purché si chiuda la forbice tra due impostazioni sbagliate: risorse da tagliare o voti da blandire”. L’ex Senatore del Partito democratico, intervistato da Affari & Finanza, inserto economico di Repubblica, spiega che “bisogna trovare strumenti, simili all’Ape sociale, per chi vede allontanarsi l’età d’uscita e per vari motivi – disoccupazione, malattia, carichi di cura – non se lo può permettere”. Se, quindi, “la flessibilità è una necessità, come nei casi citati prima, giusto che lo Stato finanzi un’indennità ponte. Se invece è una preferenza, la flessibilità si paga”. Di fatto si dovrebbe andare in pensione “tutti allo stesso modo, con l’assegno calcolato in base ai contributi versati. Una sorta di Opzione Tutti”.
LA PROPOSTA DI OPZIONE TUTTI
Di fatto si tratterebbe di estendere a tutti il criterio già valido per Opzione donna. Inoltre, secondo Nannicini, sarebbe “utile anche agire sul secondo pilastro, incoraggiando la previdenza integrativa. E spingere le imprese all’’age management’, a gestire un passaggio graduale del personale senior alla pensione nell’ottica di un invecchiamento attivo che favorisca l’inserimento delle nuove leve”. Per quel che riguarda, i giovani, invece, “va pensata una pensione di garanzia per coprire i buchi in carriera. Ma soprattutto occorre contrastare lavoro povero, al nero, sotto soglia. Se sei precario tagli anche i figli. Figuriamoci il risparmio previdenziale”. L’esponente dem sottolinea anche che “il sistema contributivo ha bisogno di manutenzione, ma non si può tornare indietro perché garantisce equità tra generazioni e permette al sistema di restare sostenibile ed equo”.
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