FOCUS RIFORMA PENSIONI 2023: OGGI IL TERZO TAVOLO GOVERNO-SINDACATI

Si apre oggi al Ministero del Lavoro il terzo tavolo tra Governo e sindacati-parti sociali in merito alla costruzione della prossima riforma pensioni da lanciare entro il 2023, così da riformulare a fondo il settore previdenza dopo le tante (forse troppe) misure “sperimentali” di questi anni e dopo la perdurante situazione complessa definita dalla “vecchia” riforma Fornero. Dopo il primo incontro avvenuto il 19 gennaio scorso, una seconda interlocuzione tra Ministro del Lavoro Marina Calderone, tecnici del Dicastero e parti sociali è stata fissata lo scorso 8 febbraio: quello di oggi 28 febbraio si avvia però ad essere un incontro forse già semi-decisivo per impostare almeno una prima bozza della riforma pensioni da far entrare in vigore nel 2024.



Davanti all’obiettivo già fissato dalla Ministra – ovvero una Quota 41 universale senza vincoli di età anagrafica – la stessa Calderone ha precisato che si procederà con gradualità: di contro, i leader di Cgil, Cisl e Dil hanno avanzato come richieste delle maggiori flessibilità per le donne e i giovani. Si chiede poi di ripristinare interamente l’Opzione Donna (senza i vincoli fissati nell’ultima Manovra di Bilancio 2023) e nuove misure le formule integrative di pensioni. Il Governo Meloni, da par suo, sta valutando l’effettiva disponibilità di risorse finanziarie da impiegare per la Riforma pensioni, tenuto conto il “monito” lanciato dal Ministro Giorgetti sulla completa sostenibilità del settore previdenza seguendo i vincoli europei molto stringenti.



ANTICIPO PENSIONI, LA RIFORMA DI TRIDICO E I PIANI DI SINDACATI E GOVERNO

Proprio sul tema della “sostenibilità” della prossima riforma pensioni nel 2023 il Governo non ha ancora escluso del tutto l’ipotesi della pensione divisa in due quote avanzata negli scorsi mesi dal Presidente uscente dell’INPS, Pasquale TridicoLa pensione flessibile dovrebbe essere legata non sui contributi versati o sull’età, ma sul lavoro svolto», ha ribadito in questi giorni il professore nominato dal Governo Conte-1 alla guida dell’Istituto. L’uscita dal mondo del lavoro dovrebbe secondo Tridico essere differenziata in base alla gravosità del lavoro: non solo, dovrebbe anche permettere di uscire prima a chi fa un lavoro più usurante rispetto a chi potrebbe continuare a lavorare anche in età più avanzata.



Resta da capire cosa potrebbero dire oggi i sindacati in merito alla proposta abbozzata da Tridico e alle eventuali “sintesi” che potrebbe fare il Governo nei prossimi mesi (l’obiettivo fissato è quello di presentare la riforma pensioni già nell’estate 2023). Secondo il n.1 dell’INPS è difficile aspettarsi che il lavoratore riesca a ricavare 41 anni di contributi o anche di più: «un conto è un lavoratore che ha avuto stipendi stabili ed ha versato, quindi, una contribuzione equa, un conto è quello che, con stipendi più bassi ha versato contribuzioni misere e a stento raggiunge i 20 anni di contribuzione», rileva il focus di Orizzonte Scuola in merito alla proposta abbozzata da Tridico. Nel tavolo al Ministero con i leader dei sindacati nazionali si attendono anche i consueti temi “forti” delle sigle Cgil, Cisl e Uil, in primis il contrasto alla precarietà e all’aumento di salari.