Il governo Meloni fa slittare la discussione della legge di bilancio dal 5 al 12 dicembre, spostandone inevitabilmente la sua approvazione a dopo Natale. Ma nella riforma pensioni 2023 c’è poco o nulla in merito alle aspettative dei sindacati e dei rappresentanti di categoria: infatti anche Opzione donna, una volta depotenziata rispetto alla precedente formulazione, consentirà solo ad un migliaio di donne di chiedere l’exit anticipata rispetto alla platea potenziale di venti mila.
Riforma pensioni 2023: nessuna speranza di modifica della legge Fornero
La Riforma pensioni 2023 non avrà quel carattere rivoluzionario che tutti si sarebbero aspettati. Innanzi tutto la Riforma Fornero non è stata nemmeno modificata, am tenuta esattamente come era stata formulata 13 anni fa. A questa però si aggiungerebbero tutte le misure ponte che sono state formulate in questi anni: da quota 100 a quota 103, nessun intervento strutturale è riuscito a mantenere le promesse e inserire un programma strutturale di governo. Adesso con quota 103 depotenziata non sarà più possibile soddisfare le richieste di molti lavoratori e rappresentanti delle varie categorie sindacali.
Il governo Meloni spera dunque di poter integrare all’attuale normativa una legge strutturale sulle pensioni nel 2024, probabilmente una quota 41 per tutti o forse qualcuno riproporrà una quota 103 migliorata con la proposta di Pasquale Tridico? La pensione a due velocità proposta da lui infatti, oltre a salvaguardare i conti pubblici, aiuta anche i lavoratori ad uscire dalla condizione attuale, potendo contare su un prepensionamento non troppo sacrificato in termini di taglio dell’assegno mensile.
Riforma pensioni 2023: nel 2024 ci sarà aria di cambiamento?
Anche se a dicembre non si potrebbe contare nemmeno su un emendamento inserito in extremis, dopo tutte le marce e proteste sindacali di questi giorni il governo dovrebbe comunque maturare la necessità di intervenire immediatamente sulla riforma pensioni entro l’anno 2024 e istituire un tavolo di lavoro che prenda seriamente in considerazioni le proposte delle parti sociali