BOMBARDIERI SU OPZIONE DONNA
Parlando con i giornalisti a margine di un’iniziativa sindacale a Lamezia Terme, Pierpaolo Bombardieri ha ricordato che “abbiamo avviato una serie di confronti sulla sicurezza e sulla riforma delle pensioni, confronti che hanno aperto una serie di tavoli. Noi vorremmo salvaguardare le foreste di questo Paese. Vorremmo che ci fosse qualche tavolo in meno e qualche risposta in più”, “Quindi, il confronto si è aperto, siamo pronti a discutere, però io ricordo che sulla sicurezza le persone continuano a morire, e quindi hanno bisogno di avere risposte, così come sulle pensioni”. Come riporta calabria7.it, il Segretario generale della Uil ha evidenziato che “c’è una vergogna nazionale che si chiama ‘opzione donna’, che pensiamo debba essere ripresa immediatamente com’era prima”. Bombardieri ha spiegato che “per risparmiare 90 milioni, si è vietato a migliaia di donne, che avevano le regole già fissate per andare in pensione, di fruire di questa opportunità. Noi, invece, pensiamo che sia opportuno ricominciare subito da qui e dare alle donne la possibilità di farlo”.
LE PAROLE DI PACIFICO (ANIEF)
Il fatto che il simulatore dell’Inps Pensami – Pensione a misura evidenzi che un giovane di 25 anni andrà in pensione a 75 anni “purtroppo non è uno scherzo, ma siamo davvero alla follia”, evidenzia Marcello Pacifico, secondo cui “la verità è che non si può lavorare una vita senza un dignitoso riposo. Nella scuola gli altri Paesi mandano gli insegnanti in pensione a circa 60 anni e senza riduzioni dell’assegno, non come da noi dove l’anticipo, come Opzione Donna che comporta penalizzazioni anche del 30-40%. Dopo la precarietà, questa deve essere la priorità del Governo”. Il Presidente nazionale del sindacato Anief spiega che “praticamente, un docente passa una vita a lavorare nel luogo più a rischio burnout della Pubblica amministrazione e può andarsene non prima dei 70 anni: non è possibile, perché l’insegnamento è un lavoro usurante”. Anche per questo Anief intendere chiedere che per la scuola ci sia una finestra specifica di pensionamento a 62 anni e il riscatto gratuito degli anni universitari.
LA PROPOSTA DI TRIDICO
Come spiega Massimo Franchi sul Manifesto, Pasquale Tridico, durante l’audizione in Senato, ha proposto di creare “un fondo di previdenza complementare pubblico, aperto all’adesione volontaria di tutti, gestito dal punto di vista amministrativo dall’Inps e da quello finanziario da Cdp, per allargare l’integrazione previdenziale a tutti quei soggetti oggi lontani dalla possibilità di aderirvi, giovani e donne in primis”. Per Franchi “si tratta chiaramente di un diversivo rispetto ai veri problemi” dell’Inps per “avvicinarsi al governo e strizzare l’occhio alla destra”. Il Presidente dell’Inps ha detto infatti che questo fondo potrebbe essere svincolato dal rapporto di lavoro ed “essere considerato un vero e proprio salvadanaio che terzi, genitori o nonni, potrebbero riempire per conto di chi non abbia ancora un lavoro”. Per Franchi, l’Inps “in questo modo si trasformerebbe in una specie di banca. Una vera follia”.
LA DELIBERA INPGI
Il Comitato amministratore dell’Inpgi ha deliberato l’incremento della rivalutazione dei montanti contributivi pari allo 0,5% per l’anno 2021, “destinando in favore degli iscritti una quota delle risorse provenienti dal rendimento del patrimonio per un valore complessivo di oltre 2,6 milioni di euro”. “In un’ottica solidaristica tra gli iscritti, inoltre, è stato previsto un meccanismo variabile di attribuzione progressiva inversamente proporzionale all’ammontare del montante maturato sulla singola posizione previdenziale, sostenendo maggiormente i percettori di redditi bassi per migliorare il livello di adeguatezza delle relative future prestazioni previdenziali, applicando le seguenti aliquote di distribuzione”, viene spiegato dallo stesso Istituto nazionale di previdenza dei giornalisti italiani, che evidenzia che “per l’anno 2022 è stata verificata l’assenza dei presupposti per attribuire un analogo incremento”. Ora la decisione dovrà essere approvata dai ministeri vigilanti per poter diventare pienamente operativa.
RIFORMA PENSIONI, I DATI DELL’INPS
Dai dati dell’Osservatorio Inps sui flussi di pensionamento, come riporta Ansa, emerge che nel 2022 sono state “liquidate 779.791 nuove pensioni tra assegni di vecchiaia, anticipati, invalidità e superstiti con un calo del 12,28% rispetto al 2021”. La diminuzione più marcata si è avuta per le pensioni anticipate (-18,21%), probabilmente per il passaggio che c’è stato tra Quota 100 e Quota 102, che ha ristretto la platea dei potenziali beneficiari dell’anticipo con almeno 38 anni di anzianità. In ogni caso, mediamente il pensionamento anticipato è avvenuto a 61,1 anni per i lavoratori dipendenti e a 62,4 per quelli pubblici. “L’assegno medio delle nuove pensioni è stato di 1.153 euro (in calo sul 2021) con differenze sostanziose tra le pensioni di vecchiaia (845 euro) e le anticipate (1.907 euro)”.
L’IMPORTO DEGLI ASSEGNI CON OPZIONE DONNA
Interessanti, visto il dibattito attuale su Opzione donna, sono i dati relativi alle pensioni liquidate l’anno scorso con questa misura, pari a 23.812, in aumento del 15,4% rispetto al 2021. Dai dati emerge anche che “sono state 8.833 le donne che si sono avvalse della misura prima dei 59 anni con assegni per quasi la metà di queste inferiori a 500 euro”. Inoltre, “quasi il 90% di chi è uscito prima dei 59 anni ha scelto di farlo con pensioni inferiori a 1.000 euro. Se si guarda al complesso delle pensioni liquidate con Opzione donna (pensione calcolata interamente con il metodo contributivo) si vede che oltre la metà degli assegni liquidati (12.298) vale meno di 500 euro al mese e l’88,75% vale meno di 1.000 euro”. Dati che parrebbero non giustificare la versione di Opzione donna varata nella Legge di bilancio 2023 come una scelta puramente contabile.
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