LE PAROLE DI RIZZETTO

Intervistato da Italia Informa, in tema di riforma delle pensioni Walter Rizzetto spiega che “la grave crisi di natalità che affligge il nostro Paese accompagnata da un sistema pensionistico che fatica a sostentarsi, porta ogni Governo che ha l’onore di guidare questo Paese, di fronte alla necessità di trovare delle soluzioni”. Il deputato di Fratelli d’Italia aggiunge che, “sicuramente, dal mio punto di vista, i nostri sforzi devono andare verso una maggiore flessibilità in uscita: flessibilità che, tuttavia, deve tenere conto del pesante conto presentato dei numerosi bonus a pioggia garantiti dagli ultimi governi e che rappresentano un freno alla nostra azione. Di certo, se quei soldi fossero stati utilizzati per fare delle riforme serie del sistema pensionistico, oggi parleremo d’altro”. Rizzetto evidenzia anche che “un salario minimo applicato erga omnes per legge potrebbe paradossalmente creare dei problemi e da parte datoriale alcuni potrebbero abbandonare i risultati raggiunti dalla contrattazione e applicare, a ribasso, una legge”.



L’IMPEGNO DEL GOVERNO SULLA RIFORMA PENSIONI

Nella nota diffusa ieri da Palazzo Chigi dopo l’ultima riunione sulla Manovra di Bilancio 2024, il Governo Meloni ha ribadito l’impegno ad intervenire sulla riforma pensioni, confermando la Quota 103 ma non avallando per il momento una nuova legge che sostituisca la riforma Fornero (che resta invece un impegno per la legislatura, viste le poche risorse attuali).



«Il Ministro Giorgetti ha svolto una relazione sull’impostazione della Legge che andrà in approvazione nel prossimo Consiglio dei Ministri di lunedì», si legge nella nota della Presidenza del Consiglio. La Manovra di Bilancio, si legge, sarà «seria» anche nel quadro «della sostenibilità della finanza pubblica», e concentrerà l’attenzione «su redditi e pensioni medio bassi, sulla famiglia e sulla sanità in continuità con il lavoro portato avanti dal governo fin dalla precedente Legge di Bilancio».

RIFORMA PENSIONI, GLI INTERVENTI IN MANOVRA

Ieri si è tenuto il vertice di maggioranza sulla Legge di bilancio, che dovrebbe essere licenziata dal Consiglio dei ministri lunedì prossimo. Per palazzo Chigi sarà una manovra “seria che, nel quadro della sostenibilità della finanza pubblica, concentrerà la sua attenzione su redditi e pensioni medio-bassi, sulla famiglia e sulla sanità”. Dalla Premier Giorgia Meloni sarebbe anche arrivato un invito alle forze politiche della maggioranza a limitare gli emendamenti nel corso dell’iter parlamentare. Stando a quanto riporta Il Sole 24 Ore, “nella manovra asciutta che complessivamente dovrebbe aggirarsi intorno ai 22 miliardi, il magro capitolo pensioni dovrebbe limitarsi alla conferma di Quota 103, al rinnovo di Ape sociale e Opzione donna forse rivista. Ma già si guarda all’iter parlamentare e si profila l’ipotesi che la maggioranza, per accelerare i tempi, non presenti emendamenti. Una strada non facile però da percorrere”.



I DATI EUROBAROMETRO

Come riporta l’agenzia Sir, dall’indagine Eurobarometro sulla demografia pubblicata ieri dalla Commissione europea emerge che “sette europei su dieci ritengono che le tendenze demografiche in atto mettano a rischio la prosperità economica e la competitività a lungo termine dell’Unione. Tra le sfide demografiche più urgenti sono considerati l’invecchiamento della popolazione (42%) e la contrazione della popolazione in età lavorativa con l’associata carenza di manodopera (40%)”. In ambito demografico “preoccupano i cittadini la migrazione e l’integrazione (34%), lo spopolamento e la fuga dei cervelli (26%) e il calo del tasso di fertilità (21%)”. Inoltre, “secondo un cittadino europeo su due (51%) la gestione del cambiamento demografico dovrebbe rimanere una priorità politica congiunta di Ue e Stati membri. Solo il 17% non considera il cambiamento demografico una priorità politica. Rispetto alle soluzioni politiche per affrontare l’invecchiamento della popolazione, i cittadini intervistati hanno indicato la garanzia di pensioni adeguate accessibili per le generazioni future (49%), servizi sanitari di alta qualità e convenienti (49%)”.

RIFORMA PENSIONI, LE RIVENDICAZIONI DI ANP-CIA

In un articolo pubblicato su “Dimensione Agricoltura”, l’Anp-Cia Toscana evidenzia che in tema di riforma delle pensioni sono due i punti “su cui dovremmo concentrarci maggiormente: la salvaguardia delle pensioni in tutte le sue declinazioni e la tutela del servizio sanitario nazionale. Indicizzazione, riduzione della tassazione, opzione donna, pensione di garanzia sono i punti di cui vogliamo discutere sul tema pensioni, ma su tutti, quella a noi più caro è quello delle pensioni minime. L’innalzamento a 600 euro, peraltro fino alla fine del 2023 non è dignitoso e significa impedire l’accesso di moltissimi anziani alle cure, a qualsiasi forma di svago e soprattutto al cibo. Al contrario di quanto affermato, i poveri non mangiano meglio, ma spesso devono fare rinunce che vanno a ledere la loro dignità; dignità che lo Stato dovrebbe garantire a tutti i propri cittadini”.

LE PAROLE DI DEL CARLO

In un altro articolo dello stesso giornale della Cia Toscana vengono riportate le parole del Presidente nazionale dell’Anp-Cia Alessandro Del Carlo: “Servizi sociosanitari efficienti e politiche per l’invecchiamento attivo rappresentano un elemento decisivo per la tutela degli anziani, assieme a pensioni adeguate a garantire una vita dignitosa. Vale a dire assegni minimi a 780 euro; recupero dell’indicizzazione per le pensioni colpite dall’inflazione; Ape sociale agli agricoltori per andare in pensione in anticipo senza penalizzazioni; modifica di Opzione Donna oggi particolarmente punitiva; riduzione del carico fiscale sulle pensioni in un’ottica di progressività e giustizia sociale”. Queste, viene ricordato, sono “tutte rivendicazioni che Anp-Cia continua a voler porre all’attenzione di Governo e Parlamento proprio con la nuova Legge di Bilancio in arrivo”.

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