Come sappiamo il Governo è riuscito a lavorare a una riforma pensioni 2023 elaborando la legge che introdurrà nel 2023 quota 103 che consentirà a 48.000 lavoratori di andare in pensione anticipata all’età di 62 anni con 41 anni di contributi. In realtà il governo Meloni ha deciso di arrivare alla quota 41 pura, cioè quella senza limiti anagrafici. Eppure questa strategia, che costituisce il cuore della legge strutturale a cui il governo di centro-destra intende lavorare nel primo semestre del 2023.
Riforma pensioni 2023: si procede come al solito “di quota in quota”
Eppure c’è da dire che la riforma pensioni della Fornero che consente di andare in pensione all’età di 67 anni e 41 di contributi già prevede l’obiettivo dei 41 anni di contribuzione in regime contributivo. Come la stessa ex ministro Elsa Fornero ha dichiarato alla trasmissione di martedì in onda su la7, una riforma pensioni strutturale sarà possibile soltanto dal 2030 cioè da quando il sistema contributivo entrerà in vigore al 100%, per tutti i contribuenti. Mentre cioè adesso esiste ancora qualcuno che ha ancora il vecchio regime retributivo, nel 2030 non ci sarà nessun lavoratore coperto dalla precedente misura previdenziale.
Quindi una riforma pensioni della Fornero, così come viene annunciata non potrà essere mai integrale al 100%.
Riforma pensioni 2023: perché nessuno potrà cancellare la Fornero
Esistono però due modi di abrogare una legge, o promuovendone una in sostituzione oppure cancellando la precedente. La riforma Fornero è comunque, piaccia o non piaccia, una riforma strutturale a tutti gli effetti e, fino a questo momento, nessuno è riuscito a cancellarla.
Tuttavia la riforma pensioni della Fornero consentiva di ottenere un assegno pensionistico degno, invece quota 103 con l’anticipo dell’età utile per la exit lavorativa, propone un taglio sull’assegno che va dal 13 al 30%. Stiamo parlando veramente di troppo. Opzione donna invece consente di anticipare l’età della pensione ma con fortissime rinunce tanto che la misura, anziché essere migliorata, verrà scelta soltanto da una piccolissima parte di lavoratori, circa 10.000.
A ciò si aggiunge anche il taglio sulla rivalutazione delle pensioni sulla base dell’indice dell’inflazione, il cosiddetto indice perequativo, queste verranno tagliate di qualche punto percentuale per risparmiare circa 17 miliardi in tre anni di cui 3,5 miliardi nel 2023.
La riforma delle pensioni 2023