Come sappiamo il governo Meloni ha deciso di promettere agli italiani una legge strutturale sulle pensioni che cambierà letteralmente la faccia del sistema previdenziale italiano. Ma è davvero possibile una riforma pensioni con i tempi che corrono? Sicuramente possiamo dire che è necessaria, ma la ricetta messa a punto dal governo, vale a dire una quota 41 per tutti in grado di consentire la exit ipoteticamente a 61 anni, potrebbe servire soltanto nel breve periodo.
Riforma pensioni 2023: la commissione voluta dal Ministro Calderone
Il Ministero del lavoro ha creato una commissione fatta di 15 esperti in grado di elaborare una bozza sulla riforma pensioni 2023: si tratta dei membri che si insedieranno all’interno dell’osservatorio della spesa previdenziale e che avranno il compito di misurare l’impatto socio economico della riforma pensioni 2023-2024. Dal momento che nel 2022 l’età media per la exit lavorativa è stata di 61 anni e 4 mesi, è stato stabilito che la riduzione dell’età dei candidati all’assegno mensile è di: rispetto all’anno precedente.
Inoltre per la proroga di quota 103 potrebbe essere possibile inserire un vincolo anagrafico con un’età minima di 61 anni di età.
Entrambe le ricette pensate dal governo meloni potrebbero dunque favorire coloro che hanno raggiunto già i 61 anni di età. Ma secondo questi esperti i problemi legati all’eccesso di spesa previdenziale sarebbero da attribuirsi all’introduzione di quota 100 e quota 102 che sono costate moltissimo al governo italiano.
Riforma pensioni 2023: quota 103 bis verso il paletto dei 61 anni
Se dunque è possibile provare a favorire i sessantunenni con 41 anni di contributi ad accedere alla exit lavorativa, bisogna sapere che questa misura avrà una sua applicazione soltanto nel breve termine in quanto, a lungo andare, potrebbe produrre gli stessi effetti di quota 100 e quota 102 che, sulla base della cristallizzazione del diritto, continuano ancora a produrre effetti e hanno avuto un impatto decisivo sulla spesa pubblica.
Ma il 61 anni di età sono una promessa che il governo Meloni intende mantenere e così, per quanto concerne la proroga di quota 103 per il 2024, è probabile che venga introdotto un emendamento che modifichi il paletto dell’età anagrafica portandolo da 62 a 61 anni di età.
Qualsiasi sia la riforma pensioni 2023 che venga operata dal Ministero del lavoro Marina Calderone, è chiaro dunque che questa dovrà essere modificata dopo il 2030, vado a dire l’anno in cui il sistema contributivo occuperà il 100% delle annualità dei lavoratori attivi.