RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PROIETTI

Secondo Domenico Proietti, la nuova Quota 103 inserita nella Legge di bilancio “è una misura beffa se pensiamo alla flessibilità, Quota 103, con la finestra ampliata a 9 mesi, finisce col diventare Quota 103 e ¾ non dando una risposta all’esigenza di una maggiore flessibilità di accesso alla pensione. Ricordiamo che in Italia da 10 anni si va in pensione a 67 anni quando in Germania quest’anno arriveranno a 64 e in Francia si arriverà a 64 nel 2023”. L’ex Segretario confederale della Uil, da poco diventato Segretario generale della Uil Fpl nazionale, intervistato da pensionipertutti.it, distingue anche il caso dei dipendenti pubblici e di quelli privati. Infatti, i primi “hanno l’obbligo di una finestra mobile di 9 mesi anziché di 6 mesi come la precedente”.



LE PAROLE DI BONOMI

Il sindacalista aggiunge che per le donne si tratta di un altro duro colpo “visto che il requisito di accesso per la pensione anticipata con la legge Fornero prevede un requisito di 41 anni e 10 mesi e tre mesi di finestra, con la futura Quota 103 andrebbero in pensione solamente 4 mesi prima della normale pensione anticipata”. Quanto ai dipendenti privati, Proietti evidenzia che “hanno l’obbligo di una finestra di 7 mesi dalla data di maturazione, nella vecchia Quota 103 avevano una finestra di soli 3 mesi”. Intanto Carlo Bonomi, Presidente di Confindustria, come riporta Radiocor, spiega che “da imprenditore io guardo i numeri: tra sanità, pensioni e assistenza spendiamo circa 517 miliardi l’anno, un terzo del nostro Pil, la metà della spesa sociale totale in Italia. Non è che non ci sono risorse, le stiamo spendendo male”.



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