Il governo Meloni aveva promesso una riforma pensioni entro il 2023 ma, vista la crescente crisi dovuta all’inflazione e al rincaro di prezzi legati all’energia e alle materie prime, è stata costretta a rimandare la legge strutturale sulle pensioni nel 2024.

E così gli occhi sono tutti puntati alla nota del documento di Economia e Finanza 2023 previsto per settembre prossimo. Quali potrebbero essere le modifiche relative alla riforma pensioni 2024? C’è chi sta pensando a quota 96, una riforma quest’ultima che potrebbe determinare anche dimmi una radicale modifica degli ammortizzatori sociali.



Riforma pensioni 2023: un ritorno di quota 96?

La riforma pensioni 2023 potrebbe essere determinata dall’introduzione adeguata 96 che consentiva di andare in pensione anche con 20 anni di contributi, una proroga di questa misura potrebbe anche comportare una vera e propria rivoluzione nel campo della riforma fiscale 2023, il governo quindi potrebbe optare per una misura che nessuno si sarebbe aspettato. Infatti il documento di Economia e Finanza approvato ad aprile 2023 determinate un atteggiamento di prudenza da parte del governo meloni in relazione all’incremento delle materie prime energetiche e dei materiali edili, agricoli e agroalimentari.
Se da una parte il governo ha incassato oltre 10 miliardi di IVA solo nel primo trimestre 2023, dall’altra deve affrontare il surplus del gettito necessario a ripagare tutti gli assegni mensili necessari non soltanto a pagare le pensioni sulla base del ricalcolo sulla base dell’indice perequativo, ma anche tutti i contributi di welfare messi in campo per le famiglie e le imprese.



Lo sforzo potrebbe diventare superiore se pensiamo al probabile scenario di crisi di liquidità che potrebbe presentarsi dal 2030, anno in cui si prevede un incremento di 2/3 del corpo dei lavoratori in rapporto ai pensionati. È per questo che si auspicava una misura di contenimento di quella che potrebbe essere una bomba sociale gravissima.

Riforma pensioni 2023: quota 96 potrebbe contenere una bomba sociale?

Il vantaggio di introdurre quota 96 potrebbe essere quello di favorire i cuscinetti di welfare previdenziale che potrebbero contenere la bomba prevista per i prossimi anni. In particolare Opzione donna potrebbe essere rivista in termini di età anagrafica e Ape sociale potrebbe diventare strutturale.



Ma se quota 41 universale potreva essere troppo costosa, quota 96 sembra all’apparenza impraticabile, eppure potrebbe trovare spazio nella riforma pensioni 2023-2024 solo e unicamente come misura di accorpamento dei vari ascensori previdenziali necessari.

Quindi la trasformazione strutturale di Opzione Donna e Ape Sociale, diventerà conseguenziale ad una possibile introduzione di quota 96.