LE PAROLE DI GRUARIN
Anche la Segretaria generale della Uil Pensionati del Friuli Venezia Giulia, Magda Gruarin, ricorda che il suo sindacato ha avviato a livello nazionale una battaglia contro il blocco parziale delle indicizzazioni tramite cinque cause-pilota. “È l’ennesima ingiustizia, il taglio rivalutazione delle pensioni, decisa oltretutto in un momento di forte crescita dell’inflazione che interessa circa 3 milioni e mezzo di pensionati in Italia, di cui oltre 80.000 in Friuli Venezia Giulia. Non è possibile che ogni volta che servono risorse si vadano a prendere dai pensionati”, sono le sue parole riportate da ilfriuli.it. “La Uilp del Friuli Venezia Giulia, in linea con il Segretario generale Carmelo Barbagallo vuole mantenere alta l’attenzione su questa ingiusta vicenda. Naturalmente, l’impegno della è parallelamente rivolto anche alle pensioni di importo più basso, per le quali ad esempio si chiede l’ampliamento della quattordicesima e l’incremento delle somme per chi già la riceve e una significativa riduzione delle tasse”, aggiunge Gruarin.
RIFORMA PENSIONI OPZIONE DONNA, IL COMMENTO DELLA CAPOGRUPPO PD ALLA CAMERA
Le modifiche attuate dal Governo Meloni sulla riforma pensioni di Opzione Donna – in attesa di capire come verrà rimodulata nella prossima legge di Bilancio – non piacciono alle opposizioni, in particolare al Pd che su Opzione Donna chiedeva interventi più massicci. Interpellata dal CODS per un commento sul tema, la capogruppo Pd alla Camera Chiara Braga ha lanciato una forte critica alle scelte dell’esecutivo sulle politiche previdenziali per le donne.
Come riporta il portale “Pensioni per tutti”, l’intervento di Braga è molto polemico: «Opzione Donna”: la miopia del Governo Meloni nel modificare “Opzione Donna” e la conseguente riduzione delle risorse stanziate per sostenere tale misura sono chiare: da 110 milioni di euro a poco più di 20 nell’ultima manovra di bilancio». Secondo la stretta collaboratrice della segretaria Elly Schlein, si tratta con la “nuova” Opzione Donna del Governo di un passo indietro «inaccettabile che colpisce le donne a dispetto della propaganda di chi vorrebbe difenderle… Sappia che ci siamo opposti con forza sia in Parlamento che nella società alla modifica e nei prossimi provvedimenti all’esame del Parlamento saremo a fianco delle donne e delle forze sociali e sindacali con le quali condividiamo la battaglia per il ripristino delle condizioni pre-modifica». (agg. di Niccolò Magnani)
IL RISCHIO DI ASSEGNI PIÙ BASSI AD AGOSTO
Si è già parlato del fatto che ad agosto gli assegni pensionistici potrebbero avere un importo diverso dal solito. Come riporta quotidianosanita.it, sarà certamente più basso per “i pensionati Enpam titolari di più pensioni (ad esempio Enpam e Inps)” a causa dei conguagli fiscali. L’Enpam ha spiegato, infatti, che per legge “le imposte relative a questa categoria sono calcolate dal Casellario centrale gestito dall’Inps. Tecnicamente quindi, come specificato sul sito dell’Enpam, non si tratta di una diminuzione della pensione, ma di una maggiore trattenuta fiscale che Enpam riverserà allo Stato per conto dei singoli pensionati”. “Nell’85% dei casi il conguaglio riguarderà solo il mese di agosto e in due casi su tre si tratterà di un maggior prelievo contenuto entro i 100 euro. Per altri invece il conguaglio di agosto sarà di un importo più alto ma solo se la cifra non è superiore al 40% dell’ultimo bonifico ricevuto”.
ATTENZIONE ALL’IMPORTO DELLA PENSIONE DI AGOSTO
Come ricorda Il Messaggero, ad agosto l’importo delle pensioni potrebbe subire delle variazioni. “Il motivo è presto spiegato: l’importo varierà in base alle operazioni di conguaglio relative al modello 730 del 2023. La cifra mensile della pensione sarà dunque più alta in caso di rimborso, oppure più bassa se fosse presente una trattenuta a debito del contribuente. A questo si aggiunge che l’Inps, nella comunicazione pubblicata sul sito, ha spiegato che a luglio 2023 l’istituto ha avviato la verifica a consuntivo delle prestazioni collegate al reddito ed erogate in via provvisoria negli anni 2020 e 2021. E in caso di variazione dell’importo mensile della pensione, nel mese di agosto 2023 viene posta in pagamento la rata di pensione aggiornata”. Il quotidiano romano aggiunge che “gli arretrati di importo fino a 500 euro lordi saranno pagati sulla mensilità di agosto, mentre il recupero con trattenuta su pensione delle somme eventualmente erogate in eccesso avverrà a partire dal mese di ottobre 2023. I soggetti interessati sono comunque stati avvisati tramite una comunicazione dedicata”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI SBARRA
Secondo Luigi Sbarra, “la via per elevare salari e pensioni passa per il rinnovo di tutti i contratti pubblici e privati, il contrasto alla speculazione e il controllo di prezzi e tariffe, una riforma fiscale redistributiva e progressiva che sposti il baricentro del prelievo dai redditi agli extraprofitti e alle rendite finanziarie e immobiliari, dichiarando anche una guerra spietata all’evasione e all’elusione fiscale e contributiva”. In un articolo pubblicato su Conquiste del lavoro, il Segretario generale della Cisl aggiunge che “occorre ridefinire un sistema pensionistico socialmente sostenibile, flessibile, inclusivo, rilanciare la sanità pubblica con opportune risorse, assumere medici e infermieri, tagliare le liste di attesa, assicurare interventi nella medicina territoriale e di prossimità nella prospettiva di integrare i servizi socio-sanitari-assistenziali”.
RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI SEMINERIO
Intanto, in un articolo pubblicato su Start Magazine, Mario Seminerio, analizzando alcuni dati sulla finanza pubblica diffusi sul Sole 24 Ore da Gianni Trovati, spiega che “la spesa è rimasta pressoché ferma in valore nominale (con l’eccezione delle pensioni), e di conseguenza è stata abbattuta in termini reali, cioè al netto dell’incremento dei prezzi”. L’alta inflazione “ha portato ad un aumento di entrate nominali che ha dato l’illusione ottica di disporre di un ‘tesoretto’ da usare per attutire i danni. Nel frattempo, il fermo della spesa nominale, a parte le pensioni, ha posto le basi per un ulteriore decadimento delle prestazioni di ampi settori della Pubblica amministrazione. Segnatamente, della spesa sanitaria, già fortemente compressa in un Paese che sta invecchiando come pochi altri al mondo”.
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