La differenza tra l’Italia e la Francia non sta soltanto nei 2,8 milioni di persone che sono scese in piazza da quando Macron ha minacciato di far diventare realtà la riforma sulle pensioni che avrebbe innalzato di due anni la possibilità di accedere alle pensioni.

Fino a questo momento infatti la Francia rappresenta una specie di Eldorado a cui l’Italia mira.



Riforma pensioni 2023: le battaglie in Italia sono di breve termine

I sindacati infatti stanno lottando da anni per poter abbassare l’età pensionabile e per una riforma pensioni 2023 che tenti di accontentare tutti e che fissi la exit a 62 anni, ma con il contributivo puro non sarà possibile per i giovani andare in pensione prima dei 70 anni. Eppure da quando è entrata in vigore la legge Fornero che ha innalzato il limite di età da 65 a 67 anni, nessuno è riuscito a mettere un punto e far cessare la legge previdenziale realizzata in un clima di vera e propria austerity. Da quando è entrata in vigore la legge Fornero infatti gli italiani hanno fatto molti più sacrifici di quanto la stessa ex ministra del lavoro si sarebbe auspicata. Ma lei stessa ha detto che l’Italia non potrà mai eliminare la sua riforma, tutt’al più potrà eventualmente correggerla.



Eppure Salvini si è intestato la gran parte delle battaglie sulle riforme previdenziali di questi anni, ma nessuna legge che possa dirsi davvero strutturale. E qui che vediamo la debolezza dell’Italia, perché l’Italia non ha mai avuto una vera e propria legge sulle pensioni, non ha mai avuto un sistema previdenziale su cui contare e su cui basare la propria economia del lavoro che costituisce il cardine della nostra costituzione.

Riforma pensioni 2023: l’Italia percorrerà una strada più lunga

Se l’Italia infatti “è una repubblica fondata sul lavoro”, l’INPS è una giungla fondata sulle molteplici e annuali variazioni di una legge previdenziale che non soddisfa mai nessuno. Nemmeno quota 41 per tutti potrebbe risolvere il problema perché, come in molti hanno fatto notare, non troverebbe una soluzione a quei giovani che hanno avuto una discontinuità contributiva che potrebbero andare in pensione anche a 74 anni.



E allora è lì che vediamo il GAP tra Italia e Francia, perché la differenza è tutta lì: se la Francia può scendere in piazza ed è convinta che la forza popolare possa condizionare le scelte di un governo, è anche perché il paese e ha avuto una base normativa su cui fondare il sistema previdenziale. Una base normativalungimirante e quindi di medio termine. L’Italia invece non potrebbe mai scendere in piazza per nessuna legge, anche perché non l’ha mai avuta. Tutte le battaglie che i sindacati stanno facendo in questi ultimi mesi, sono relative soltanto ai lavoratori di oggi. Ma per quanto concerne i giovani ci sarà veramente da ricostruire il sistema previdenziale entro i prossimi 15 anni.