LE PAROLE DI TRIDICO
Pasquale Tridico è netto nel suo giudizio: “Sulle pensioni non è stata fatta ancora alcuna riforma”. Il Presidente dell’Inps, inaugurando la sede ristrutturata di Trieste, ha evidenziato che il decreto lavoro “è una cosa temporanea che ha scarso appeal anche sugli stessi utenti, non è questa la riforma come il Governo sa, ma è qualcosa in prospettiva”. Quindi, come riporta Ansa, ha spiegato che “piuttosto che di pensioni bisogna parlare di lavoro: il problema della sostenibilità non sono le pensioni ma i pochi lavoratori”. Tridico ha aggiunto che “per aumentare la quantità di lavoratori servono investimenti: il lavoro non si crea con il decreto del 1 maggio, ma bisogna fare investimenti, spingere sulla possibilità che il Pnrr sviluppi appieno sull’impatto occupazionale e sul fatto che i privati siano incentivati a fare investimenti là dove mancano e il pubblico possa far crescere investimenti per una maggiore occupazione”.
MOZIONE PD CONTRO IL GOVERNO SU RIFORMA PENSIONI OPZIONE DONNA
Il Pd ha presentato alla Camera una mozione contro il Governo Meloni chiedendo di reintegrare la riforma pensioni di Opzione Donna per come era finanziata prima dell’ultima Manovra. Il testo, a prima firma Andrea Orlando, è stato introdotto dalla deputata dem Sara Ferrari che non ha lesinato forti critiche contro l’esecutivo. «La mozione PD a prima firma Andrea Orlando che ho sottoscritto, chiede che venga ripristinata “opzione donna” cancellata dal governo Meloni. È proprio la prima donna premier in Italia ad eliminare l’unico strumento di flessibilità per la pensione delle donne! In cambio di cosa? Nulla! Anzi questi tagli alla spesa non sono stati reinvestiti in strumenti di sostegno pubblico al lavoro di cura che grava soprattutto sulle donne».
L’intervento dell’attuale formula di Opzione Donna, secondo il Partito Democratico, è una sorta di “attacco” contro le donne e per questo «chiediamo con forza di correggere, ripristinando l’istituto pensionistico come era prima del bilancio 2023 della destra, che ha perso l’occasione con il “decreto precarietà” del 1 maggio di rimediare al danno fatto alle lavoratrici italiane». Secondo Debora Serracchiani, responsabile Giustizia del Pd e deputata dem, «L’intervento del governo su Opzione donna mostra un vero e proprio accanimento. Ed esiste un accanimento contro tutti i pensionati ai quali era stato promesso in campagna elettorale di tutto, dalle pensioni minime a 1.000 euro all’aumento delle possibilità di pensionamento anticipato. L’unica cosa che hanno ottenuto, invece, è stato il taglio delle pensioni». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI DIDONÈ
Secondo Emilio Didonè, Segretario generale della Fnp-Cisl, “è necessario intervenire sulla previdenza con un riordino a 360° che superi le attuali storture del sistema pensionistico e separi finalmente la previdenza dall’assistenza. C’è bisogno di un welfare socialmente sostenibile che restituisca ad ogni lavoratore il diritto a una pensione dignitosa. Tra le nostre priorità, la rivalutazione piena di tutte le pensioni per garantire la tutela del loro potere di acquisto e poter rispondere così all’aumento del costo della vita e ad un’inflazione speculativa che nei prossimi mesi registrerà un aumento delle bollette di luce e gas pari a più del 20%. “Oggi siamo in piazza a Bologna per dire basta al continuo ‘fare cassa’ sui pensionati che oramai si sentono il bancomat di un Paese che non riesce a risolvere il problema della grande evasione fiscale. Il Paese ha bisogno di una riforma di sistema che preveda sgravi anche a favore di pensionati e famiglie”, ha aggiunto il sindacalista durante la manifestazione unitaria di sabato scorso.
LE PAROLE DI SBARRA E BOMBARDIERI
Dal palco della manifestazione unitaria che si è svolta sabato a Bologna, Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, ha chiesto che “si apra subito il tavolo sulla riforma delle pensioni, domani non a settembre, per un sistema previdenziale ispirato ad una equità, flessibilità e sostenibilità delle regole”. “La nostra proposta è sul tavolo, riparta subito il confronto per una pensione di garanzia per giovani e donne, per incentivare la previdenza complementare, per rendere strutturale l’ape sociale e per negoziare una flessibilità in uscita dal mercato del lavoro e per allargare l’area della 14esima oltre che per assicurare la piena indicizzazione”, ha aggiunto il sindacalista. Come riporta Adnkronos, il Segretario generale della Uil Pierpaolo Bombardieri ha invece evidenziato la necessità di “ripristinare opzione donna, da un lato, e rinnovare i contratti e detassare gli aumenti contrattuali, dall’altro: ci sono troppi contratti a tempo determinato, troppa precarietà che grava sui giovani”.
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE SINDACALI
Come spiega L’Informatore Vigevanese, “nell’ambito di una stagione di iniziative di mobilitazione unitaria Cgil Pavia, Cisl Pavia-Lodi e Uil Pavia hanno convocato un Attivo Provinciale dei delegati, previsto per martedì 9 maggio a Pavia”. Al centro del dibattito ci saranno “le richieste avanzate nei confronti del Governo e del Sistema delle Imprese”. Tra queste richieste c’è anche quella relativa alla riforma delle pensioni. Secondo i sindacati, infatti, “non è più rinviabile una riforma strutturale del sistema previdenziale, partendo dalla distinzione tra i concetti di previdenza e assistenza, affinché si possa giungere ad una corretta rappresentazione della spesa pensionistica italiana, rispetto alla media internazionale”.
LA PIATTAFORMA SULLE PENSIONI
I sindacati ricordano anche che “la piattaforma sulle pensioni chiede di estendere la flessibilità in uscita senza penalizzazioni per chi ha contributi prima del 1996, a partire dai 62 anni di età anagrafica o con 41 anni di anzianità contributiva a prescindere dall’età, la valorizzazione sul piano previdenziale del lavoro delle donne, del lavoro di cura e delle categorie fragili, oltre ad affermare il principio per cui ‘i lavori non sono tutti uguali’”. Cgil, Cisl e Uil ritengono che “per i lavoratori giovani e per i percorsi lavorativi poveri e discontinui è necessario introdurre una pensione contributiva di garanzia”. Infine, “va sostenuta, con risorse adeguate, la legge sulla non autosufficienza, anche attraverso un fondo nazionale pubblico di natura universale”.
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