LE PAROLE DI GHIGLIONE
Duro il giudizio della Cgil espresso tramite la Segretaria confederale Lara Ghiglione a proposito delle scelte del Governo in tema riforma delle pensioni. “Si prosegue con le bugie. Alle promesse elettorali di cancellare la legge Monti-Fornero, oggi sommiamo la presunta volontà della Ministra di voler incontrare le organizzazioni sindacali solo dopo il Nadef. L’intenzione del Governo è evidente, continuare a prendere tempo e proseguire con le bugie sulle pensioni, nessuna volontà di confrontarsi con il sindacato”. Per la sindacalista, “dopo mesi di incontri finti e inutili, in cui abbiamo continuato a chiedere la presenza della Ministra per poterci confrontare con un vero tavolo negoziale ci era stato garantito un incontro non appena l’Osservatorio sulla spesa previdenziale e assistenziale, voluto dalla Ministra, avesse consegnato un’analisi utile per assumere delle scelte conseguenti”. “A noi è molto chiaro. Nonostante i tanti slogan, questo Governo sulle pensioni non farà nulla”, aggiunge Ghiglione.
LA POSIZIONE DELLO SNAP
Secondo il sindacato di polizia Snap, si può “affermare che ormai è quasi una certezza che il governo, nella prossima manovra, si appresti per la seconda volta consecutiva a ‘sforbiciare’ le pensioni dei poliziotti (così come di altri tre milioni di lavoratori)”. Come riporta la-notizia.net, per l’organizzazione sindacale “giova tratteggiare che adeguando solo in parte il valore delle stesse, rispetto all’inflazione, si determinerebbe, di fatto, una grave e consistente perdita del potere di acquisto” e “negli ultimi anni pensionati e lavoratori sono stati travolti da un insostenibile inflazione che passa dal rincaro dei mutui, all’aumento delle spese sanitarie, nonché dei beni di prima necessità ed un aumento generalizzato dei prezzi al consumo”. Dunque, “il meccanismo di indicizzazione è decisivo per salvaguardare il potere di acquisto eroso specie per i pensionati che hanno meno possibilità di difendersi dalla perdita del potere di acquisto”.
IL RAPPORTO MIGRANTI-PENSIONI
In un articolo pubblicato sull’Opinione delle libertà, Elena Vigliano spiega che gli immigrati percepiscono redditi bassi, hanno di elevate detrazioni fiscali, percepiscono importi cospicui per gli assegni familiari e hanno “accesso prioritario rispetto agli italiani a molte altre integrazioni al reddito e in natura, quali i contributi all’affitto, gli alloggi popolari, gli asili nido. Il che significa una differenza tra quanto versano e quanto usufruiscono per titoli di sanità e di altri servizi e assistenze, con uscite di circa 16 miliardi a carico del bilancio pubblico: una cifra considerevole che impatta negativamente sui conti dello Stato. Da ciò si evince quanto sia falsa e infondata la tesi che ‘gli immigrati ci pagano le pensioni’, semmai sono un onere rilevante”. Il Patronato Acli ricorda invece che per raggiungere i requisiti contributivi per la pensione di vecchiaia valgono la contribuzione obbligatoria, figurativa, da riscatto e derivanti da periodi di lavoro all’estero negli Stati convenzionati con l’Italia.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI PEDRETTI
Ivan Pedretti, in un’intervista a collettiva.it, spiega che “il Governo è in cerca di risorse qua e là e pare che voglia di nuovo intervenire sul sistema di rivalutazione delle pensioni. È chiaro che se dovesse farlo, ci obbligherà a scendere in piazza non solo il 7 ottobre insieme alla Cgil, ma anche in tutto il territorio per rispondere a un’azione iniqua”. Il Segretario generale dello Spi-Cgil aggiunge che “si tratta di un Governo che mostra concretamente quante bugie ha detto prima e siccome ora deve dare risposta in parte agli evasori, ai suoi amici, a chi non ha pagato i contributi i soldi li trova tra i pensionati”. Un governo che “fa condoni e bonus e poi quando ha bisogno prende i soldi da chi ha lavorato 42, 43 anni”.
LE DICHIARAZIONI DI LANDINI E MUSUMECI
Sulla stessa linea anche il Segretario nazionale dello Spi-Cgil Stefano Landini, che, come riporta giornalemio.it, evidenzia che “la finanziaria per i pensionati è abbondantemente deludente, perché è annunciato un taglio della rivalutazione delle pensioni. In un Paese in cui il 10 per cento della popolazione detiene più del 40 per cento della ricchezza dire che un pensionato ha 1700 euro di pensione netta e se li è pagati tutti sia un ricco di questo Paese mi pare che sia, veramente, una operazione folle”. Intanto Nello Musumeci, ministro della Protezione civile, a Sky Tg24 ha detto che il Governo intende “dare ulteriore ossigeno alle pensioni, soprattutto a quelle minime”, ma occorre “riuscire a conciliare la condizione delle finanze con questa, che riteniamo sia una priorità”.
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