Dove non può arrivare un esecutivo con una riforma pensioni strutturale che fatica ad arrivare, sostanzialmente inerte, arriva la cristallizzazione del diritto: ecco chi potrà richiedere la quota 100 o quota 102 anche se la misura non è stata prorogata ed è stata sostituita quota 103.

Riforma pensioni 2023: chi può ancora chiedere quota 100, quota 102 e quota 103

I programmi per la liquidazione delle pensioni sono stati implementate recentemente ed è stato chiarito che quota 103, cioè la pensione anticipata flessibile che è possibile richiedere se si soddisfa il requisito anagrafico di almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, prevista dalla legge 197 del 2022, può essere richiesta anche da altre categorie.



A renderlo noto è un messaggio dell’INPS col quale si dà il via libera alle liquidazioni delle pensioni con quota 103. La comunicazione numero 1681/223 infatti è stata inoltrata dall’INPS e chiarisce che coloro che hanno accumulato contributi entro la fine dell’anno 2023, potranno fare domanda anche nel 2024 oppure nel 2025 per il principio di cristallizzazione del diritto. Il requisito contributivo può anche maturare cumulando gratuitamente periodi contributivi non sovrapposti temporalmente.



Se i requisiti sono maturati entro il 31 dicembre 2022 la prima finestra si apre il primo aprile 2023 per il settore privato il primo agosto 2023 per quello pubblico. Nel settore scolastico la decorrenza va dal 1° settembre 2023 a prescindere se i requisiti sono stati maturati nel 2022 o nel 2023.

Riforma pensioni 2023: la domanda andrà presentata all’INPS

Ovviamente coloro che vorranno accedere al pensionamento anticipato dovranno presentare la domanda all’INPS cui fa seguito un istruttoria a partire dalla verifica di sussistenza dei requisiti. l’INPS infatti spiega che sia accertato che richiedente abbia maturato prima del primo gennaio 2003 i requisiti per la pensione anticipata con quota 100 quota 102.



L’INPS avrà cura di interpellare l’interessato invitandola a manifestare la propria volontà.
In questa sede è possibile quindi scegliere se optare per un diverso pensionamento oppure ritornare alla tanto agognata quota 100, quota 102 o quota 103.
Tutti coloro che, pur presentando i requisiti, sceglieranno di optare per quota 103 potranno incorrere in un tetto massimo dell’assegno mensile pensionistico che non dovrà superare cinque volte l’assegno minimo e quindi la quota di 2839,7 euro lordi.