LE PAROLE DI FILINI

Francesco Filini, intervistato da Today, spiega che “il problema delle pensioni ha a che fare con la questione demografica. Siamo un Paese in cui nascono sempre meno italiani ed è questo che rende insostenibile il sistema pensionistico”. Secondo il deputato di Fratelli d’Italia, quindi, “bisogna agire su due direttrici. Una è la crescita demografica e già in questa legge di bilancio abbiamo cominciato a muovere i primi passi nella direzione del quoziente familiare, che è l’obiettivo finale. Si deve invertire la curva demografica e in Europa c’è solo un Paese che è stato molto attento a questo ed è la Francia, che ha la curva addirittura in crescita. La Francia ha fatto politiche di welfare molto importanti, ha reintrodotto il quoziente familiare e per me è un modello da seguire. Dall’altra serve rimettere in moto l’Italia, alzare la produttività nazionale per far sì che tutto sia più sostenibile”. Filini spiega anche che dal 2024 ci sarà uno strumento “volto sempre più a sostenere le persone che hanno serie difficoltà e non sono in condizioni di lavorare. Penso ai pensionati con pensioni molto basse”.



RIFORMA PENSIONI, TAVOLO RINVIATO MA RESTANO LE ISTANZE SU OPZIONE DONNA

Slitta il tavolo del Governo con i sindacati sulla riforma pensioni 2023 ma restano alcune istanze di protesta specie sul fronte più caldo come la misura di Opzione Donna: «Siamo consapevoli che Opzione donna non sia una risposta adeguata, vista la necessità di riconoscere realmente il lavoro di cura e più in generale il lavoro delle donne, ma è assolutamente sbagliato averla azzerata», sottolineava negli scorsi giorni Ezio Cigna, responsabile politiche previdenziali della Cgil.



La critica del sindacato “rosso” sul fronte Opzione Donna è fortissima e ripartirà probabilmente proprio da questo punto nel tavolo a questo punto convocato il 13 febbraio prossimo a Palazzo Chigi con la Ministra del Lavoro Calderone: «un vero tavolo di confronto e non un generico tavolo di ascolto, privo di carattere negoziale, con tempistiche lunghe e incerte. Abbiamo sottolineato alla ministra come il tema della precarietà del lavoro sia direttamente collegato a quello della previdenza, non solo perché il lavoro precario non potrà garantire in futuro una pensione dignitosa, ma anche perché solo un allargamento della base contributiva potrà assicurare, in prospettiva, maggiore equilibrio e sostenibilità al nostro sistema pensionistico», ha detto il segretario confederale della Cgil, Christian Ferrari. (agg. di Niccolò Magnani)



LA DELIBERA DI CASSA FORENSE

Come riporta Ansa, il Cda di Cassa Forense ha deliberato all’unanimità “la rivalutazione dell’8,1% delle pensioni degli avvocati per l’anno 2023 disponendo, contestualmente, l’adeguamento dei contributi minimi dovuti dai colleghi così come il ‘tetto’ per il calcolo delle future pensioni”. Gli aumenti “hanno decorrenza dal 1° gennaio dell’anno della delibera in questione che, in particolare, in base ai coefficienti Istat pubblicati il 17 gennaio scorso, per il 2023 prevedono, appunto, una rivalutazione dell’8,1%”, e “saranno corrisposti dal mese successivo a quello di approvazione ministeriale della delibera unitamente agli arretrati maturati da gennaio 2023”. Dunque, occorrerà il via libera dei ministri dell’Economia e del Lavoro. La Cassa Forense segnala anche che “il rendimento del patrimonio da prendere a base per il calcolo della quota modulare volontaria della pensione è risultato essere, per il 2021, del 5,18%, che verrà retrocesso, in misura del 90%, sulle quote di pensioni modulari da liquidare nel 2023”.

RINVIATO L’INCONTRO GOVERNO-SINDACATI

L’incontro in programma oggi tra Governo e sindacati sulla riforma delle pensioni è stato rinviato a lunedì 13 febbraio. Il Sole 24 Ore spiega che “a presentarsi al tavolo dovrebbero essere soltanto i sindacati mentre le associazioni datoriali dovrebbero essere convocate in un successivo incontro. A indurre l’esecutivo ad allungare i tempi sarebbe soprattutto il persistere della situazione d’impasse sulle modifiche a Opzione donna per alleggerire la stretta introdotta dalla legge di bilancio approvata a fine dicembre”. Sembra, infatti, che il Governo non abbia trovato ancora una quadra su una proposta da presentare ai sindacati, “anche se sul tavolo resta anche l’ipotesi di uscite a 60 anni eliminando la cosiddetta ‘variabile figli’. Tutto dipende dalle risorse che saranno disponibili. Che, con tutta probabilità, saranno recuperate all’interno del decreto legge in arrivo sul Reddito di cittadinanza”. Dunque, bisognerà attendere ancora qualche giorno per sapere se l’Esecutivo sarà riuscito a strutturare una proposta su Opzione donna.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

Pasquale Tridico ricorda che “ogni tanto si leva qualche voce di allarme sulla sostenibilità dei conti” dell’Inps,, ma “si deve partire da un punto fondamentale: la sostenibilità di un ente previdenziale si regge sul lavoro e sul mercato del lavoro. Quanto più ampio è il numero dei lavoratori, tanto più salda è la sua sostenibilità. Dunque, oggi, quando parliamo di sostenibilità, si deve parlare di lavoro. Dobbiamo fare di tutto per far emergere il nero e aumentare l’occupazione, soprattutto al sud, soprattutto di giovani e donne, aumentare comunque l’occupazione in generale. Questa è la vera sfida, ancor più nel nostro modello a ripartizione, per cui tanto più riusciamo ad aumentare i tassi di occupazione, tanto più sostenibili diventano le pensioni di oggi e di domani”.

IL CALO DEL RAPPORTO LAVORATORI/PENSIONATI

Intervistato da primapaginanews.it, il Presidente dell’Inps spiega che “oggi il nostro rapporto tra lavoratori e pensionati è di 1,4 (1 pensionato per ogni 1,4 lavoratori); in futuro, se si conferma il trend demografico, il rapporto scenderà nel 2050 a 1 a 1. Chiaramente, non si tratta di un fatto positivo e dobbiamo fare di tutto per invertire questo andamento demografico e far incrementare questo rapporto, o quanto meno non farlo ridurre”. Tridico evidenzia anche che “spesso i diritti di famiglie, lavoratori e pensionati rimangono inespressi, non vengono richieste le prestazioni cui si ha diritto: oggi si possono ottenere solo dopo aver fatto domanda. Non sarà più così. Sarà sempre più l’Inps a comunicare ai cittadini a quali prestazioni possono accedere: basterà accettare di ricevere tutte le informazioni nella nuova piattaforma Mylnps e da qui partiranno di volta in volte le notifiche personalizzate”.

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