RIFORMA PENSIONI 2023, TRIDICO (INPS): “OCCUPAZIONE E SOSTENIBILITÀ SISTEMA PENSIONISTICO”

Gli italiani non pensano alle pensioni. Solo un terzo, secondo un’inchiesta di Altroconsumo, si sta preparando finanziariamente con investimenti ad hoc. Intanto, da più parti arriva l’appello ad affrontare la riforma delle pensioni 2023 in maniera strutturale, anche per risolvere un paradosso: i lavoratori poveri, che hanno una “vita pensionistica” più breve rispetto all’aspettativa media di vita che determina il rateo pensionistico sui propri contributi versati, sono di fatto coloro che finanziano le pensioni dei ricchi, che invece vivono più a lungo. Ne ha parlato Pasquale Tridico, presidente dell’Inps, sulle colonne del Domani, spiegando che bisogna aumentare la quantità di lavoratori e la qualità del lavoro.



«Il tasso di occupazione decide la sostenibilità del sistema pensionistico di oggi e l’equilibrio delle pensioni di domani, ovvero il futuro dei lavoratori». In altre parole, il lavoro di oggi determina la pensione di domani. Serve una visione a lungo termine per Pasquale Tridico, secondo cui la riforma delle pensioni 2023 dovrebbe affrontare la questione della differenziazione delle età di pensionamento in base al lavoro svolto. Ma è una questione che si lega anche ad altri temi come reddito minimo e salario minimo, perché il lavoro nero si rifletterà sulle pensioni povere.



RIFORMA PENSIONI 2023, TRIDICO (INPS): “LAVORO BUONO PER FUTURO PENSIONISTICO”

Pasquale Tridico suggerisce una giusta proporzionalità tra gli incrementi dei salari e adeguamenti di pensione, anche perché i secondi ci sono, anche se in modo decrescente al crescere dell’assegno pensionistico, mentre i salari sono fermi, «incidendo negativamente sulla crescita economica presente e sulla sostenibilità futura». La riforma delle pensioni si intreccia alla necessità di aumentare il numero dei lavoratori attivi in Italia. Proprio nel libro “Il lavoro di oggi, la pensione di domani” scritto con Enrico Marro per Solferino editore, Pasquale Tridico ha affrontato tutti questi temi, evidenziando il nesso fondamentale tra il lavoro buono, «di cui abbiamo bisogno per mantenere la stabilità del sistema di welfare, e il futuro pensionistico». Lo ha scritto anche per far conoscere meglio l’evoluzione e l’innovazione dell’Inps, «un grande ente che interessa con i suoi servizi l’intera economia del Paese, che accompagna ciascun cittadino in ogni fase della vita. Il futuro del lavoro passa necessariamente da un nuovo Stato sociale».

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