DURIGON SU OPZIONE DONNA

Nell’intervista alla Stampa, Claudio Durigon ha risposto anche a una domanda specifica su Opzione donna, visto che nei mesi scorsi alcuni esponenti della maggioranza e del Governo si erano anche esposti parlando di modifiche rispetto alla stretta varata con la Legge di bilancio 2023. Il sottosegretario al Lavoro ricorda che “Opzione donna garantiva l’uscita a circa 12 mila persone all’anno con un taglio di un terzo dell’assegno che io ho sempre considerato troppo pesante. Credo che ormai la questione verrà affrontata nella riforma, in cui daremo un ristoro alle lavoratrici di alcune categorie”. La Cna, intanto, dopo l’incontro delle parti sociali con il Governo esprime apprezzamento per l’avvio del tavolo sulle pensioni e auspica “interventi per garantire la sostenibilità della gestione previdenziale degli artigiani, anche incentivando la creazione d’impresa e la corretta qualificazione delle nuove aziende ai fini previdenziali”.



DURIGON SULLA RIFORMA PENSIONI DOPO IL TAVOLO CON I SINDACATI

Allargare la Quota 103 per “preparare il campo” alla Quota 41, il tutto però senza molto dialogo con Cgil e Cisl: questo il senso dell’intervista rilasciata oggi a “La Stampa” dal sottosegretario al Lavoro Claudio Durigon in merito alla riforma pensioni 2023-2024, e in generale al tavolo Governo-sindacati riunitosi ieri. «Quota 41 è possibile ma nell’arco della legislatura», rileva il senatore della Lega che da mesi sta preparando il dossier sulla riforma pensioni.



Con la Manovra di Bilancio, ha ribadito ancora ieri la Premier Meloni davanti ai leader dei sindacati, si farà un primo passo che contempla la flessibilità in uscita, così come fatto lo scorso anno con Quota 103 per circa 50 mila beneficiari: «è impropriamente chiamata Quota 103 perché permette a chi ha 41 anni di contributi di accedere alla pensione». Detto ciò, sottolinea ancora Durigon, il Governo già lavora per ampliare e allargare la Quota 41-62 anni: il modo sarà valutato «quando sapremo le risorse a disposizione. La riforma sarà discussa al tavolo con i sindacati», quelli stessi però – denuncia il sottosegretario – che non stanno dimostrando molto dialogo. «Cgil e Uil finora hanno assunto una posizione poco costruttiva, ma loro rappresentando solo una parte del sindacato», mentre la Cisl «ha dimostrato di volere il dialogo […] una posizione critica ma senza perde di vita la sostenibilità delle misure». (agg. di Niccolò Magnani)



I SINDACATI DIVISI

Il tavolo di confronto con il Governo tenutosi ieri sembra aver diviso i sindacati. La Cgil, tramite Maurizio Landini, ha espresso un giudizio “non positivo”. Per questo “proseguiremo la mobilitazione”. La Uil attende invece di vedere quali saranno i risultati dei tavoli tecnici specifici, in particolare su riforma delle pensioni e riforma fiscale, prima di esprimere un giudizio completo. La Cisl parla di ripartenza dell’interlocuzione. Luigi Sbarra spiega che “questo è il momento di un confronto serrato e responsabile, intransigente nel merito e lontano da ogni forma di populismo. La Cisl sarà ad ognuno di questi incontri per negoziare concreti avanzamenti per i lavoratori e i pensionati”. Dal suo punto di vista, “è stato un incontro importante, che premia gli sforzi di due mesi di mobilitazione in cui abbiamo chiesto di riallacciare il filo del dialogo sociale”. Tre sfumature diverse di giudizio sullo stesso incontro.

LE PAROLE DI MELONI

Durante l’incontro di ieri con i sindacati, Giorgia Meloni, come riporta Radiocor, ha ricordato che “il 23 marzo è stato istituito al ministero del Lavoro l’osservatorio per il monitoraggio della spesa previdenziale. Sarà utile per mappare tutta la spesa e per valutare anche gli effetti di determinati provvedimenti in tema di esodi aziendali e ricambio generazionale. Il primo tavolo sarà sugli anticipi pensionistici, poi si lavorerà sul rafforzamento del sistema previdenziale, con particolare riguardo alle pensioni future”. “Credo che si possa partire dal lavoro dell’Osservatorio e dei tavoli tecnici, un lavoro di studio, per poi proseguire con un confronto complessivo sul sistema pensionistico. Un confronto che possa portarci a soluzioni migliori in una materia molto complessa”, ha aggiunto la presidente del Consiglio, evidenziando che “il confronto con le parti sociali su questi temi è particolarmente prezioso”.

RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI TRIDICO

Nel corso di un colloquio con Maurizio Molinari, nell’ambito di un evento sul welfare e il wellbeing organizzato da Affari & Finanza, Pasquale Tridico, come riporta Repubblica, ha ricordato che “gli immigrati in Italia che lavorano contribuiscono al sistema pensionistico per circa 11 miliardi di euro all’anno ricevendo in termini di assistenza e pensioni poco più di 4 miliardi. Inoltre la maggior parte di questi immigrati non ha convenzioni con il nostro Paese e quindi lascia le pensioni qui. Oggi beneficiamo nettamente del contributo degli immigrati e in prospettiva ne beneficeremo sempre di più. Finché non avremmo riportato il tasso di fecondità a 1,7/1,8 come quello francese, consentendoci di aumentare la sostenibilità del sistema, avremmo sicuramente bisogno di lavoratori stranieri”.

LE RICHIESTE DEI PENSIONATI

I risultati di un’indagine sul benessere delle persone anziane realizzata da Confconsumatori e Cna Pensionati di Bologna, come riporta emiliaromagnanews24.it, emerge che il 71% degli intervistati chiede a Cna Pensionati “di impegnarsi per aumentare il valore delle pensioni, il 35% di aumentare le occasioni di incontro proponendo attività di volontariato, il 35% proponendo visite guidate e viaggi, il 24% proponendo iniziative culturali, il 18% proponendo iniziative enogastronomiche”. A Confconsumatori, invece, il 71% chiede “di tutelare il consumatore in merito all’acquisto di prodotti alimentari e farmaceutici” e il 29% di “informare i pensionati sulle nuove disposizioni di legge in vigore nel settore alimentare”.

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