IL GENDER GAP IN CRESCITA
Come riporta Rainews, nella sezione dedicata alle notizie dell’Alto Adige, dalla banca dati dell’Inps emerge che è “in aumento il numero di pensioni pagate nel 2022, quasi il più tre per cento rispetto al 2018, cresce anche l’importo medio mensile, che passa da 1027 euro a 1242. Si registra ancora però un forte divario di genere: se i pensionati prendono in media 1.551 euro al mese, alle donne ne arrivano appena 870”. Il divario esiste anche a livello salariale: “45.500 euro il reddito medio annuo di un lavoratore, le lavoratrici ne guadagnano in media 32mila”. L’Ansa segnala intanto che secondo alcuni media, tra cui il Financial Times, “gli ex membri del Parlamento europeo iscritti a un vecchio e generoso fondo pensione integrativo dell’Eurocamera, vedranno dimezzati i pagamenti per ridurre il deficit del regime pensionistico volontario. Sarà poi alzata dai 65 ai 67 anni l’età per ricevere i versamenti e sarà congelato l’adeguamento all’inflazione”.
QUALI TEMI AL PROSSIMO VERTICE GOVERNO-SINDACATI SULLA RIFORMA PENSIONI
Se ormai sembra quasi scontato che per i primi mesi del 2024 verrà fatta slittare la riforma pensioni di Quota 103, i sindacati e le parti sociali intendono scoprire dall’esecutivo quale sarà il piano per rendere la Quota 41 “strutturale” nei prossimi anni, sostituendo una volta per tutte la legge Fornero. Ma oltre alla riforma fiscale, diversi potrebbero essere i temi da affrontare nel tavolo del 30 maggio prossimo a Palazzo Chigi.
Nelle ultime settimane all’interno della maggioranza è cresciuta l’intenzione di andare a migliorare l’Ape Social, sempre ovviamente in base alle risorse che verranno decise e stanziate nella prossima Manovra di Bilancio: da ultimo, su Opzione Donna ci sarà sicuramente interlocuzione con le parti sociali che chiedono il ripristino delle regole valse fino al 2022. Il Centrodestra fa quadrato ma ammette la possibilità di arrivare ad un accordo per modificare l’impianto di una misura divenuta ormai molto ridotta per i nuovi requisiti “stretti”. (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI SBARRA
Luigi Sbarra, Segretario generale della Cisl, in un tweet commenta la notizia della convocazione dell’incontro tra Governo e sindacati della prossima settimana con queste parole: “Ottima notizia la convocazione del governo per martedì 30 maggio. Ora consolidare e dare stabilità al dialogo sociale impostando un’Agenda partecipata, riprendendo i tavoli avviati, rafforzando l’azione comune contro l’inflazione e per una nuova politica dei redditi”. Tra i temi sul tavolo ci sarà anche la riforma delle pensioni, anche se verosimilmente ci sarà un ulteriore rinvio sul tema dato che a breve dovrebbe essere costituito l’Osservatorio voluto dal ministero del Lavoro sia per verificare la possibilità di separare assistenza e previdenza, sia per studiare le opzioni percorribili per il post-Quota 103. Si potrebbe, però, tornare a parlare di Opzione donna, dato che, nonostante le promesse del Governo, non si è più intervenuti sulla norma restrittiva contenuta nella Legge di bilancio.
RIFORMA PENSIONI, GOVERNO CONVOCA SINDACATI
Il Governo ha deciso di convocare i Segretari generali di Cgil, Cisl, Uil e Ugl per il 30 maggio a palazzo Chigi. All’ordine del giorno ci saranno diversi temi: riforme istituzionali, riforma fiscale, riforma delle pensioni, sicurezza sul lavoro e produttività. A valle dell’incontro dovrebbero essere portati avanti o avviati tavoli di confronto specifici sui singoli temi. Come riporta Adnkronos, Maurizio Landini ha spiegato che “nella convocazione del governo ci sono una serie di titoli. Ma in quei titoli che ci sono stati indicati vedo delle mancanze: non si parla di Rdc o del superamento della precarietà, dei contratti a termine e dei voucher, non si parla di sanità pubblica né dei soldi per rinnovare i contratti nazionali”. Il Segretario generale della Cgil ha detto che comunque “andremo e ascolteremo quali eventuali novità ci dovessero essere, ma noi abbiamo presentato una piattaforma unitaria precisa che dice no alla flat Tax, che dice di investire per superare morti sul lavoro e altro ancora”.
RIFORMA PENSIONI, LE RICHIESTE DELL’USB
In vista dello sciopero generale proclamato per venerdì 26 maggio, l’Usb di Firenze, come riporta Ansa, chiede “la stabilizzazione dei precari, un aumento di 300 euro in busta paga, 32 ore di lavoro a parità di salario, l’età pensionabile a 62 anni e 1000 euro al mese per le pensioni minime”. I rappresentanti del sindacato di base in una conferenza stampa hanno spiegato che “la parola d’ordine è ‘Abbassate le armi, alzate i salari’. Il Paese vive una fase drammatica. Inflazione stabilmente a doppia cifra, carovita, precarizzazione del lavoro, disoccupazione e morti sul lavoro in costante aumento. Con lo sciopero intendiamo riaffermare il protagonismo del mondo del lavoro. È necessaria una nuova stagione di conflitto per riconquistare diritti inalienabili: salario, salute, istruzione, casa”.
LA CGIL AL CONGRESSO CES
Intanto, oggi si apre a Berlino il congresso della Confederazione europea dei sindacati, che si concluderà venerdì. Sarà presente, come riporta collettiva.it, anche Maurizio Landini, che “proporrà ai delegati di lanciare una mobilitazione europea che metta al centro le rivendicazioni salariali, la lotta al carovita e i diritti dei lavoratori. Una mobilitazione da declinare in due, tre giornate comuni, con iniziative condivise e diffuse”. Salvatore Marra, coordinatore dell’Area politiche europee e internazionali della Cgil, ricorda che ci sono anche “i temi e le urgenze nazionali. Ad esempio la riforma delle pensioni, che riguarda l’Italia e ovviamente la Francia. O la difesa del diritto di sciopero e delle libertà sindacali: un tema che comincia a riguardare, se non tutti, molti Paesi europei”.
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