RIFORMA PENSIONI, I DATI INPS

Gli ultimi dati che arrivano dal monitoraggio sui flussi di pensionamento dell’Inps fanno riemergere il problema degli importi, talvolta esigui, degli assegni, in particolare quelli percepiti dalle donne che sono inferiori del 30,6% rispetto a quelli incassati dagli uomini (992 euro contro 1.429 al mese). Vero è che spesso le donne percepiscono pensioni di reversibilità, quindi di importo inferiore rispetto a quello percepito dal coniuge defunto quand’era in vita, ma resta il fatto che il gender pay gap si riflette anche una volta che si lascia il lavoro e si va in pensione. Per Franco Mari, deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, “siamo già entrati nel ciclo delle pensioni da fame”. Oltretutto i dati Inps evidenziano che sono i pensionamenti anticipati.



RIFORMA PENSIONI 2024, LE CONSIDERAZIONI DI MARI (AVS)

Questo, sottolinea Mari, non perché gli italiani non vogliano andare in pensione prima, ma perché è diventato più oneroso farlo. E le prospettive per il prossimo anno non sono rosee, vista l’incertezza sulla proroga delle misure in scadenza a fine anno. Intanto l’Inps ha pubblicato una circolare per spiegare il funzionamento della pace contributiva, che consente di recuperare fino a 5 anni di anzianità contributiva per periodi non coperti da contribuzione e per quanti non hanno versato contributi prima del 1996. Il tutto dietro il pagamento di un onere, con il vantaggio, però, di poter avvicinare in alcuni casi il traguardo di Quota 103 piuttosto che della pensione anticipata di anzianità. Sempre che ne valga la pena. In tal senso occorrerà fare bene i propri calcoli.



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