L’INTERROGAZIONE DI BILOTTI
Come riporta salernonotizie.it, Anna Bilotti ha presentato un’interrogazione parlamentare alla ministra del Lavoro Marina Calderone relativa al calcolo delle pensioni dei lavoratori addetti ai servizi di trasporto pubblico. Infatti, pare che che invece che l’aliquota del 2,5% per i contributi versati fino al 1995, come previsto dalle norme vigenti, sia stata applicata un’aliquota pari al 2%, determinando così assegni più bassi rispetto al dovuto per i lavoratori. Dunque la Senatrice del Movimento 5 Stelle chiede una verifica ed eventualmente “un’azione immediata per correggere gli errori e garantire che tutti i lavoratori ricevano le prestazioni che meritano, riflettendo il vero valore dei loro anni di servizio e contributo”. Per Bilotti, inoltre, “la corretta applicazione delle aliquote pensionistiche per i lavoratori dei servizi di trasporto pubblico è cruciale” ed “è imperativo che i diritti pensionistici siano calcolati e erogati correttamente, rispettando le normative vigenti”.
L’IMPEGNO DI FORZA ITALIA PER LA RIFORMA SULLE PENSIONI MINIME
Punto programmatico da anni ormai, dal prossimo segretario di Forza Italia – sarà eletto nel Congresso al via domani e sabato – arriva il nuovo impegno sulla riforma pensioni per le minime: il vicepremier Antonio Tajani, giunto in Sardegna ieri per chiudere la campagna elettorale del candidato Paolo Truzzu con tutti gli altri leader del Governo, ha spiegato che entro la fine della legislatura «porteremo la pensione minima a mille euro».
Già a gennaio in una lunga intervista ad “Affari Italiani” il leader di Forza Italia aveva spiegato perché l’impegno preso da Silvio Berlusconi sulle pensioni minime è così centrale ancora per il Governo: «serve rispettare il patto sottoscritto con gli elettori da Silvio Berlusconi. Ecco perché ci batteremo per continuare a ridurre la pressione fiscale, per aumentare le pensioni minime, per fare le riforme di cui l’Italia ha bisogno. La giustizia giusta continua a rimanere una priorità». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI CICCONE
Secondo Biagio Ciccone, “nel 2030 il sistema pensionistico italiano potrebbe implodere; non è una data a caso: è l’anno in cui andranno in pensione i figli del baby boom, cioè i nati nel meraviglioso biennio 1964-65 quando, in pieno miracolo economico, in Italia nacquero oltre un milione di bambini. Un picco di richieste di prestazioni pensionistiche che si tradurrà in un brutto colpo per il sistema se nel frattempo non si registreranno contemporaneamente una significativa crescita economica e una riduzione del debito pubblico”. Come riporta irpinia24.it, per il Segretario generale della Uil Pensionati Campania si può evitare il peggio: “Per evitare di dover riconoscere pensioni inadeguate ai prossimi pensionati, occorre intervenire subito, non per fare ammenda dei molti errori commessi in passato, ma per sollecitare: politiche di sviluppo del Paese; diversi atteggiamenti rispetto all’immigrazione; nuovi modelli previdenziali”.
LE PAROLE DI MOLINARI
Durante il programma “È sempre Cartabianca” sono stati presentati i risultati di un sondaggio di Tecné, da cui risulta che per il 40% degli italiani sulla riforma delle pensioni il Governo ha tradito le promesse, mentre per il 37% non poteva fare di più. Come riporta Il Tempo, la conduttrice Bianca Berlinguer ha quindi ricordato a uno degli ospiti, Riccardo Molinari, che il suo partito aveva promesso di abolire la Legge Fornero, ma non l’ha fatto. “È evidente che non siamo ancora riusciti ad attuare il programma di quota 41 perché le risorse sono quelle che sono. Abbiamo cercato di rivalutare le pensioni fino a quattro volte la minima, abbiamo fatto la finestra di quota 103 ma certamente nei 5 anni cercheremo di arrivare alla quota 41”, ha replicato il capogruppo alla Camera della Lega. Intanto Sinafi, il sindacato nazionale dei finanzieri, auspica che l’iter della proposta di legge sull’erogazione del Tfr/Tfs dei dipendenti pubblici “giunga alla sua conclusione nel più breve tempo possibile, restituendo agli aventi diritto quanto spettante e ancora oggi trattenuto”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI GIACOMO LICATA
Giacomo Licata, Segretario generale dello Spi-Cgil Varese, nel corso di un convegno che si è tenuto nel capoluogo lombardo sotto il titolo “Rebus Pensioni”, convegno nel quale, come riporta ilbustese.it, è stata sottolineata l’importanza di una riforma delle pensioni in un’ottica di maggiore equità e sostenibilità per il futuro, ha detto di ritenere che la previdenza “sia la vertenza sindacale più importante da portare avanti. Uno strumento di tutela sociale che riguarda i giovani, che rischiano di non poter godere di questo strumento, coloro che sono in procinto di andare in pensione, le attuali pensionate e gli attuali pensionati. Insomma, la previdenza è uno strumento che tiene unito il Paese”.
LE PAROLE DI STEFANIA FILETTI
Al convegno ha partecipato anche Stefania Filetti, Segretaria generale della Cgil di Varese, che ha evidenziato che “parlare di previdenza è parlare di futuro. Oltre che parlare di lavoro, dato che la previdenza è direttamente proporzionale alla quantità del lavoratori, alla qualità dei contratti e delle retribuzioni, alla quantità di ore lavorate”. Purtroppo, ha aggiunto la sindacalista, in Italia “la previdenza serve in realtà per fare cassa, e questo grazie a tagli, rimodulazioni, spostamento in avanti dell’età, modifiche del sistema di conversione con l’ingresso del metodo contributivo e con la modifica delle aspettative di vita”. Angela Mondellini, Segretaria Cgil Lombardia, e si è soffermata sulla previdenza complementare, sulla quale i sindacati si sono impegnati molto.
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