L’ANALISI DI BALDUZZI

In un articolo pubblicato sul Messaggero, Paolo Balduzzi evidenzia che “se l’intelligenza artificiale diminuirà il numero di occupati, ci sarà da attendersi un sicuro impatto negativo sul lato delle entrate pubbliche nonché un probabile impatto positivo (cioè un aumento) sul fronte delle spese di assistenza”. Anche per questo, “i governi, che quando vogliono ne sanno una più del diavolo, si stanno attrezzando per provare a tassare i robot stessi. O, più realisticamente, chi i robot utilizza e gode dei loro frutti in termini di brevetti, rendimenti di capitale, profitti. Non si tratta di una battaglia affatto semplice. E lo vediamo già oggi: quando ci sono di mezzo utili e capitali, le aziende e gli investitori conoscono mille modi per difendersi dai tentativi di imposizione”. C’è però da tener conto che questo tipo di imposta, “nonostante gli sforzi, potrebbe comunque essere insufficiente per compensare i mancati introiti dalla diminuzione delle imposte sul lavoro”.



LE PAROLE DI D’APRILE

Come riporta Il Fatto Quotidiano, Giuseppe D’Aprile, Segretario nazionale della Uil Scuola, evidenzia che “l’uscita del personale della Scuola per pensionamento sta assumendo proporzioni massicce, assai superiori a quelle previste. Oltre all’incertezza legata al futuro pensionistico (riforme che si susseguono modificando i limiti di età) e un ricambio fisiologico dovuto all’età anagrafica che aumenta, un’altra ragione che determina il numero crescente di pensionamenti è sicuramente dovuta al carattere ogni giorno più impegnativo del lavoro degli insegnanti, del personale Ata e dirigente, alle prese con una sempre maggiore pressione burocratica a danno dell’attività didattica che sta perdendo la sua centralità all’interno delle scuole”. Secondo il sindacalista occorre investire maggiormente sulla scuola, valorizzando il lavoro degli insegnanti e varando un piano straordinario per assumere nuovo personale e stabilizzare i precari.



IL RISCHIO PER I GIOVANI

Affari & Finanza, inserto settimanale di Repubblica, dedica un articolo alla previdenza complementare, spiegando che “non è ancora entrata a pieno titolo nella vita e nelle consuetudini degli italiani”, visto che meno della metà dei lavoratori è iscritto. Mauro Agazzi, ex Direttore generale del Fondo Cometa e grande esperto del settore, spiega che “con il taglio delle pensioni che prospetta, si rischia un bagno di povertà di cui non si è abbastanza consapevoli. Contribuisce anche l’estrema prudenza delle scelte di molti aderenti, che preferiscono le linee obbligazionarie o garantite: atteggiamento comprensibile, ma che non basta a integrare il reddito quando si va in pensione”. Secondo Alberto Boidi, responsabile vita di UnipolSai, “anche i ragazzi, almeno dal primo momento in cui cominciano a lavorare, devono pensarci. La flessibilità dello strumento dei Pip ben si adatta alla discontinuità dei percorsi lavorativi dei nostri giovani consentendo di versare quando e quanto possono”.



LE PAROLE DI CASTELLI

A Roma è stata presentata la lista “Libertà” che vedrà insieme alle elezioni europee il partito popolare per il Nord e Sud chiama Nord, la cui Presidente Laura Castelli, come riporta Adnkronos, ha spiegato che Settentrione e Meridione “spesso vengono messi uno contro l’altro” ma “in realtà possono collaborare, come noi stiamo facendo, per spiegare che questo sistema non funziona, che continua a togliere libertà e diritti a quello che è un Paese ormai in macerie e che questo Governo sta ancor di più calpestando sia sulla salute che sul diritto alla casa, che sul diritto delle pensioni. Tanti temi oggi accantonati e che uccidono questo paese al Nord come al Sud”. Intanto, come riporta pltv.it, Fondazione Enasarco, ente previdenziale degli agenti e rappresentanti di commercio, ha chiuso il 2023 con un risultato economico positivo per 237 milioni di euro,cui si aggiungono euro 39 milioni di risultato del FIRR, e un patrimonio in crescita a 8,7 miliardi.

RIFORMA PENSIONI, L’ANALISI DI MARINO

Sembra che quest’anno non sarà quello di una riforma delle pensioni strutturale. E secondo Mauro Marino “il primo responsabile di questa completa assenza di iniziative è proprio il Governo. Costui, ormai in carica da quasi un anno e mezzo, è assolutamente d’accordo con la Legge Fornero e al di là di effimere esternazioni della Lega”, anche perché “la Meloni è assolutamente ferma su questo argomento ed è molto più interessata a mantenere ottimi rapporti con l’Ue in attesa di vedere come andranno le elezioni europee del prossimo giugno per inserirsi in eventuali cambiamenti dell’assetto geopolitico dell’Europa”. “Quanto ai partiti dell’opposizione, poi, e alle organizzazioni sindacali, ormai spaccate, nessun intervento significativo”, aggiunge l’esperto previdenziale in un articolo pubblicato su pensionipertutti.it.

IL DISINTERESSE DELLA POLITICA

Non c’è nemmeno “nessuna iniziativa, nessun convegno per esempio sul futuro della previdenza in Italia e su come intervenire, nessun reale contributo ad un problema, quello previdenziale, che interessa la totalità dei cittadini italiani in particolare i giovani che pagheranno più di tutti gli effetti di una mancata riforma che li costringerà ad uscire dal mondo del lavoro a 71 anni e con un assegno previdenziale che sarà al 50% del loro stipendio”. Marino aggiunge che “vi è poi, ma sembra che la politica tutta ne se disinteressa troppo impegnata in una perenne campagna elettorale il reale problema della denatalità record dai tempi dell’unità d’Italia e dell’aspettativa di vita che aumenta costantemente col serio rischio se non si interviene immediatamente di far saltare i conti dell’Inps“.

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