LE PAROLE DI PORTA
Il deputato del Pd eletto all’estero Fabio Porta, come riporta l’agenzia Aise, ricorda che “nonostante la ripresa dei flussi migratori in entrata e in uscita, è da molti anni sospesa l’attività dello Stato italiano per garantire ai cittadini italiani residenti all’estero una adeguata tutela socio-previdenziale in regime internazionale”. Per questo “ho ricordato più volte al Governo con le mie interrogazioni che in Cile, Colombia Ecuador e Perù risiedono rispettivamente 65.000, 22.000, 20.000 e 36.000 cittadini italiani iscritti all’Aire (Anagrafe degli italiani residenti all’estero) e che l’importante e consistente presenza di cittadini italiani in questi Paesi dell’America Latina e di cittadini di questi Paesi in Italia privi di tutela previdenziale in convenzione, impone, se lo si ritiene un dovere di un Paese civile, la stipula di convenzioni bilaterali di sicurezza sociale (come è stato fatto con quasi tutti i Paesi di emigrazione italiana) che tutelino adeguatamente questi lavoratori nell’ambito socio-previdenziale”.
PENSIONI INPS, AUMENTA DIVARIO DI GENERE: I DATI DEL CIV
Gli ultimi dati del Civ (Consiglio Indirizzo e Vigilanza) INPS confermano l’allarme sul divario di genere anche per il fronte previdenziale: in attesa di una riforma pensioni a tutto tondo, l’analisi certifica come negli ultimi 20 anni il “gender gap” cresce in modo continuativo fino ad arrivare al 36% di divario tra redditi da pensione maschili e femminili.I differenziali, persistenti nel tempo, «sono attribuibili a differenze nella continuità delle carriere che si riflettono in un divario salariale con un impatto diretto sui trattamenti retributivi e indiretto su quelli contributivi attraverso un minor montante contributivo», riportano i dati INPS presentati dall’Agenzia AGI.
Sempre nel report Civ viene rilevato come le varie riforme pensioni degli ultimi anni hanno avuto un impatto diverso tra uomini e donne: su circa 16,1 milioni di pensionati nel 2022, il 52% sono di genere femminile: queste però hanno percepito solo il 44% dei redditi pensionistici, di fatto 141 miliardi. L’importo medio della pensione per donne è di 1.416 euro, del 36% inferiore rispetto a quello maschile: un gender gap che è cresciuto in maniera continuativa negli ultimi 20 anni, conclude il Civ INPS, «è passato da 3.900 euro nel 2001 a 6.200 nel 2022». (agg. di Niccolò Magnani)
LE PAROLE DI NEVI
Come riporta Adnkronos, ospite della trasmissione Tagadà in onda su La7, Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia, ha avuto modo di ribadire una priorità del suo partito in tema di pensioni. Infatti, ha spiegato che “sull’innalzamento delle pensioni a 1000 euro non possiamo accettare lezioni dai 5 Stelle. C’è un limite a tutto”. Dal suo punto di vista, infatti, i pentastellati “sono famosi per aver promesso di abolire la povertà o per aver promesso la casa gratis a tutti, producendo il più grande buco di bilancio mai visto negli ultimi anni”. Chiaro riferimento a misure come il Reddito di cittadinanza o il Superbonus 110% promosse dal Movimento 5 Stelle. Nevi ha quindi aggiunto che “noi siamo ‘costretti’ a governare per rimediare anche a questi danni, ma manterremo le promesse. Abbiamo promesso di voler portare le pensioni a 1000 euro entro i 5 anni e lo ribadiamo”. Vedremo quando l’impegno verrà effettivamente mantenuto, considerando che ancora non siamo arrivati a metà della legislatura.
I DATI DI ANAAO ASSOMED
Anaao Assomed evidenzia che “l’Italia si prepara ad affrontare una ondata di pensionamenti tra i medici nel prossimo decennio: si stima che tra il 2023 e il 2032 quasi 109 mila camici bianchi lasceranno la professione attiva. Tuttavia, le nuove leve sono già in formazione: negli anni accademici tra il 2018 e il 2027 (con lauree attese tra il 2023 e il 2032), i posti programmati per il corso di laurea in Medicina e Chirurgia sono circa 141.000. Il rischio di una pletora medica è concreto, ma il problema è più complesso di una semplice sovrabbondanza di professionisti”. Per l’associazione sindacale, quindi, “l’abolizione del numero programmato a Medicina e Chirurgia è un provvedimento incapace di rispondere alla grave criticità attuale perché fuori tempo massimo. Il problema delle carenze degli specialisti è stato già risolto con l’incremento dei contratti specialistici effettuato dal Ministro Speranza: basta aspettare pochi anni per avere numeri adeguati rispetto ai pensionamenti. Oggi si tratta di rendere più attrattivo il lavoro nel settore pubblico particolarmente in alcune specialità, come Medicina di Emergenza/Urgenza”.
RIFORMA PENSIONI, LE PAROLE DI CURCI
La Cgil di Cremona, attraverso la sua Segretaria generale Elena Curci, critica le scelte del Governo in tema di riforma delle pensioni, che penalizzano anche i giovani, in particolare la scelta di alzare la soglia di importo minimo del futuro assegno per quanti vanno in pensione con il sistema contributivo. “Con i salari che non aumentano e le scelte del Governo di alzare questo minimo a tre volte l’importo dell’assegno sociale, pari a 1.603,23 euro, si rende questa possibilità praticamente impossibile per i giovani”, spiega la sindacalista, evidenziando che “una lavoratrice delle pulizie che lavora part-time 6 ore al giorno con una retribuzione di 600 euro al mese per 13 mesi (7.800 euro annui) maturerà una pensione di 440 euro lorde, quindi non potrà accedere alla pensione anticipata”.
L’EMERGENZA GIOVANI
Ma neanche a quella di vecchiaia a 67 anni e 20 anni di contribuzione. “Se pensiamo che, secondo i dati Istat del 2023, il 43% degli under 35 guadagna, in Italia, meno di mille euro, il 32,7% tra i 1.000 e i 1.500 euro, e solo il 24% supera i 1.500 euro al mese, ma senza superare i 2mila, comprendiamo quanto queste scelte stiano togliendo prospettive ai giovani”, aggiunge Curci, secondo cui “esiste un’emergenza giovani nel nostro Paese, i dati parlano chiaro: è necessario rafforzare il patto intergenerazionale: se non si daranno certezze ai giovani sulla loro pensione futura si rischia davvero di andare incontro ad una crisi profonda dell’attuale sistema, e, ed è ancora peggio, si sta negando la prospettiva di un futuro a generazioni, che significa negare una prospettiva di futuro al nostro Paese”.
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