RIFORMA PENSIONI 2024, I DATI PREOCCUPANTI
Ci sono dei dati che, se letti in prospettiva, non possono non preoccupare e far ritenere importante un intervento di riforma delle pensioni che guardi al futuro. Stando ai dati relativi alle dichiarazioni dei redditi presentate l’anno scorso, infatti, il reddito medio dichiarato dai pensionati era pari a 19.750 euro annui, mentre quello dei lavoratori dipendenti a 22.280 euro. La differenza, dunque, è superiore al 10%, ma rischia di ampliarsi nei prossimi anni, complice il maggior peso del sistema contributivo, che comporta assegni più bassi rispetto a quello retributivo. Vero è che i dati delle dichiarazioni di redditi non sono relativi a tutte le pensioni e a tutti i redditi da lavoro dipendente (non tutti presentano la dichiarazione dei redditi), ma offre comunque una fotografia della situazione.
LE DIFFICILI SOLUZIONI PER LA RIFORMA DELLE PENSIONI 2024
Dunque in futuro aumenterà il distacco tra redditi da lavoro dipendente e pensioni, inoltre, stante il forte sbilanciamento demografico presente nel nostro Paese, ci saranno anche meno lavoratori rispetto ai pensionati e questo determinerà certamente un problema di finanziamento del sistema. Una soluzione potrebbe essere quella di aumentare l’aliquota dei contributi, ma penalizzerebbe i già pochi lavoratori. Di verso opposto l’ipotesi di tagliare parte degli assegni pensionistici in modo da rendere meno onerosa questa voce di spesa. Ma di fatto si finirebbe per aggravare la situazione dei pensionati che hanno redditi già bassi. Dunque, occorre fare in modo di aumentare il numero di occupati, diminuendo il numero di inattivi e avvicinando il tasso di occupazione alla media europea.
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