RIFORMA PENSIONI, LA SCARSA ADESIONE ALLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Nonostante sia piuttosto chiaro che in futuro l’importo delle pensioni sarà più basso del proprio stipendio, la previdenza complementare non sembra essere molto diffusa in Italia. In un articolo contenuto nell’inserto speciale del Sole 24 Ore dedicato ai 40 anni de “L’Esperto risponde” focalizzato sulle pensioni viene spiegato che una possibile semplificazione che potrebbe rendere più attraente il versamento nei fondi pensione è “l’adozione di una cifra tonda del limite di deducibilità fiscale, che potrebbe essere elevato a 10mila euro, incentivando così la partecipazione ai fondi pensione, sempreché si disponga di possibilità finanziarie. Si potrebbe, inoltre, adottare un limite di deducibilità specifico per i familiari a carico, estendendo la deduzione anche ai nonni, non di rado disposti ad aiutare i nipoti a costruirsi un futuro meno incerto”.
LE POSSIBILI FORME DI INCENTIVAZIONE
Sicuramente utile sarebbe anche “una campagna informativa sul futuro pensionistico, con percorsi di educazione finanziaria, da attivarsi nelle scuole superiori: è auspicabile quindi che la norma in materia di pianificazione previdenziale, dettata dall’articolo 25 della legge 21/2024 possa avere efficace attuazione”. Non va certo trascurato il fatto che “con la previdenza complementare il cittadino lavoratore è chiamato a un ruolo attivo nelle scelte per costruirsi la seconda pensione: destinare il Tfr a un fondo, optare per un comparto, cambiare fondo, e via dicendo. Il ruolo attivo va esercitato anche nella fase di verifica dei rendimenti maturati, sapendo apportare cambiamenti negli investimenti, soprattutto in vista dell’avvicinarsi del pensionamento”.
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