RIFORMA PENSIONI 2024, IL BLOCCO PARZIALE DELLE INDICIZZAZIONI
Il blocco parziale delle indicizzazioni ha creato e sta creando non pochi malumori tra i pensionati, che ritengono di veder leso un loro diritto, per di più in misura non temporanea visto che gli effetti del blocco si protraggono nel tempo (viene erosa la base su cui viene calcolata anche la rivalutazione negli anni successivi). Tuttavia, c’è il rischio che il blocco debba essere prorogato con la prossima Legge di bilancio, quando non addirittura incrementato. Tra l’altro se in passato i risparmi derivanti dal blocco erano stati utilizzati per finanziare misure in ambito previdenziale (dai pensionamenti anticipati all’aumento delle minime), questa volta le cose rischiano di andare diversamente.
RIFORMA PENSIONI 2024, L’ALTERNATIVA DI LANDINI
Infatti, il forte impatto sui conti pubblici del Superbonus 110% e la necessità di ridurre il deficit su Pil in misura consistente potrebbero dover comportare il “dirottamento” delle risorse risparmiate al mero miglioramento dei saldi di bilancio pubblico, tenuto conto che in questo momento la priorità dell’Esecutivo sembra essere la proroga del taglio del cuneo fiscale e della riduzione delle aliquote Irpef, sulle quali si cerca tra l’altro una “espansione” in grado di portare benefici anche al ceto medio. Per Maurizio Landini, Segretario generale della Cgil, anziché tassare salari e pensioni, il Governo dovrebbe colpire i profitti e soprattutto gli extraprofitti delle imprese. Una strada non semplice da percorrere, dal momento che le imprese sono quelle che poi assumono e danno lavoro, cosa che non può avvenire per legge.
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