RIFORMA PENSIONI, IL CALO DELL’INFLAZIONE

Il rallentamento dell’inflazione rappresenta una buona notizia per lo Stato, che contribuisce a frenare il trend di crescita della spesa pensionistica. Infatti, l’importo degli assegni è indicizzato al costo della vita e, quindi, è verosimile che per l’anno prossimo la spesa aggiuntiva per questa voce possa essere più bassa rispetto a quanto avvenuto alla fine dell’anno scorso. Difficile dire quanto questa minor spesa consentirà di avere delle risorse a disposizione per altri interventi sulle pensioni, anche perché bisognerà vedere se il Governo vorrà confermare il blocco parziale delle indicizzazioni che scadrà proprio alla fine dell’anno. Tuttavia, l’ipotesi prevalente è che lo confermi, magari rendendolo ancora più stringente.



RIFORMA PENSIONI 2024, IL SEGNALE NEGATIVO DALL’OCCUPAZIONE

Non arrivano però buone nuove per quel che riguarda il mercato del lavoro, visto che c’è stato un lieve calo dell’occupazione nel mese di maggio. Una discesa che non è positiva non solo per quel che riguarda l’andamento dell’economia, ma anche per le prospettive previdenziali. È stato, infatti, ripetuto più volte nelle scorse settimane che più cresce l’occupazione, specialmente di qualità e ben retribuita, più il sistema pensionistico italiano sarà sostenibile, in quanto ci saranno sempre più pensionati che dovranno essere “mantenuti”, per ragioni prettamente demografiche, da un numero decrescente di lavoratori. Dunque è bene che il tasso di occupazione continui a crescere senza interruzioni, soprattutto per quanto riguarda i giovani, sperando che possano avere anche contratti stabili.



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