RIFORMA PENSIONI 2024, IL NODO TFS/TFR

Una delle criticità che l’Inps dovrà affrontare, come abbiamo già avuto modo di spiegare, è quella dell’anticipo del Tfs/Tfr dei dipendenti pubblici. Infatti, sono terminate le risorse disponibili per garantire un prestito a tassi agevolati tramite l’Istituto nazionale di previdenza sociale. L’alternativa, per i lavoratori pubblici, nel caso non vogliano attendere i tempi previsti dall’attuale legge, che possono arrivare anche a 7 anni per le pensioni anticipate, è quella di ricorrere ai finanziamenti delle banche che hanno aderito ad apposita convenzione. I costi, in questo caso, sono però piuttosto importanti, tra il 4% e il 5%, considerando che la base utilizzata, il rendimento dei titoli di stato italiani, risente anche del livello dei tassi di interesse che in questo momento nell’Eurozona sono ai massimi storici.



I LIMITI DELLA PROPOSTA DI LEGGE M5S SULLA RIFORMA PENSIONI

I lavori parlamentari per arrivare a una legge che limiti il problema, anche in osservanza della sentenza della Corte Costituzionale di circa un anno fa che chiede di accorciare i tempi per l’erogazione del Tfs/Tfr, si sono dovuti fermare di fronte ai rilievi della Corte Costituzionale relativi alle risorse necessarie. L’Inps, dal canto suo, dovrà capire se ci sarà modo di reperire altre risorse per riprendere a erogare l’anticipo a interessi agevolati. Repubblica evidenzia, tra le alte cose, che se anche la proposta di legge M5s dovesse essere approvata verrebbe risolto solo una parte dei problemi: verrebbero accorciati di molto i tempi per chi esce dal lavoro con la pensione di vecchiaia, per limiti di età o inabilità, ma per chi utilizzerà forme di anticipo resterebbe comunque un’attesa di almeno due anni.



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