LE RICHIESTE DELL’ANIEF
L’ipotesi di una Quota 104 con ricalcolo contributivo dell’assegno al posto di Quota 103 non piace all’Anief, il cui Presidente nazionale Marcello Pacifico parla di proposta irricevibile, assieme a quella di una cancellazione di Opzione donna, anche se già di fatto sono pochissime le italiane che possono farvi accesso. Da parte dell’Anief resta quindi sul tavolo la richiesta di un trattamento del personale scolastico in linea con quello riservato alle forze armate, oltre alla previsioni del riscatto gratuito della laurea. Richieste che difficilmente potrebbero essere accolte stante il costo che avrebbero per le casse dello Stato. Tanto più che Anief si oppone anche a ogni tipo di intervento che vada a incidere negativamente sull’importo delle pensioni, anche nel caso delle uscite anticipate. Non resta quindi che vedere se ci sarà una risposta governativa alle istanze del sindacato autonomo o se invece quest’ultimo dovrà tornare a ribadirle.
PROBABILE INTERVENTO SULLA RITA
In attesa di capire se e come il Governo interverrà in tema di riforma delle pensioni nella prossima Legge di bilancio, oggi potrebbe essere varato un intervento “restrittivo” sulla Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita), una prestazione riservata agli iscritti ai fondi pensione da almeno 5 anni che sono vicini all’età della quiescenza (5 anni dai requisiti) ma si ritrovano disoccupati da almeno due anni. Infatti, come spiega Il Giornale, nel Consiglio dei ministri di oggi potrebbe essere varato un decreto che specificherebbe che il ricorso alla Rita può avvenire solo nel caso di cessazione del rapporto di lavoro per cause diverse dal raggiungimento del requisito per una qualsiasi forma di pensionamento. Di fatto, quindi, verrà impedito l’utilizzo della Rita nel periodo che intercorre tra la cessazione del rapporto di lavoro e l’effettiva erogazione della pensione, ovvero durante la cosiddetta finestra. Un periodo in cui in assenza di reddito da lavoro e da pensione non si può effetti contare su alcuna entrata mensile sicura.
RIFORMA PENSIONI, IL NODO RISORSE
La scarsità di risorse a fronte dello sforzo di riduzione del disavanzo pubblico che l’Italia dovrà affrontare nei prossimi mesi rischia di mettere a repentaglio non solo l’approvazione di nuove misure di pensionamento anticipato o la proroga di quelle già in essere, ma anche di frenare i tentativi di rilanciare la previdenza complementare. Il tema fa parte della piattaforma unitaria sindacale sulla riforma delle pensioni ed è quello sui cui il Governo ha mostrato più aperture, visto che tende a risolvere un problema prospettico importante (l’importo delle future pensioni interamente contributive) e presenta minori possibilità di attriti con la Commissione europea, dal momento che non v’è lo stanziamento di risorse per far andare in pensione prima dei lavoratori.
I POSSIBILI INTERVENTI SULLA PREVIDENZA COMPLEMENTARE
Tuttavia, l’intervento che sicuramente sarebbe più importante per incentivare la previdenza complementare riguarda l’inserimento di sgravi fiscali sia per chi si iscrive (innalzamento dell’attuale soglia di deducibilità dai redditi), sia per chi gestisce i fondi pensione (da tempo viene richiesto il ritorno a una tassazione sui rendimenti più in linea con la finalità degli investimenti effettuati). E per questi sgravi andrebbero trovate delle adeguate coperture. A meno di non voler considerare come incentivo alla previdenza complementare il mero riproporre un nuovo semestre di “silenzio-assenso” (di fatto il versamento automatico del Tfr ai fondi di categoria per i nuovi assunti, salvo esplicito diniego del lavoratore).
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI